di Gianluca Ginella
Una maxi operazione contro lo spaccio di droga con 23 persone che erano finiti in manette, una sottoposta ad obbligo di firma, e altre indagate. Con l’operazione Daraga, il comando provinciale dei carabinieri aveva ricostruito la filiera dello spaccio all’Hotel House di Porto Recanati. Questa mattina l’udienza preliminare per 39 persone, con 10 rinvii a giudizio, 2 proscioglimenti, 19 persone che hanno optato per un rito alternativo e altre irreribili.
La mattina del 17 dicembre i carabinieri avevano tirato le somme dell’indagine dando esecuzione a 24 misure cautelari di cui 23 in carcere e un obbligo di firma. Quella mattina una colonna di auto dei carabinieri era entrata a sirene spiegate nel centro storico di Macerata con direzione la caserma di via XX Settembre. Lì erano stati portati gli arrestati (il mandato era firmato dal gip Giovanni Manzoni). Secondo la procura gli arrestati (pakistani e afhgani) facevano parte, di una filiera criminale dedita allo spaccio di eroina in provincia. Le principali basi logistiche, per nascondere la droga che poi doveva essere tagliata, erano l’Hotel House di Porto Recanati, un casolare di Montecassiano e un’abitazione di Potenza Picena. L’operazione era nata da una attività investigativa del settembre 2019, a Potenza Picena. In quel caso i carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Macerata avevano condotto indagini su di un pakistano, M. A., che con alcuni connazionali faceva arrivare da fuori regione la droga, per poi tagliarla, confezionarla e venderla sul mercato. Pedinamenti, servizi di osservazione, intercettazioni telefoniche, ambientali, localizzazioni satellitari di precisione, riprese video e fotografiche avevano permesso ai carabinieri di ricostruire un traffico di eroina in provincia.
La droga arrivava sia dall’Afghanistan che dal Pakistan, passando per la Grecia seguendo la rotta balcanica. Per evitare i controlli, l’eroina pura arrivava all’interno di confezioni di barrette di cioccolato, e di caramelle. Un altro metodo era il trasporto con dei corrieri che viaggiavano su mezzi pubblici e la nascondevano nei bagagli o sotto la suola delle scarpe. Altra opzione era quella di utilizzare gli ovulatori che ingerivano la droga per poterla far arrivare a destinazione. Nel corso delle indagini i carabinieri avevano fatto sequestri di eroina pura che avrebbe fruttato, secondo una stima degli inquirenti, circa 2 milioni di euro una volta tagliata.
Questa mattina al tribunale di Macerata si è svolta l’udienza preliminare (presente in aula il pm Enrico Barbieri). Due persone sono state prosciolte, dieci sono state rinviate a giudizio all’8 marzo, altre 19 hanno chiesto di fare riti alternativi (abbreviati e patteggiamenti, udienza il primo marzo del prossimo anno) e infine alcune posizioni sono state stralciate in quanto gli imputati sono irreperibili. Le dieci persone rinviate a giudizio sono Idrees Abbas, 34 anni, pakistano, Shoukat Ali, 35, pakistano, Shahbaz Ali, 34, pakistano, Shaiman Ul Haq, 43, pakistano, Matloob Hussain, 43 anni, pakistano, Javed Iqbal, 37, pakistano, Zeshan Javeeed, 33, pakistano, Hussain Muhammad Khan, 32, pakistnao, Shahid Muhammad Rana, 42, pakistano, Hameed Ullah, 25 anni, pakistano. A difendere le 39 persone imputate, tra gli altri, gli avvocati Emanuele Senesi, Nicola Piccinini, Vanni Vecchioli, Luciano Pacioni, Simone Mastraxia, Rossano Romagnoli, Massimo Pistelli, Mauro Chiariotti, Francesco Giorgio Laganà, Anna Maria Recchi, Alessandro Ciarrocchi.
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