Morto il brigadiere Perniola,
stroncato a 56 anni da un male:
«Grande perdita per l’Arma e Recanati»

DOLORE - Giovanni Perniola si è spento nella notte. Per trent'anni è stato in servizio nella città leopardiana. Il colonnello Nicola Candido: «Persona in gamba e dalle doti umane non comuni». Il sindaco Bravi: «Solare e sempre disponibile». La malattia lo ha consumato in pochi mesi, diceva: «C'è da combattere». Lascia la moglie e i due figli. Il funerale domani (21 marzo) in duomo

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Giovanni Perniola

 

di Gianluca Ginella

Recanati era diventata la sua seconda casa, ci viveva da trent’anni dopo aver finito il corso per carabinieri e aver lasciato la sua terra, la Puglia, nel 1992. Da allora, salvo una breve parentesi a Porto Recanati, Giovanni Perniola viveva nella città leopardiana e dove ha sempre prestato servizio nella stazione dei carabinieri, salvo una breve parentesi. Poi la malattia, che lo ha colpito negli ultimi mesi. «C’è da combattere» diceva a chi lo conosceva. E lo ha fatto ma il male alla fine ha avuto il sopravvento. È morto questa notte a 56 anni il brigadiere capo carica speciale Giovanni Perniola. Un epilogo drammatico di una malattia che in pochi mesi lo ha consumato. Sempre sorridente e dalla battuta pronta Perniola era stimato dai colleghi per le sue doti umane, non comuni. Per primo è il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Nicola Candido, a riconoscere le doti di Perniola: «una colonna della stazione di Recanati – dice -, una persona dalle qualità umane non comuni. Una persona molto in gamba, solare, sempre allegra. Tutto è avvenuto in pochi mesi, si passa dall’avere problemi al non farcela: lascia l’amaro in bocca. È veramente una grande perdita per noi e per tutta la comunità di Recanati». La città leopardiana era ormai la sua città, ci aveva vissuto dal 1992 e l’aveva lasciata solo un paio di anni nel 2010 e 2011 quando era stato in servizio a Porto Recanati. «Una brava persona, molto disponibile e solare, nel suo lavoro ci si parlava benissimo e ascoltava qualunque richiesta venisse fatta. Siamo rimasti sorpresi da questa accelerazione della malattia» dice il sindaco Antonio Bravi.

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Giovanni Perniola

Perniola, originario di Sant’Eramo in Colle, in provincia di Bari. Si era arruolato si è arruolato quale allievo carabiniere nel dicembre del 1986. Al termine del corso di formazione è stato assegnato alla stazione carabinieri di Reggio Calabria Principale. Dal febbraio 1992 si è trasferito a Recanati. Nel corso della sua carriera aveva ricevuto due encomi. Nel 2013 per le indagini su di un omicidio avvenuto a Porto Recanati nel 2011, e nel 2019 per le indagini sulla morte della 19enne Azka Riaz. In particolare aveva curato le indagini relative ai maltrattamenti che la ragazza avrebbe subito dal padre, indagini decisive per consentire di ricostruire il quadro dell’incidente stradale in cui la ragazza aveva perso la vita. Incidente stradale che in realtà non ci sarebbe stato, in base a quanto hanno definito i processi di primo e secondo grado dove Muhammad Riaz, padre della 19enne pakistana, è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario.

Domani (21 marzo) ci sarà il funerale di Perniola, alle 15,30 in duomo. In tanti si stringeranno al dolore della moglie, Rosa, e dei due figli Mirco, 28 anni, e Stefano, 24, e daranno l’ultimo saluto ad un uomo che per trent’anni i recanatesi hanno trovato pronto ad aiutarli quando avevano bisogno.

(Ultimo aggiornamento alle 14,05)



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