«Sarebbe un atto nobile e dovuto
intitolare una via a Wladimiro Tulli»

MACERATA - Guido Garufi si appella al sindaco Parcaroli e al Consiglio comunale: «Questa mia proposta ha una genesi romantica ed anche culturale, nella sua versione politica. La nostra storia, a partire dagli anni ’40 è stata tutta, e senza intermittenze, attraversata da Tulli»

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Guido Garufi

 

di Guido Garufi*

Questa mia proposta rivolta a Sandro Parcaroli, sindaco della nostra città e al Consiglio comunale, ha una genesi romantica ed anche culturale, nella sua versione politica. Non è di parte perché, ritengo, possa riguardare tutti, senza alcuna riserva. Mi riferisco a Wladimiro Tulli di cui l’assessorato alla Cultura si è recentemente occupato con mostre, magistralmente curate dall’amico Professor Roberto Cresti. Va segnalato che anche le precedenti amministrazioni sono state “vicine” a Wladimiro. Non vi è dubbio, dunque, che Macerata non abbia come si dice oggi orribilmente “attenzionato” questo nostro grande artista. Dicevo della genesi romantica del mio appello: correvano gli anni cinquanta, avrò avuto sei o sette anni, e nella camera di mio padre Ugo e di mia madre Alba, vi era una riproduzione in olio della Madonna della Seggiola, di Raffaello. La tela era abrasa e una zona aveva perso il colore. Mio padre conosceva l’allora trentenne Wladimiro, eravamo vicinissimi di casa, e fu lui a restaurala. Segue la storia profondamente ininterrotta di Tulli, tra noi e all’estero.

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Wladimiro Tulli

Una storia, vorrei chiamarla, di “aeropittura”, con questo volendo significare non tanto un “segmento” della sua espressione artistica, quanto, a mio avviso, un inesausto “futurismo”( non nella forma ma nell’anima ) che lo ha accompagnato tutta la vita. Energia, colore, dinamismo, sono i tratti di una vitalità inesausta, un “motore” che ha giovato , ne sono sicuro , a noi, “distesi sulla collina come un vecchio addormentato”. Si direbbe che il segno e il colore di Tulli, per natura, siano antidepressivi senza alcuna controindicazione. La storia, la nostra storia, a partire dagli anni ’40 è stata tutta, e senza intermittenze, attraversata da Tulli, a partire dalla vecchia Brigata amici dell’arte e dall’infaticabile opera di Elverio Maurizi che ha permesso di acquisire al Comune una non piccola galleria di arte contemporanea. L’arte è necessaria, quella che raggiunge il cuore, quella che invia senso ed orizzonte alla vita. Wladimiro Tulli lo ha fatto, con generosità e “innata” espressività, ha combattuto contro la “noia e l’abbandono” consentendo all’arcipelago di tanti “pictores” attuali di proseguire quel tragitto vitale. Non è poco. Sarebbe, ritengo, un atto nobile e dovuto, intestare a lui una via o, se si vuole, una epigrafe collocata presso la casa dove nacque.

*Poeta ed ex consigliere comunale



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