di Gianluca Ginella
Recanati era diventata la sua seconda casa, ci viveva da trent’anni dopo aver finito il corso per carabinieri e aver lasciato la sua terra, la Puglia, nel 1992. Da allora, salvo una breve parentesi a Porto Recanati, Giovanni Perniola viveva nella città leopardiana e dove ha sempre prestato servizio nella stazione dei carabinieri, salvo una breve parentesi. Poi la malattia, che lo ha colpito negli ultimi mesi. «C’è da combattere» diceva a chi lo conosceva. E lo ha fatto ma il male alla fine ha avuto il sopravvento. È morto questa notte a 56 anni il brigadiere capo carica speciale Giovanni Perniola. Un epilogo drammatico di una malattia che in pochi mesi lo ha consumato. Sempre sorridente e dalla battuta pronta Perniola era stimato dai colleghi per le sue doti umane, non comuni. Per primo è il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Nicola Candido, a riconoscere le doti di Perniola: «una colonna della stazione di Recanati – dice -, una persona dalle qualità umane non comuni. Una persona molto in gamba, solare, sempre allegra. Tutto è avvenuto in pochi mesi, si passa dall’avere problemi al non farcela: lascia l’amaro in bocca. È veramente una grande perdita per noi e per tutta la comunità di Recanati». La città leopardiana era ormai la sua città, ci aveva vissuto dal 1992 e l’aveva lasciata solo un paio di anni nel 2010 e 2011 quando era stato in servizio a Porto Recanati. «Una brava persona, molto disponibile e solare, nel suo lavoro ci si parlava benissimo e ascoltava qualunque richiesta venisse fatta. Siamo rimasti sorpresi da questa accelerazione della malattia» dice il sindaco Antonio Bravi.
Perniola, originario di Sant’Eramo in Colle, in provincia di Bari. Si era arruolato si è arruolato quale allievo carabiniere nel dicembre del 1986. Al termine del corso di formazione è stato assegnato alla stazione carabinieri di Reggio Calabria Principale. Dal febbraio 1992 si è trasferito a Recanati. Nel corso della sua carriera aveva ricevuto due encomi. Nel 2013 per le indagini su di un omicidio avvenuto a Porto Recanati nel 2011, e nel 2019 per le indagini sulla morte della 19enne Azka Riaz. In particolare aveva curato le indagini relative ai maltrattamenti che la ragazza avrebbe subito dal padre, indagini decisive per consentire di ricostruire il quadro dell’incidente stradale in cui la ragazza aveva perso la vita. Incidente stradale che in realtà non ci sarebbe stato, in base a quanto hanno definito i processi di primo e secondo grado dove Muhammad Riaz, padre della 19enne pakistana, è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario.
Domani (21 marzo) ci sarà il funerale di Perniola, alle 15,30 in duomo. In tanti si stringeranno al dolore della moglie, Rosa, e dei due figli Mirco, 28 anni, e Stefano, 24, e daranno l’ultimo saluto ad un uomo che per trent’anni i recanatesi hanno trovato pronto ad aiutarli quando avevano bisogno.
(Ultimo aggiornamento alle 14,05)
Condoglianze alla famiglia
R.I.P
Sembra ieri eppure sono passati più di 35 anni dalla prima volta che ci siamo visti alla scuola allievi di Benevento (3 dicembre 1986) . Un forte abbraccio Giovanni
Condoglianze
Riposa in pace Giovanni avevi sempre una parola per tutti condoglianze alla famiglia
Rip
Riposa in pace
Rip
condoglianze alla famiglia
Riposa in. pace Sentite condoglianze alla famiglia
Sentite condoglianze alla famiglia
Condoglianze alla famiglia
Riposa in pace
Riposa in pace
R. I. P
R.I.P.
eh signore
Sentite condoglianze.... Ci lascia una gran brava persona
Condoglianze
R i p
R.I.P
R. I. P
Riposa in pace caro Giovanni
Le più sentite condoglianze Rosa
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R.I.P. nell’alto dei cieli, sicuramente sarai sempre al fianco dei tuoi cari, sentite condoglianze alla famiglia e all’ Arma dei Carabinieri.