Rete “Uffici prossimità”,
«temo sia destinata a fallire»

GIUSTIZIA - L'avvocato Pier Paolo Persichini sulla proposta della Regione: «Da consigliere dell'Ordine avevo avviato qualcosa di simile con uno sportello che alla fine venne chiuso. Qualsiasi iniziativa si vada a fare o a proporre, come fosse una specie di intermediario tra il cittadino e il sistema giustizia, temo sia inutile»

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Pier Paolo Persichini

 

Intervento a firma dell’avvocato Pier Paolo Persichini

Promuovere un servizio di giustizia più vicino al cittadino e al contempo decongestionare gli uffici giudiziari da alcuni procedimenti, attraverso una rete di “Uffici di Prossimità”. Sono queste le finalità che si propone la Regione, con la creazione di veri e propri punti di contatto degli uffici giudiziari, dislocati sul territorio, dove i cittadini possono ricevere gratuitamente da personale qualificato informazioni e chiarimenti su specifiche materie di competenza del giudice tutelare e accesso a servizi decentrati. Qualche esempio di procedure per cui ci si potrà rivolgere a tali uffici: volontaria giurisdizione, tutela e curatela, amministratore di sostegno, rilascio di documenti per l’espatrio, accesso alla modulistica per l’accesso ai servizi della Giustizia civile e penale, nei casi in cui non sussiste l’obbligo del patrocinio legale, in modo da semplificare l’espletamento dei servizi della giustizia, integrandola con i servizi offerti ai cittadini in ambito intercomunale. Seppur apprezzabile l’iniziativa e condivisibile in linea teorica, mi permetto di fare alcune personali considerazioni invece riguardo la concreta funzionalità dell’Ufficio di Prossimità.

Anni fa, mi occupai, in qualità di consigliere dell’Ordine degli avvocati di Macerata, di un’iniziativa molto simile a quella proposta dalla Regione, che si chiamava “Lo sportello del cittadino”. Aveva le medesime finalità: avvicinare il cittadino alla giustizia, dare un servizio all’utenza che potesse servire a rendere più agevole l’accesso alla giustizia in tutte le sue forme ed eccezioni. Nonostante l’impegno del sottoscritto, all’epoca responsabile del progetto, e di quanti, colleghi, si avvicendarono con lui, dopo 4 anni di vita, lo sportello venne purtroppo chiuso e la sua attività definitivamente abbondonata.

Perché? Le ragioni furono diverse, ma la principale fu che l’iniziativa non sortì l’effetto sperato e voluto da chi lo aveva pensato: l’utente si aspettava che lo sportello fornisse “consulenze legali” gratuite, o che servisse per verificare se l’attività difensiva ricevuta fosse stata all’altezza, e non altro, non quello che si voleva offrire al cittadino con lo sportello. Ora, con questo non voglio dire che la stessa sorte spetterà all’Ufficio di Prossimità, solo che l’ambizioso progetto non avrà vita facile, perché gli utenti si aspetteranno altro, perché comunque credere che con un’iniziativa del genere si possa in qualche modo intervenire, migliorando, il sistema giustizia, è utopico: l’universo giustizia è regolato da altre leggi, altri sistemi lo governano, e, se veramente si vuole dare risposta alla domanda di giustizia, altrove bisogna intervenire: la conciliazione o mediazione che sia andrebbe incentivata perché sia soluzione più conveniente, rapida ed efficace, per risolvere una controversia giudiziaria; l’organico dei giudici andrebbe aumentato e parametrato al numero di fascicoli che intasano le cancellerie dei tribunali; ricordiamoci che il processo civile è regolato da norme che se rispettate determinerebbero tempi di conclusione dei giudizi rapidi ed in linea con quelli degli altri paesi europei e comunque conformi ai principi del giusto processo. Temo che qualsiasi iniziativa si vada a fare o a proporre, come fosse una specie di intermediario tra il cittadino e il sistema giustizia sia inutile, perché al di là della buona fede di chi la propone e dell’impegno che possa metterci, la cosa sarà, per sua natura, destinata a fallire per i motivi che ho già espresso. Capisco e comprendo che chi opera non ha altri strumenti a disposizione, visto che la giustizia non può che essere gestita dallo Stato, ma credere che con un ufficio di prossimità si possa risolvere il problema giustizia, sinceramente, mi pare troppo.



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