Interrogazione sulla dirigente dell’Av3:
«Negati diritti a infermieri e oss,
ora c’è volontà di invertire la rotta»

IL CASO - La Regione sta esaminando l'operato di chi dirige il Servizio delle professioni sanitarie dell'Area vasta 3. La Uil Fpl: «Rappresenta indubbiamente un punto fermo che ha fatto aprire meglio gli occhi a tutto il personale. All'inizio della pandemia minacce di procedimento disciplinare per chi aveva preso l’iniziativa di indossare una mascherina. Ci siamo battuti e non abbiamo smesso di crederci, ora qualcosa sta cambiando»

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Marcello Evangelista

 

Interrogazione in Regione sull’operato della dirigente del Servizio delle professioni sanitarie dell’Area vasta 3, la Uil Fpl: «rappresenta indubbiamente un punto fermo che ha fatto aprire meglio gli occhi a tutto il personale dell’Area Vasta 3 che sta toccando con mano quanto sia decisa la volontà di invertire la rotta rispetto al passato per porre decisamente fine ad una situazione di malessere diffuso che investe principalmente tanti infermieri e oss che si sono visti negare fin quasi al paradosso i propri diritti». Il sindacato, guidato a livello regionale da Marcello Evangelista, entra nello specifico della vicenda: «per capire bene di cosa si parla, basterebbe solo ricordare quello che è successo nella prima difficile fase della pandemia. In quella circostanza si è persino arrivati a minacciare di procedimento disciplinare chi, benché lasciato da solo a fronteggiare l’emergenza che ha colto tutti alla sprovvista, aveva preso l’iniziativa di indossare una mascherina per proteggere meglio se stesso e gli utenti – continua il sindacato -. Una situazione che si trascina da molti anni nel silenzio colpevole di chi non ha mai voluto per comodità o convenienza prendere le distanze da essa e intervenire con fermezza. Per tanto tempo le nostre segnalazioni e le nostre ferme denunce sono per lo più cadute nel vuoto di un sistema complice. Un vero e proprio muro, un misto di paura, ostilità e di diffidenza si è alzato fra i molti colleghi e il Servizio delle professioni sanitarie a cui purtroppo ha fatto da sfondo il silenzio imbarazzante di tanti sindacati. Primi tra tutti quelli che a parole dicono di rappresentare gli infermieri meglio degli altri ma poi non spendono neanche una riga per censuare questi fatti. E adesso che anche l’attuale direzione dell’Area Vasta 3 sta intervenendo decisamente per fare luce e porre rimedio agli effetti di una gestione profondamente autoreferenziale e perciò non più tollerabile si fa strada in noi la convinta consapevolezza che questo momento segna in realtà una svolta decisiva per tutto il personale».

Il sindacato parla di una svolta «che dovrà mettere definitivamente al bando situazioni analoghe che purtroppo potremmo trovare anche in altri contesti per ristabilire decisamente un clima di serenità e fiducia reciproca. A prescindere da quelle che saranno le decisioni che verranno prese rispetto a questa vicenda in particolare, il solo fatto che si sia riusciti a portare sotto i riflettori e ad iniziare a mettere in discussione apertamente una conduzione della cosa pubblica fonte di tanti disagi e perciò apertamente criticata, restituisce piena dignità a tutti i lavoratori dell’Area Vasta 3 e non solo. Chi come noi in questi anni si è battuto e non ha mai smesso di crederci e si è preso i propri rischi oggi può ben spendersi il fatto che in Area Vasta 3 qualcosa, pur tra tante resistenze ancora, sta pian piano cambiando. Molti di noi ci hanno creduto e ci hanno messo la loro faccia. Ed è così che negli ultimi mesi, dopo anni di stallo, è ripresa con nostra piena soddisfazione una negoziazione degna di questo nome che ha reso possibile la sottoscrizione del contratto integrativo 2021 che oltre ad avere il merito di far ripartire la mobilità del personale sanitario e, a seguire, anche quella del restante personale come gli amministrativi, ha fatto registrare una serie di nuove e importanti aperture da parte della attuale direzione che peraltro si sta già rendendo disponibile ad avviare il confronto sul fabbisogno del personale e sul piano occupazionale, oltre che sul diritto alla mensa e sull’orario di lavoro». Questioni che secondo il sindacato restituiranno un ambiente di lavoro migliore a persone a cui «è affidato uno dei compiti più alti: il compito di “prendersi cura” e di assistere chi è più fragile e che soffre perché malato. Come tali, meritano sicuramente maggiore riconoscenza ma soprattutto tanto, tanto rispetto in più a partire proprio dai diretti superiori. Come del resto lo meritano tutti i colleghi della sanità privata e del terzo settore e delle Autonomie locali che svolgono compiti identici o analoghi. Per sottolineare e ribadire la necessità di questo impegno proprio questa mattina una nostra delegazione, nell’ambito della mobilitazione nazionale promossa da Cigl, Cisl, Uil sarà dal prefetto per ricordare al Governo che è questo il momento per dare risposte concrete mettendo a disposizione e dedicando risorse vere e soprattutto più adeguate da destinare ad un rapido rinnovo dei contratti già scaduti».

 

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