Francesca Spigarelli, docente di Economia Applicata, è in corsa nelle elezioni per scegliere il nuovo rettore
di Luca Patrassi
Elezioni per il rinnovo della carica di rettore dell’Università di Macerata, sessennio 2022-2028, si vota al Polo Pantaleoni il 29 giugno, alle 9,30 e, in caso di esito negativo, anche alle 15.
Nelle prime due votazioni il rettore è eletto a maggioranza assoluta degli aventi diritto. In caso di mancata elezione, si procederà il giorno successivo al ballottaggio fra i due candidati che avranno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità, si procede a nuove e immediate votazioni sino all’elezione. Hanno diritto al voto 203 professori di ruolo, 83 ricercatori, i 19 rappresentanti degli studenti nel Consiglio degli studenti, 285 tra componenti del personale tecnico-amministrativo bibliotecario e collaboratori esperti linguistici. Il voto di questa ultima categoria è conteggiato nella misura del 33%, quindi 94 voti in totale. Ciascun elettore può votare per un solo candidato Due i candidati, Francesca Spigarelli, docente di Economia Applicata del dipartimento di Giurisprudenza e John Francis McCourt, docente di letteratura inglese nel dipartimento di Studi Umanistici. Ad aprire la serie delle interviste è la prof Francesca Spigarelli.
E’ una delle poche prof candidata rettore a Macerata, è un vantaggio?
«La mia non è una candidatura di genere. E’ frutto di un lungo percorso professionale e di un forte senso di appartenenza all’istituzione. Essere donna rafforza il mio disegno di innovazione. La questione di genere non è un problema del mondo femminile. E’ un problema dell’intera società perché investe la qualità della decisione, specie della decisione pubblica. Una decisione assunta da un genere prevalente non potrà mai essere onnicomprensiva degli interessi implicati, del punto di vista e del diverso metodo di cui è portatrice una parte rilevante dei suoi componenti. Mi piace molto ricordare una frase di Ruth Ginsburg: “le donne appartengono a tutti i luoghi in cui vengono prese le decisioni. Non dovrebbero essere l’eccezione”».
Che sensazioni ha in questo avvio di campagna elettorale?
«Auspico una campagna che guardi alle competenze ed alle attitudini dei candidati, oltre che alla solidità dei programmi e delle linee programmatiche indicate. Spero che ciò che di peggiore può emergere nei momenti di competizione elettorale resti lontano da questo confronto. Dobbiamo salvaguardare la libertà di pensiero ed il pluralismo che costituiscono valori irrinunciabili».
Insegna Economia a Giurisprudenza, si parte da un Dipartimento per fare gioco di squadra o si devono sempre fare i conti con il peso e le richieste dei vari settori?
«Il gioco di squadra è fondamentale, sempre. Il nostro è un “umanesimo” plurale. Siamo un ateneo che vede nella valorizzazione delle scienze umane e sociali un tratto distintivo e nella capacità di inclusione un valore fondante. Inclusione è un termine molto ampio, che possiamo declinare in relazione alla valorizzazione delle persone (nel rispetto delle persone e delle loro competenze) ed alla valorizzazione di tutte le discipline che ruotano attorno alle scienze umane e sociali nel nostro ateneo. Da economista che è cresciuta nel dipartimento di Giurisprudenza, ho imparato moltissimo a dialogare con i colleghi e a lavorare in squadra mettendo le mie competenze a servizio dello sviluppo del diritto e delle sue linee di innovazione. In ateneo ho cercato di favorire nella terza missione e nella implementazione delle politiche europee della ricerca il dialogo tra Dipartimenti, settori, discipline diverse. Abbiamo insieme realizzato progetti multidisciplinari, summer school, master, iniziative sul territorio che hanno fatto del dialogo tra diverse prospettive di ricerca e diversi approcci, anche metodologici, un punto fondamentale, un punto di forza. Quindi il coinvolgimento della squadra ed il dialogo tra settori, aree, dipartimenti sono una parte essenziale e caratterizzante del mio metodo di lavoro quotidiano».
Il rettore Francesco Adornato
Ha già avuto ruoli di vertice in Unimc, ha firmato anche diversi progetti. Spigarelli è un brand autonomo o si richiama alla linea di chi l’ha preceduta?
«Ho avuto responsabilità di ateneo negli ultimi 10 anni. Ho attraversato due mandati rettorali diversi, imparando moltissimo. Ho imparato, ho lavorato, ho conosciuto nel profondo le articolazioni del nostro Ateneo e il suo modo di lavorare e anche di trasformarsi, di eccellere e anche di sbandare a volte. Da questo ho maturato una consapevolezza tutta mia ed ho proposto un programma e delle linee di sviluppo frutto della mia personale sensibilità e di un confronto aperto che non ha lasciato indietro nessuno. La mia è una candidatura autonoma e indipendente: nessuno è la copia di altri. Il segnale di autonomia totale l’ho dato ed è sotto gli occhi di tutti: la mia visione innovativa di università è descritta nero su bianco nel mio programma, perfettamente immerso nel contemporaneo, che individua nel dettaglio azioni specifiche, processi e metodi del tutto diversi dal passato».
Non solo didattica, sul fronte dei servizi agli studenti c’è da migliorare iniziando dagli alloggi (pochi) finendo con lo sport. Ha qualche idea?
«Ho dedicato una attenzione particolare, come giusto che sia, al diritto allo studio. E’ questa la prospettiva da cui intendo partire. Soddisfare le esigenze di un’ottima didattica e di un sistema di servizi per i nostri giovani rappresenta un nostro dovere e un “loro” diritto. Tra i pro rettori/rettici ho indicato una persona che sarà garante e presidio costante di questa prospettiva. In primo luogo, reputo fondamentale allineare le azioni di Ateneo per il diritto allo studio alle politiche regionali (alle azioni dell’Erdis in particolare), così da realizzare un’offerta integrata. Occorre lavorare in sinergia con il Comune, la Provincia e le istituzioni regionali per offrire agli studenti opportunità (anche in termini di borse di studio) ed agevolazioni che consentano di vivere al meglio la vita universitaria. Occorrono più spazi per vivere meglio l’esperienza universitaria, incluse ovviamente le residenze, più servizi ad iniziare dai trasporti (guardando alle buone prassi di servizi gratuiti messi a disposizione da altri atenei), più iniziative per promuovere anche eventi culturali e di socialità promossi dagli studenti (anche qui guardando alle buone prassi di altri atenei che finanziano con bandi ad hoc attività degli studenti). Lo sport è uno degli aspetti su cui da subito lavorare. E’ sia un servizio importante per studentesse e studenti, che devono poter accedere gratuitamente alle opportunità offerte da un rinnovato Centro Universitario Sportivo, ma è anche funzionale a consolidare il senso di appartenenza e la coesione, anche rispetto a tutto il personale Unimc».
Si parla di internazionalizzazione, di innovazione, ma qualche volta si finisce con il fare battaglie di corto respiro. Quale è il taglio che vuol dare a Unimc?
«Ho intitolato il mio programma “L’Europa per innovare, l’umanesimo per eccellere”. Il progetto è profondamente ispirato ai valori fondanti dell’Europa e della nostra Costituzione che ci debbono ispirare costantemente, sia nella visione sia nell’operato quotidiano. Vorrei promuovere una didattica di qualità, una ricerca di qualità, una terza missione internazionalmente riconosciuta poichè ispirata alla nostra vocazione. Vorrei riportare Unimc all’eccellenza, volando alto. Sono certa di avere il bagaglio adeguato per farlo».
Vota, con un peso ridotto, anche il personale tecnico-amministrativo. Che segnali coglie dai dipendenti?
«Colgo in tutti la consapevolezza di essere ad un punto di svolta, in periodo molto critico, in cui occorre riaffermare l’identità del nostro Ateneo, rinsaldare la collaborazione con gli atenei del territorio, guardando con ambizione al futuro. Sento molte ferite, molte situazioni di disagio che sono frutto anche (ma non solo) del periodo terribile che ci lasciamo alle spalle. L’esigenza di un cambio di passo è diffusa e trasversale. La condivido pienamente e sono certa che, con il lavoro di squadra che intendo avviare, le mie azioni di governo potranno produrre i cambiamenti che servono. Il programma che ho proposto trova il suo baricentro nelle politiche per le risorse umane, ossia nei bisogni di tutte le persone che formano la nostra Comunità. In questo senso, intendo dedicare una attenzione prioritaria ad assicurare gratificazione e benessere a tutte le donne e gli uomini che lavorano per il nostro ateneo».
Cosa fa la candidata rettore quando non insegna? Non dica che lavora h24… Una passione, un hobby?
Mi piace viaggiare, moltissimo. Da sempre la scoperta di nuovi luoghi e la fotografia di volti e ritagli di vita di luoghi e culture diverse sono una mia passione. Ho viaggiato tantissimo sin da giovane. Amo andare alla scoperta di altre realtà, visitare i luoghi della cultura, della memoria, della storia e della natura. Oltre l’Italia, tra i viaggi più belli ricordo quelli in Siria (con la straordinaria Palmira), il Rajastan e l’Africa e la sua straordinaria e maestosa natura. Mi piace moltissimo camminare e pratico yoga. Vorrei praticare di più il tennis, ma dopo la maternità mi limito a guardarlo giocare».
Perchè votare Spigarelli?
«Vengo apprezzata per il mio modo di lavorare e per la capacità di associare alla visione politica ed all’ambizione di lungo termine delle linee programmatiche chiare e consapevoli, radicate su azioni specifiche e sulla conoscenza del contesto sia locale, sia nazionale ed internazionale».
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