Stefano Bonacci, presidente del Montefano
«Si è trattato di un diverbio tra due giocatori, che non ha richiesto l’intervento del direttore di gara. Le accuse di razzismo che ci sono state attribuite sono totalmente gratuite e prive di fondamento. Dal triplice fischio fino al momento di lasciare lo stadio “Montefeltro” di Urbino, ci siamo visti rivolgere contro una serie interminabile di offese, insulti, bestemmie e ingiurie». Il Montefano risponde così all’attacco dell’Urbino, a proposito di presunte frasi razziste rivolte da un giocatore viola ad un avversario di colore (leggi l’articolo). Nel comunicato ufficiale diramato dalla federazione non ci sono riferimenti al caso menzionato dalla società ducale, che invece ha ricevuto un’ammenda di 100 euro «per aver permesso, a fine gara, ad alcune persone non identificate, di sostare nello spazio antistante gli spogliatoi offendendo i dirigenti ospiti e la terna arbitrale». Squalificato fino al 27 ottobre anche un dirigente gialloblu, Maurizio Montalti, per la seguente motivazione: «Dopo essere stato ammonito per proteste, si rivolgeva nei confronti del direttore di gara, entrando abusivamente nel terreno di gioco, con reiterate frasi offensive ed irriguardose e con atteggiamento minaccioso. A fine gara veniva a vie di fatto con un dirigente della squadra ospite e nel momento in cui la terna arbitrale lasciava l’impianto sportivo, rivolgeva alla stessa nuove frasi irriguardose costringendola ad allontanarsi scortata dalle forze dell’ordine».
A farne le spese, anche il presidente del Montefano Stefano Bonacci, che dovrà stare lontano dai campi fino al 10 ottobre, «per essere venuto a vie di fatto, a fine gara, con un dirigente della squadra avversaria, senza ulteriori conseguenze». Preso atto del comunicato e delle dichiarazioni della società dell’Urbino, il club viola risponde con una nota «per difendersi e per tutelare la propria immagine, messa altamente in cattiva luce negli ultimi giorni. Interveniamo dunque nella vicenda che, nostro malgrado, ci ha coinvolto in tematiche che nulla hanno a che fare con lo sport giocato. Rimaniamo innanzitutto esterrefatti da quanta violenza verbale e mediatica ci siamo visti rivolgere contro. Le accuse attribuiteci sono totalmente gratuite e prive di fondamento – si legge nel comunicato -. Ci teniamo a precisare che si è trattato di un diverbio tra due giocatori avversari, come purtroppo succede nei campi di calcio di ogni ordine e grado, che non ha richiesto l’intervento del direttore di gara. Questo è sufficiente a confutare qualsiasi malsana interpretazione. Allo stesso tempo ci è sembrata altamente presuntuosa la richiesta dell’allenatore locale di sostituire il nostro calciatore quando in realtà nessuno in campo, tra giocatori anche avversari, terna arbitrale (che infatti non ne fa menzione nel referto), panchine e allenatori, ha udito nulla.
Non comprendiamo quindi come si possa affermare “frasi udite in modo chiaro ed esplicito anche dalla tribuna”, se non per fini pretestuosi – prosegue il Montefano -. Inoltre, dal triplice fischio fino al momento di lasciare lo stadio “Montefeltro” di Urbino, ci siamo visti rivolgere contro una serie interminabile di offese, insulti, bestemmie e ingiurie. Sia verso la nostra società, che verso il nostro paese e la nostra gente. Non permettiamo nella maniera più assoluta di venire accusati di razzismo, noi e la nostra comunità, per un diverbio di campo, con entrambi i calciatori protagonisti. Montefano, come società calcistica, mai nella sua storia ha avuto richiami, squalifiche e provvedimenti ai suoi danni per episodi di razzismo. Il Montefano Calcio da sempre e tuttora accoglie nelle sue squadre, sia giovanili che agonistiche, ragazzi di tutte le nazionalità ed etnie – conclude la nota -. Ribadiamo comunque che, a fronte delle accuse ricevute, infamanti, ingiuriose ma soprattutto infondate, agiremo nelle opportune sedi per tutelare la nostra immagine, i nostri tesserati e il nostro territorio».
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