«La Cina è un Paese che non possiamo ignorare ma che dobbiamo affrontare e coinvolgere, sia in termini geopolitici, perché non c’è teatro di crisi per cui si possa prescindere da Pechino, ma anche per il fondamentale contributo che il dragone cinese può dare nell’affrontare sfide globali climatiche, sanitarie, economiche e di sicurezza».
Così l’ambasciatore d’Italia in Cina Luca Ferrari, collegato in video conferenza, ha ribadito l’importanza di un’adeguata formazione nei rapporti con il gigante asiatico, che possa assicurare il rispetto delle diversità culturali e, di conseguenza, delle diverse concezioni di valori. L’occasione è stata la cerimonia di chiusura della settima edizione del master in Global Management for China, la terza ad essere ospitata dall’Università di Macerata che fa parte dei cinque atenei organizzatori insieme alla Ca’ Foscari di Venezia, L’Orientale di Napoli, che riceve il testimone, l’Università Roma Tre e l’Università di Bergamo. La cerimonia, che si è svolta nei giorni scorsi, ha rappresentato il primo importante evento ospitato dalla rinnovata Villa Lauri, da luglio sede dell’Istituto Confucio e del China Center di Unimc. A fare gli onori di casa, il rettore Francesco Adornato, la direttrice del Master e del China Center Francesca Spigarelli, il presidente e il direttore dell’Istituto Confucio Luigi Lacchè e Giorgio Trentin insieme al professor Federico Antonelli, prossimo direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Pechino.
Una classe selezionata composta da 27 studenti provenienti da tutta Italia è giunta al termine di un percorso formativo rigoroso e specialistico, con una forte interazione con il mondo delle imprese, che ha permesso loro di svolgere tirocini in aziende e enti prestigiosi, in Italia e all’estero, nonostante la pandemia abbia limitato gli spostamenti nelle ultime edizioni. Per loro è stata organizzata anche una tavola rotonda sul confronto tra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il quattordicesimo Piano Quinquennale cinese con Marco Bettin della Fondazione Italia, Cina, Gianluca Sanpaolo di Unimc, Marco Di Tommaso dell’Università di Bologna, Danilo Falappa di Innoliving, Simone Padoan di Confapi Venezia, Guido Giacconi, vice presidente dell’Camera di commercio della Ue in Cina, Mariassunta Peci, direttrice del Servizio Unsco Beni Culturali, Claudio Petti dell’Università del Salento, Gianluca Giorgi di Esarobotics, Davide Cucino, presidente emerito della Euccc e Dederico Vitali di Faam. Ospite alla consegna dei diplomi, anche il professor Filippo Mignini, uno dei principali studiosi di Padre Matteo Ricci. Le aziende in partnership per gli stage: Dezan Shira Consulenza strategica, RENCO, Studio legale Wangjing & Associati, East Media Agenzia di comunicazione e marketing, Chic Italia Consulenza strategica, Tomassi Galanti, Samarkand Global, Hangar Design, Indiepub Srl, Confapi Venezia, Ministero della Cultura – Ufficio Unesco, Innoliving, Simonetta Spa, Scuola di Formazione – Fondazione Italia Cina, Brunello Cucinelli Azienda di moda, Alberto Fasciani (Impresa Calzaturiera) (Silvio Cardinali), Operames (Maurizio Fabrizio), Camera di Commercio Italo-Cinese, Milano, Gruppo XERA, PUNCH Torino azienda di ingegneria.
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Non ci dobbiamo mai dimenticare che tra i principi del Confucianesimo c’è la COERENZA, un termine poco applicato ed utilizzato nella nostra “cosiddetta” civiltà occidentale.
FEDERICO RAMPINI: “FERMARE PECHINO – CAPIRE LA CINA PER SALVARE L’OCCIDENTE”
Il titolo dell’ultimo libro, appena pubblicato per Mondadori, dice tutto sulla “GUERRA ECONOMICA”, praticata con varie tecniche, dalla CINA COMUNISTA che vuole l’egemonia mondiale favorita dallo stesso OCCIDENTE che l’11 dicembre 2001 ha commesso un errore madornale, facendola entrare nel WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), credendo di acquisire mercati delocalizzando la produzione per ridurre i costi invece, a distanza di 20 anni, si sta rivelando per quello che è: la pericolosa dipendenza dalla “fabbrica del mondo” la CINA che ha sommato i vizi del comunismo a quelli del capitalismo più sfrenato, regime non rispettoso dei diritti civili, delle libertà sindacali, della libertà di informazione tanto che l’aver ritardato e represso alcuni suoi medici ha provocato la diffusione pandemica COVID 19 nel mondo intero e conseguenze economiche negative pari ad una guerra.
Gli errori proseguono con un OCCIDENTE diviso e che dovrebbe ricondurre ad un’economia meno globalizzata e succube anche per riflessi ambientali tanto attuali.
Il terremoto sui prezzi in vertiginoso aumento delle materie prime ed in particolar modo per certi minerali rari necessari per la rivoluzione in atto sui mezzi di mobilità è dovuto in gran parte proprio alla CINA che da anni si sta accaparrando le principali miniere in AFRICA e SUD AMERICA e probabilmente lo farà anche in AFGANISTAN in modo da avere un quasi monopolio con conseguenze immaginabili negative per l’OCCIDENTE.
A questo proposito la scorsa settimana il giornalista/scrittore FEDERICO RAMPINI, partecipando ad una trasmissione televisiva serale, ha ricordato come la CINA, attuando una “FEROCE POLITICA DI DUMPING CON I PANNELLI SOLARI”, cioè di vendita sottocosto ha raggiunto lo scopo di distruggere i concorrenti di altri paesi mettendoli fuori mercato: è ciò che è avvenuto essendo oggi un produttore quasi monopolista…!!!
Oltre alla carenza di materie prime accaparrate c’è un altro problema: la guerra dei trasporti condotta dalla CINA, di cui poco si parla, che apre, chiude porti e collegamenti, con navi e treni che non riescono ad arrivare se non a 90/120 giorni dai precedenti 30/35 ritardi che hanno scatenato il rialzo dei noli dei container da 3000 agli attuali 15000 dollari dopo due sospetti blocchi di navi portacontainer cinesi all’imbocco del Canale di SUEZ….
Parlare di CONFUCIO, di MATTEO RICCI, di ASSOCIAZIONI CULTURALI, trascurando con gli occhi bendati da fette di salame della abile propaganda di marketing politico quello che sta accadendo nella realtà che incide negativamente sull’OCCIDENTE attuale e futuro equivale ad una ingenuità imperdonabile…!!!
“Mentre noi Occidentali in questi ultimi venti anni ci siamo concentrati sulla Guerra sperperando energie e capitali senza ottenere nessun risultato,i Cinesi senza sparare un colpo hanno conquistato il mondo facendo semplicemente accordi econmici e commerciali”.
…certo, infatti la Cina non sta utilizzando, per il proprio potere, il peggio del comunismo come dittatura, insieme al peggio del capitalismo selvaggio, non sta rafforzando ulteriormente il proprio esercito per portarlo ai livelli degli eserciti occidentali. Tutto ciò condito sapientemente da un “nuovo” colonialismo, soprattutto in Africa e in Medio Oriente, e “nuovo” perché assai diverso, in senso negativo, rispetto ai precedenti colonialismi anche di matrice occidentale!!! No no, niente di tutto questo!!! gv
“L’INNAMORAMENTO CHE NON PASSA: L’INSANA PASSIONE DELLA SINISTRA PER IL REGIME CINESE”. Titolo ed articolo risposta di Antonio Socci su LIBERO a Michele Serra che ha scritto sulla disputa CINA/USA domenica su Repubblica.
L’editorialista Serra, che evita di spiegare quanto è preoccupante l’egemonia, anche militare, della CINA sul Pacifico, fa questo ragionamento geopolitico:
“la CINA, almeno per il momento, più che a fare la guerra sembra interessata a comperarsi, pezzetto dopo pezzetto, tre quarti del pianeta puntando tutto sul potere economico”.
Per trarre le conclusioni, Serra non si avvale di qualche studioso di geopolitica, ma – letteralmente – di amico del bar:
“Nel caso l’egemonia mondiale dovesse passare ai cinesi, vale l’ottima battuta (da bar: del resto è proprio al bar che l’ha detta) del mio amico Umberto:
“TU PREFERISCI ESSERE BOMBARDATO O COMPERATO?”.
Dunque, se la CINA fa acquisti (capestro come in Grecia, in Montenegro, in paesi AFRICANI…NDR) e gli USA bombardano, dovremmo preferire la CINA. Ovviamente non è così…
L’idea idilliaca che Serra sembra avere della CINA, come un paese laborioso, pacifico e dedito al commercio, non corrisponde alla realtà: IL REGIME COMUNISTA CINESE si è instaurato nel 1949 e consolidato con il massacro di milioni e milioni di persone, ogni sussulto di libertà viene represso ferocemente come dimostrato da Tienanmen, Gulag dove rinchiudere qualsiasi dissidente. Quanto al “pacifismo” cinese Serra può chiedere informazione ai TIBETANI invasi e schiacciati da PECHINO o, caso più recente, agli abitanti di HONK KONG.
Del resto ad essere allarmati per l’attuale situazione, per ora nel Pacifico, non sono solo gli USA e AUSTRALIA, ma tutti i paesi asiatici come INDIA, GIAPPONE, COREA DEL SUD oltre a TAIWAN oggetto recentemente di chiare minacce di annessione…
L’unico paese che non si preoccupa è lo strampalato regime comunista della KOREA DEL NORD con tanto di parate militari oceaniche e frequenti lanci di missili creando allarme nell’area…
Com’è possibile che a Serra sfugga il pericolo planetario rappresentato dalla CINA ???
Il fatto che egli provenga dall’ormai scomparso giornale L’UNITA’ e da quella storia non dovrebbe impedirgli oggi, 2021, di riconoscere la realtà.
In fondo i post-comunisti fanno da tempo professione di atlantismo; è mai possibile che a sinistra ci sia ancora qualche nostalgia inconscia verso il rosso antico che induce all’indulgenza verso i regimi comunisti ???
SI E’ POSSIBILE!!!
Un esempio: l’intervista di MASSIMO D’ALEMA che ha sottolineato fra l’altro di “…riprendere la via di una forte collaborazione con la CINA…” (VIA DELLA SETA ?) elogiando energicamente lo “STRAORDINARIO SALTO VERSO LA MODERNITA’ E PROGRESSO MERITO STORICO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE..”