«Richiesta sussidio dell’assessore?
La giunta non ha fatto modifiche,
tutto avvenuto secondo la legge»

POTENZA PICENA - La sindaca Noemi Tartabini replica al Pd in merito all’erogazione di un contributo economico statale di cui ha fatto richiesta uno degli assessori. «Recepita come trasmessa dagli uffici. Nessuna procedura scorretta, non c'era motivo perché si astenesse dal votare. I consiglieri possono accedere agli atti per verificare gli iter, non per diffondere informazioni incomplete e distorte»

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Il sindaco Noemi Tartabini

 

«Il Pd getta un’ombra ingiustificata non solo sull’operato della giunta ma anche su quello degli uffici comunali competenti. Nessuna modifica alla delibera sul contributo a sostegno delle famiglie, recepita come era stata istruita dagli uffici», così il sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini, in risposta agli esponenti del Partito democratico che nei giorni scorsi ha sollevato la questione della votazione di una misura a sostegno delle famiglie che era stata votata da un assessore che poi aveva fatto richiesta del contributo. L’amministrazione spiega: «Nella delibera relativa alle misure urgenti di solidarietà alimentare e di sostegno alle famiglie per il pagamento dei canoni di locazione e delle utenze, la giunta ha recepito, senza modifica alcuna, l’istruttoria da parte degli uffici competenti, in questo caso servizi finanziari e sociali, per poi procedere con il voto. Non c’è stata alcuna procedura scorretta e sui requisiti economici di accesso ai benefici ci si è attenuti a tali linee di indirizzo. La presenza del segretario generale durante la votazione è massima garanzia che tutto è avvenuto secondo legge. Pertanto, per quale motivo l’assessore, che poi ha fatto richiesta del sussidio, avrebbe dovuto rinunciare alla votazione, venendo così meno al ruolo per cui è stato eletto? Se una persona, qualsiasi ruolo essa rivesta, arriva a chiedere un contributo per il pagamento delle utenze domestiche, significa che c’è una reale esigenza. E su questo fronte serve rispetto».

Poi la riflessione sull’accesso agli atti e sul ruolo dei consiglieri. «I consiglieri hanno pieno diritto di poter accedere agli atti al fine di verificare la correttezza delle procedure. Ben altra cosa è invece utilizzare il proprio ruolo di garanzia e controllo per diffondere notizie incomplete e distorte. Per un titolo sui giornali, il Partito Democratico ha calpestato la dignità delle persone. È chiaro che ci si è ben guardati dal rendere pubblico il nome dell’assessore in questione per evitare querele. Ma così facendo, cosa ancora più grave, è come se si fossero fatti esplicitamente i nomi di tutti e cinque gli assessori della nostra giunta. Si è andati oltre qualsiasi principio ed è stato pubblicamente fucilato chi non aveva colpe».

E di nuovo sui servizi sociali: «L’articolo 2, comma 6 dell’ordinanza della Protezione Civile relativa ai sussidi economici in oggetto, demanda all’ufficio servizi sociali di ciascun Comune l’individuazione della platea dei beneficiari. Funzionari e assistenti sociali conoscono benissimo le situazioni economiche del nostro territorio. Ribadisco che, anche per i requisiti di ammissione al beneficio che, lo ricordo, è statale, ci si avvale dell’indirizzo dato dagli stessi servizi sociali. Nel nostro caso tali requisiti sono stati stabiliti per cercare di includere la più ampia platea possibile. Se anche si fosse abbassato il requisito economico essenziale (Isee), l’assessore in questione sarebbe comunque rientrato nel beneficio e avremmo al contrario ottenuto un restringimento dei destinatari del sussidio. Sono tanti i cittadini che in questo momento storico vivono nella difficoltà. Cittadini che oggi, a causa dell’atteggiamento vergognoso del Partito Democratico potrebbero essere scoraggiati a fare richiesta di sostegno».

«Assessore vota i criteri per il contributo e lui stesso lo percepisce: inaccettabile»



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