Blitz dei carabinieri in un tomaificio di Corridonia, trovati operai irregolari, 3 senza permesso di soggiorno, che erano impiegati in locali in pessime condizioni igienico sanitarie in una ditta che non avrebbe rispettato le norme sulla sicurezza: oltre 200mila euro di sanzioni e sequestro dei locali in uso alla ditta e delle attrezzature. Questa mattina a Corridonia i carabinieri della Compagnia di Macerata e del Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata sono entrati in una ditta di lavorazione delle tomaie.
Hanno identificato dieci lavoratori irregolari di cui 3 senza permesso di soggiorno. Gli operai erano impiegati a svolgere la lavorazione delle tomaie. I lavoratori identificati sono risultati tutti impiegati alle dipendenze di una giovane cinese che in assenza della titolare gestisce di fatto l’attività imprenditoriale. Altra questione accertata dai carabinieri riguarda le condizioni igienico sanitarie dei locali, ritenute pessime, in particolare gli spazi dedicati a punto di ristoro ed i servizi igienici. I militari hanno contestato inoltre il fatto che non ci fossero dispositivi di sicurezza e che la documentazione inerente la sicurezza nei luoghi di lavoro non è mai stata redatta. All’appello mancherebbero: documento di valutazione dei rischi, della sorveglianza sanitaria di tutti i lavoratori e della formazione degli stessi, dei dispositivi di protezione individuale, dell’attivazione del protocollo per il contrasto al Covid, della conformità dell’impianto elettrico, del piano di evacuazione e prevenzione incendi e dei dispositivi di protezione collettiva e individuale. Tutto sommato, tra lavoratori irregolari e assenza di documentazione sulla sicurezza, i carabinieri hanno fatto multe per oltre 200mila euro e hanno sequestrato i locali in uso alla ditta e tutte le attrezzature da lavoro utilizzate per la lavorazione delle tomaie.
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Questo modo cinese illegale e diffuso di fare impresa non è una risorsa ma una minaccia per le equivalenti imprese italiane che negli ultimi vent’anni, nel distretto fermano/maceratese della calzatura, hanno chiuso i battenti a centinaia per la concorrenza sleale dovuta ai prezzi più bassi praticati proprio per le illegalità praticate.
Però per sviare l’attenzione da questo problema prioritario per il futuro delle nostre imprese e quindi dell’occupazione, ci fanno “regalie” per restaurare una villa ed insediarci uno dei tanti Istituti Confucio presenti in Italia e nel mondo che sono solo un altro modo per propagandare ed ampliare la potenza economica a nostro discapito.
Fino a quando la CINA si comporta in questi modi:
VIA DELLA SETA…??? NO GRAZIE..!!!
…cinese!!? Ma che strano, di solito sono i primi a rispettare le regole, si, le loro!!! gv
Aspettate e sperate che la paghino !!!!
Già sarà sparito tutto : macchinari, merce ed operai, saranno già al lavoro altrove.