Lo Sferisterio si riempie di pellegrini,
papa Francesco al telefono:
«Stanotte pregate per la pace»

MACERATA - Il pontefice ha chiamato prima della partenza per Loreto, il suo messaggio legato alla guerra in Ucraina. Il cardinale Matteo Maria Zuppi: «L'amore è più forte del male e diventa costruzione di quel "Fratelli tutti" che è l'unica via perché il mondo non si distrugga». Il vescovo Marconi: «La speranza non è ottimismo, è più umile, ma ben più salda». Il sindaco Parcaroli: «Una atmosfera bellissima, dove c’è amore si può risolvere tutto». Un migliaio i partecipanti, tra loro Elena Mazzola, fondatrice in Ucraina di una comunità per ragazzi disabili

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Lo Sferisterio ospita i pellegrini

di Alessandra Pierini (Foto di Fabio Falcioni)

«Chiedete la pace, camminando chiedete la pace per l’Ucraina e per la Russia». E’ la raccomandazione di papa Francesco nella telefonata ai pellegrini che questa notte cammineranno da Macerata a Loreto. Il pontefice ha voluto portare il suo consueto “abbraccio” quest’anno con ancora più affetto e dolcezza e all’ormai bene noto “Pregate per me” ha aggiunto un sentito “per favore”.

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L’ingresso in Arena

Se si fa eccezione per l’ormai immancabile telefonata, è in tutto inedita, pur essendo la 44esima, questa edizione del pellegrinaggio.

C’è la sacralità di sempre ma in una atmosfera più intima e raccolta. Significativo il servizio d’ordine ma non imponente come nelle ultime edizioni, quelle pre covid. Il tutto determinato sì dal numero molto più piccolo dei partecipanti (un migliaio) e dalla location (un composto Sferisterio anziché il prato dello stadio Helvia Recina) ma anche da una consapevolezza e da uno spirito diverso.
Una pandemia e una guerra hanno trasformato, non solo l’organizzazione logistica, ma il senso stesso della partecipazione a un pellegrinaggio, meno evento ma più profondamento coinvolgente.

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Il cardinale Matteo Maria Zuppi con il direttore Ermanno Calzolaio e il vescovo Nazzareno Marconi

«L’anno prossimo torneremo allo stadio – ha annunciato il direttore Ermanno Calzolaio – in questi mesi in tanti ci hanno espresso il loro dispiacere per non potere essere qui. Tanti si sono organizzati per seguire a distanza». E non poteva che essere questa 44esima edizione sul tema “A Dio tutto è possibile” avere come tema fondamentale la pace e l’amore.

L’amore richiamato dal sindaco di Macerata Sandro Parcaroli durante il suo saluto iniziale: «E’ questa una atmosfera bellissima – ha detto – come era bella una settimana fa quando al vostro posto c’erano bambini che cantavano l’opera. So che tra di voi ci sono pellegrini dall’Ucraina, io spero anche dalla Russia perché dove c’è amore si può risolvere tutto».

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Il cardinale Zuppi

Ha invitato a camminare insieme, sempre, il cardinale Matteo Maria Zuppi, nominato di recente presidente della Conferenza Episcopale Italiana. «La paura ci vuole persuadere – ha detto nella sua omelia – che è meglio stare fermi. Ci induce a pensare a noi stessi senza gli altri, a salvare noi stessi, magari cercando rassicuranti esperti che nutrono l’egocentrismo. Le risposte le troviamo solo camminando, aiutando a camminare, affidandoci allo Spirito che non farà mancare nulla. Camminare ci fa capire questa esperienza di fraternità, questa “carovana solidale, santo pellegrinaggio” che è la risposta alla pandemia. Il male divide. L’amore unisce». Ha parlato il cardinale di quanto la ricerca della casa di Maria sia fondamentale.

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Monsignor Giancarlo Vecerrica, l’ideatore del pellegrinaggio Macerata Loreto

«La casa è una sola – ha detto – Non ci sarà pace finché gli altri saranno un loro e non un noi. La pace non chiede vincitori né vinti, ma fratelli e sorelle che, nonostante le incomprensioni e le ferite del passato, camminino dal conflitto all’unità». Ha poi concluso: «Tutto può cambiare, l’amore è più forte del male e diventa costruzione di quel mondo “Fratelli tutti” che è l’unica via perché il mondo non si distrugga. Sempre con gioia».
A dare il benvenuto a don Matteo, così si fa chiamare il cardinale Zuppi, noto anche per essere un amante della bicicletta come mezzo per muoversi nella sua arcidiocesi, è stato il vescovo di Macerata monsignor Nazareno Marconi che ha inondato i pellegrini di speranza.

Pellegrinaggio2022_FF-20-325x217«La Speranza – ha detto – è una virtù preziosa, bella e difficile. Tanti la confondono con l’ottimismo di chi dice: «Andrà tutto bene!», ma questo non ha fondamenti, è poco più che un augurio che chi è spaventato si scambia, per non tremare troppo. La Speranza è più umile, ma ben più salda. La Speranza, ci ha insegnato Charles Péguy, «è una bambina che va ancora a scuola» e noi come lei, in un mondo in cui tutti si sentono “imparati”, vogliamo continuare ad andare a scuola da Maria Santissima per imparare che nulla è impossibile a Dio».

Cammineranno questa notte fino a Loreto anche Elena Mazzola, fondatrice in Ucraina di una comunità per ragazzi disabili, e due ragazze della comunità. Lei e le ragazze sono dovute scappare in Italia a causa della guerra. Dopo aver raccontato la sua esperienza ha testimoniato come non ha mai smesso, neanche per un attimo di credere in Dio: «Non è una ingenuità, noi questa sera andremo dalla madre di Gesù a chiedere la pace».

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Elena Mazzola

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Da destra: il presidente della Regione Francesco Acquaroli, il prefetto Flavio Ferdani, e il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli

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Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della Cri

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L’arrivo della fiaccola benedetta da Papa Francesco

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L’abbraccio tra i cardinali Zuppi e Menichelli

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