La presentazione della mostra. Da sinistra il segretario della Fondazione Gianni Fermanelli, la presidente Rosaria Del Balzo Ruiti e il direttore artistico Roberto Cresti
di Alessandra Pierini (foto di Fabio Falcioni)
Immaginate di essere in una sala di Palazzo Ricci a Macerata negli anni Venti e Trenta del Ventesimo secolo, in compagnia di quattro artisti Francesco Messina e Primo Conti, noti al grande pubblico, lo jesino Betto Tesei e il petriolese Diego De Minicis, che dialogano tra loro, osservando le foto del fondo Balelli e ascoltando un brano del musicista maceratese Lino Liviabella. E’ questa la suggestione che la Fondazione Carima vuole donare con la mostra Quattro nel ‘Novecento’ che aprirà i battenti giovedì 16 luglio e proseguirà fino al 2 ottobre.
«Questo è l’evento clou dell’estate – ha detto Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della Fondazione Carima – Perchè andare lontano prima di conoscere quanto abbiamo vicino? Vedrete che questa mostra sarà una bella sorpresa». Con questo filo conduttore e con l’obiettivo di far vivere il Museo di Palazzo Ricci, facendo uscire le opere dai magazzini perchè il territorio ne goda, è nata questa mostra che vede il cinvolgimento di diversi enti e artisti.
La presidente Rosaria Del Balzo Ruiti
Partiamo dalla musica. Colonna sonora sarà Riderella, di Liviabella appunto, interpretata a quattro mani dal maestro Massimo Paolella e dalla sua collega: «In particolare – ha spiegato il maestro – questo pezzo è una fiaba musicale che narra di una sorgente che vuole andare al mare e chiede al fiume di portarla. Una volta arrivata, vede tante cose nuove e grandi ma si pente perchè le manca il suo mondo fatto di piccole cose. Magnanimo il sole la trasforma in una nuvola e la riporta nel suo piccolo mondo».
E’ in questo humus che si collocheranno le opere dei maestri Primo Conti e Francesco Messina (l’autore del Cavallo morente davanti alla sede Rai di Roma per intenderci) e quelle di Betto tesei e Diego De Minicis, tutti parte del “Novecento Italiano”, uno dei principali movimenti artistici del secolo scorso guidato dalla scrittrice e critica d’arte Margherita Sarfatti, per vent’anni amante di Mussolini.
«Lavoriamo per far vedere quello che c’è già – ha detto Roberto Cresti, direttore artistico del museo e curatore della mostra, che ha poi parafrasato un verso della poesia Alla Luna di Giacomo Leopardi – care Marche, belle Marche, io venia senza angoscia a rimirarvi».
Tante si diceva le collaborazioni per una mostra prodotta e aofferta alla comunità. La prima con il Comune di Petriolo che ha messo a disposizione le opere di de Minicis, con un simbolico passaggio di testimone che vedrà al termine della mostra di Palazzo Ricci, l’inaugurazione del museo dedicato all’artista nella sua città di origine. «I marchigiani – ha detto il sindaco Matteo Santinelli – sono gelosi e custodi dei loro tesori. bene valorizzarli ma è anche il momento di condividere e lavorare insieme».
Roberto Cresti
C’è poi Palazzo Pianetti con le opere di Betto Tesei e ancora la Fondazione Balelli, rappresentata questa mattina, durante la presentazione, da Emanuela Balelli, figlia di Carlo. «Carlo Balelli – ha detto – è il nostro 900 fotografico. Mio padre mi raccontava delle sue chiacchierate con artisti di Macerata dell’epoca come Sante Monachesi, Bruno Tano. Questa mostra mi fa pensare che gli artisti del Novecento nelle sale di Palazzo Ricci continuino a incontrarsi e chiacchierare di arte e fotografia».
La mostra sarà inaugurata venerdì 13 luglio alle 18. Resterà aperta dal martedì al sabato dalle 16 alle 19. Domenica e festivi apertura 10-13 e 16-19. Lunedì chiuso. Visita libera gratuita.
Per informazioni e visite guidate su prenotazione contattare il numero 0733202942 o via mail [email protected]
In platea il maestro Maurizio Paolella e il sindaco di Petriolo Matteo Santinelli
In prima fila Emanuela Balelli
Il maestro Paolella
Il sindaco Matteo Santinelli
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Nell’articolo i giorni della settimana indicati a fianco delle date non sono esatti.
Il detto che l’erba del vicino è sempre la più verde viene smentito dalla Presidente Del Balzo Ruiti. Infatti, se guardiamo ai nostri Artisti, messi nello sgabuzzino, notiamo che siamo in grado di competere con altri già posti a livello nazionale e internazionale. Perchè questa sudditanza nei confronti degli esterni? La parola allo psicologo… Per intanto, stiamo assistendo da tempo ad una visione introspettiva fatta con deboli forze e tanta passione da privati. Mi riferisco, ad esempio, alle collettive nei locali de “Lu Spaccittu” di Macerata di artisti di vecchia generazione, pure maceratesi e marchigiani, che organizza di tanto in tanto il mio concittadino Daniele Taddei (forse l’unico rimasto a credere nelle mostre pubbliche). Però, questa mostra, di cui all’articolo, che gode del prestigio della Fondazione Carima, fa ben sperare in una politica superiore che copra gli spazi lasciati vuoti dall’ignoranza, o dall’incuria.
Il Covid sarà stata una dannazione. Però, ho l’impressione che il risveglio stia dando frutti nuovi dappertutto. E la riapertura degli spazi della Fondazione Carima ne è la dimostrazione.