Sparisce la metà dell’eredità:
indagati due avvocati
Sequestro di 1,5 milioni di euro

INDAGINE ULTIME VOLONTA' - I legali Emanuela Scoppa e Claudio Monterotti si sarebbero appropriati di parte di quanto lasciato da una 90enne di Civitanova, attraverso un presunto falso testamento. La procura parla anche di circonvenzione al figlio della donna. Il gip ha disposto il divieto di avvicinamento all'uomo e la sospensione dell'attività professionale per un anno per le pratiche relative alla vittima dei presunti fatti. Il legale degli indagati: «Siamo tranquilli e convinti che rovesceremo il giudizio»

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di Gianluca Ginella

Un milione e mezzo di euro spariti da una eredità: indagati due avvocati. Le contestazioni, a vario titolo, sono falsificazione di testamento e circonvenzione di incapace. I due legali indagati sono Emanuela Scoppa, 52 anni, e Claudio Monterotti, 69 anni, con studio a Civitanova. Il gip del tribunale di Macerata, alla luce delle indagini svolte dalla Guardia di finanza e coordinate dalla procura, ha disposto per i legali la sospensione per un anno dall’attività, limitatamente alla persona che sarebbe stata circonvenuta e il divieto di avvicinamento a questa. Il legale degli indagati: «Sentita solo una versione, rovesceremo il giudizio».

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Il tenente colonnello Massimiliano Bolognese

Si chiama Ultime volontà l’indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Macerata, diretto dal colonnello Massimiliano Bolognese, e che ha riguardato una grossa eredità lasciata da una donna ultranovantenne di Civitanova, che si è spenta nell’ottobre 2020. La donna, discendente di una importante famiglia civitanovese, aveva un solo figlio e a lui doveva andare l’eredità, di circa 3 milioni di euro, secondo quanto accertato dalla Finanza. Invece, quando si è aperta la successione, è venuto fuori, sempre in base a quanto accertato dalla Finanza, che la metà del patrimonio – in base alle volontà della donna morta che comparivano in un testamento olografo – era destinato ad un’avvocatessa. La professionista si era presentata dal notaio attestando la propria qualità di erede. La Finanza ha accertato che l’avvocatessa, una volta incamerati i beni mobili e immobili caduti nella successione, aveva da subito iniziato a disporne. L’avvocatessa, insieme ad un collega di studio, aveva in passato assistito l’anziana defunta per alcuni affari.

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Il procuratore Claudio Rastrelli

Dopo la morte della donna, i due legali avevano iniziato ad andare sempre più spesso a casa del figlio della donna, che aveva risentito della perdita della madre dal punto di vista fisico e psicologico. Dalle indagini della Finanza, condotte anche con intercettazioni ambientali e telefoniche, è emerso che gli indagati approfittando della condizione di debolezza del figlio della donna morta, attraverso una frequentazione assidua e costante, anche durante il lockdown, sarebbero riusciti a indurlo a firmare la procura generale verso uno di loro: in questo modo i due legali, sostengono gli inquirenti, hanno potuto agevolmente disporre dell’intero patrimonio. Per quanto riguarda il testamento in cui viene disposto che la metà dell’eredità della donna morta vada alla avvocatessa, la Finanza ritiene, in base ad alcune perizie grafologiche, che sia un falso. Due sono le ipotesi di reato. La prima è la falsità in testamento olografo e falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, questo reato viene contestato alla sola avvocatessa. Il secondo è la circonvenzione di incapace (contestato a entrambi gli indagati). Il gip del tribunale di Macerata, Domenico Potetti, accogliendo le richieste del sostituto Vincenzo Carusi e del procuratore facente funzioni Claudio Rastrelli, ha disposto a carico dei due avvocati: l’interdizione per un anno dalla professione per quanto riguarda le pratiche del figlio della donna morta, e il divieto di comunicazione e di avvicinamento all’uomo (mantenendo una distanza minima, da controllare con l’applicazione di braccialetti elettronici). Inoltre, è stato ordinato ed eseguito il sequestro preventivo di circa 1,5 milioni di euro, quelli che avrebbero dovuto andare al figlio della donna morta ma che l’avvocatessa avrebbe ottenuto grazie al presunto testamento falso.

Ad assistere Scoppa e Monterotti è l’avvocato Federico Valori. Il legale, contattato da Cronache Maceratesi, spiega: «Dalla lettura dell’ordinanza si evince, come logica vuole, che sia stata ascoltata solo la versione del denunciante (amministratore di sostegno del figlio della signora morta), che ha taciuto aspetti che riveleremo appena avremo contezza del presunto quadro probatorio e lo faremo quanto prima. Con la convinzione – continua il legale – che tutto questo non solo ridimensionerà ma rovescerà il giudizio. Siamo tranquilli e ci prepariamo a svolgere tutte le nostre difese e a sollevare questioni che fino ad oggi non sono state sollevate».

(Ultimo aggiornamento alle 21,40)



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