“I cento garibaldini maceratesi”
alla cantina di via Crispi

MACERATA - Venerdì verranno celebrati due eventi: il centenario dalla fondazione della cantina, l’ultima esistente in città, e l’affiliazione all’Associazione nazionale garibaldina “Giuseppe e Anita Garibaldi” di Roma. Il programma della giornata

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La comunità della Cantina di via Crispi

La Cantina di via Crispi, a Macerata, organizza la manifestazione “Miti centenari”, per celebrare due eventi significativi sia per il circolo che per la storia cittadina: il centenario dalla fondazione della cantina, l’ultima esistente a Macerata, e l’affiliazione all’Ang (Associazione nazionale garibaldina) “Giuseppe e Anita Garibaldi” di Roma, come sezione denominata “Cento garibaldini maceratesi”, in ricordo della legione che Garibaldi formò a Macerata e che risultò fondamentale nella vittoriosa battaglia di Porta San Pancrazio il 30 aprile 1849, nella capitale.

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Remiano Nori

Venerdì 14 ottobre il programma inizierà alle 18.30 con “Come parlano le cantine”, due racconti sulle cantine storiche regionali, narrate attraverso il racconto Chiedi al piccione di Remiano Nori, alla presenza dell’autore, e sulle cantine maceratesi, attraverso i ricordi del presidente del circolo ricreativo pensionati Lorenzo Longhi. Alle 19.30 avverrà la simbolica apposizione sulla porta della cantina della targa come sezione locale dell’Ang e a seguire si conoscerà la storia della permanenza in città dell’eroe dei due mondi, grazie all’incontro “Quando Garibaldi si fermò e formò una legione a Macerata”, a cura di Carmelo Capuano, presidente dell’istituto per la storia del Risorgimento italiano – comitato di Macerata. In serata, alle 21.30, il musicista Federico Cippitelli metterà in scena “Le Marche sporche di sudore”, un racconto in musica che, nelle intenzioni dell’autore, «vuole esprimere tutta la gratitudine e la riconoscenza che devo ad ognuno degli anziani che ha contribuito ad arricchire il mio bagaglio di musiche e canti tradizionali. Il titolo di questo spettacolo va a ricordare il sudore delle persone che hanno vissuto la muscia popolare in un contesto contadino che non ci appartiene più come prima, musica popolare che al giorno d’oggi ricopre un ruolo diverso nella vita di tutti i giorni mantenendo però la sua potenza sociale. Poche persone hanno avuto l’opportunità di arricchirsi per via diretta di tanto sapere popolare. Io nel mio piccolo sono stato un fortunato che ha potuto vivere, imparare e percepire canti, musiche, e balli della nostra stupenda terra, ma anche tanta ospitalità, rabbia, lacrime e sguardi che mi hanno portato a capire che non poteva trattarsi solo di musica».

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Federico Cippitelli con il suo Maestro

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Lorenzo Longhi

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Carmelo Capuano

Rilanciare quasi 100 anni di storia Si allarga la cantina di via Crispi (Foto)

 



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