Una folla per l’addio a Maurizio,
gli Sbandieratori e il Cai:
«Resterai nei nostri cuori»

MONTECASSIANO - In centinaia oggi per l'ultimo saluto in Collegiata al giovane idraulico morto sabato durante una arrampicata. Il dolore della mamma che più volte ha chiamato il nome del figlio e i ricordi di chi lo ha conosciuto

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L’uscita del feretro dalla Collegiata

di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)

«Maurizio, Maurizio», la chiesa è già piena e in religioso silenzio quando in Collegiata riecheggiano le parole di Paola, madre di Maurizio Pandolfi, il 37enne ucciso dalla caduta di sassi mentre stava salendo lungo una gola a Genga. Sono le 15,30 di oggi quando il feretro di Maurizio entra nella secolare chiesa di Montecassiano, seguita dai genitori Paola e Agostino.

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Maurizio Pandolfi

La commozione è palpabile su tantissimi volti dei presenti, dai giovanissimi rappresentanti delle associazioni che hanno visto Maurizio impegnarsi (dagli Sbandieratori di Montecassiano agli istruttori della scuola Giuliano Mainini del Cai di Macerata passando per ZandaGruel, giusto per citarne alcuni) agli amici, ai conoscenti, ai tanti che con Maurizio hanno avuto un rapporto di lavoro e di socialità.

Nel corso del funerale ci sono state le testimonianze toccanti del direttore della scuola di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera Giuliano Mainini del Cai Macerata, Gianluca Lanciani, e di Alessandro Bellezze per gli sbandieratori di Montecassiano.

funerale-maurizio-pandolfi6-488x650«Non è facile – ha esordito Lanciani – esprimere il vuoto che lasci in tutti noi, il tuo sorriso speciale… eri un ragazzo che sapeva farsi amare, lasci una traccia indelebile, una persona competente, un esempio per tutti, sarai sempre nei nostri cuori». Altrettanto commosso l’intervento del rappresentante degli Sbandieratori di Montecassiano: «La notizia ci ha colti all’improvviso, oggi proviamo dolore e basta, sei prezioso per noi, una delle colonne portanti. Il tuo sorriso, la tua lealtà, il tuo ricordo saranno sempre con noi, così come i lanci. Un’ultima carezza sul tuo volto, ti vogliamo bene».

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Il parroco della Collegiata, don Franco, ha ricordato: «Quando si punta in alto abbiamo una certa paura, non possiamo nemmeno immaginare quanto ci aspetta, se siamo soli ci possiamo anche scoraggiare, in questi momenti abbiamo bisogno di tanta forza e di tanta speranza. La passione di Maurizio che lo ha sostenuto, il suo incontro con chi gli ha dato la vita, che risposta possiamo dare. Non c’è una risposta, dobbiamo farci forza tra noi, per lui che voleva puntare in alto deve essere un momento di festa, di comunione, fare tesoro di quello che Maurizio ci lascia, in tutto quello in cui ha creduto, ha sperato, impariamo anche noi a puntare in alto, le difficoltà a volte sono insormontabili ma se puntiamo in alto allora qualcosa otteniamo». Infine don Franco ha chiesto di fare silenzio «perchè il silenzio ci aiuta a entrare dentro di noi, un segno indelebile che ci accompagna».

Al funerale hanno partecipato diverse centinaia di persone. Al termine, in piazza, c’è stato l’applauso all’uscito dal feretro. La mamma ha chiamato ancora «Maurizio, Maurizio» mentre il padre ha ringraziato i presenti. Pandolfi faceva l’idraulico, e con il Cai stava facendo il corso per diventare istruttore. Sabato scorso il dramma mentre si trovava con una amica.

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