Monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata
Monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, è stato eletto questa mattina presidente della Conferenza episcopale marchigiana. La Cem si è riunita a Loreto in sessione ordinaria. La nomina dopo il benvenuto al nuovo arcivescovo di Pesaro Sandro Salvucci, e la presa d’atto delle dimissioni da presidente della Cem di monsignor Piero Coccia. «Al neoeletto – si legge in una nota – i confratelli hanno rivolto l’augurio di buon lavoro assicurando la loro fraterna e intensa collaborazione». La carica viene attribuita a rotazione e dura 5 anni.
«I vescovi hanno bisogno di coordinarsi – spiega Monsignor Marconi – e scelgono un presidente che li rappresenta anche nei rapporti col mondo istituzionale e civile – poi precisa – Nella Chiesa autorità vuol dire fatica, io resto io, il mio carattere non si cambia». Il suo nuovo ruolo comunque può essere importante per la diocesi che rappresenta: «E’ un segno di attenzione a Macerata e alla nostra diocesi, se serve a dire che siamo un posto importante nelle Marche, allora sono contento di avere dato questa soddisfazione ai maceratesi».
Vive felicitazioni al proprio pastore dalla diocesi di Macerata. «Con tale titolo egli entra di diritto a far parte del Consiglio permanente della Cei. Siamo certi che la sua intelligenza pastorale, la determinazione operativa, la volontà di collaborazione troveranno ampio spazio in cui esprimersi, imprimendo rinnovato slancio alla presenza e alla capacità testimoniale della Chiesa marchigiana. L’intera diocesi offre la propria disponibilità per sostenere il nuovo impegno del suo pastore».
(a.p.)
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Complimenti ed auguri vivissimi. Un prete del nostro tempo nello scranno più alto. Ne deriverà solo del bene.
Secondo me nel futuro fara’ carriera in umiltà e non e’ quel precedente vescovo di MACERATA che era veramente un politico.
Congratulazioni, Eccellenza. Spero per Macerata di non perderla, ma sono contento per le Marche.
Il naturale primo step per un uomo molto politico ed in moltissime situazioni ben poco attento alle cose di spirito o alle esigenze e richieste della comunità e delle parrocchie.