Gabriel Matzneff (1983, foto Wikimedia)
di Francesca Marchetti
Altro che Parigi, è Macerata la capitale europea della libertà di stampa e di pensiero. Scriveva ieri Camillo Langone sulle pagine del quotidiano Il Foglio: «Se Parigi avesse una libera editoria sarebbe una grossa Macerata, ma una libera editoria non ce l’ha e dunque la capitale francese, per quanto riguarda la produzione culturale, rispetto al capoluogo marchigiano adesso è poca cosa».
La copertina di Vanessavirus di Gabriel Matzneff
Un’incoronazione mica da poco, ma non è stato certo l’unico, perché in questi ultimi giorni la città viene più volte citata e presa ad esempio grazie al caso editoriale del momento, che sta tenendo banco sulla stampa nazionale e internazionale: l’ultimo libro di Gabriel Matzneff, “Vanessavirus”, pubblicato da Liberilibri il 27 maggio e già in ristampa.
«E meno male che in Italia c’è una casa editrice tanto moderna quanto libertaria, la Liberilibri di Macerata, che se ne fa un onore di aver dato alle stampe l’edizione italiana del Vanessavirus» ha scritto Giampiero Mughini sull’Huffington Post, mentre Giuliano Ferrara, che lo ha tradotto in italiano, ricorda sempre sul Foglio che il libro «in Italia è pubblicato da un editore serio e libertario come Liberilibri di Macerata».
Persino il webmagazine francese di editoria e cultura Actualitté, al termine di un’intervista a Michele Silenzi di Liberilibri, conclude così: «En France, Vanessavirus n’a toujours pas convaincu d’éditeur. De l’autre côté des Alpes, peut-être a-t-on plus le goût de la provocation» (In Francia Vanessavirus non ha convinto gli editori. Dall’altra parte delle Alpi forse hanno più il gusto della provocazione).
L’editore spiega: «Le opere di Matzneff, considerato uno dei grandi autori francesi viventi e insignito nel 1995 della medaglia di Officier des Arts et des Lettres, sono pubblicate da Gallimard e da La Table Ronde. Ma improvvisamente qualcosa è cambiato, e nel 2021 lo scrittore non trova in Francia nessun editore disposto a pubblicare “Vanessavirus”, che è costretto a stamparsi da solo e a far circolare in poche copie clandestine. Perché? Il motivo è l’uscita, circa un anno fa, di un altro libro, “Le consentement” di Vanessa Springora, un racconto autobiografico che suscita scandalo, mette in stato d’accusa lo scrittore oggi ottantacinquenne e scuote le coscienze dei lettori francesi e di mezza Europa».
Gabriel Matzneff (foto Wikimedia)
Vanessa è la donna che a metà degli anni ’80, quando aveva quattordici anni, visse con lui (allora cinquantenne) una relazione durata un anno e mezzo. Aggiunge Liberilibri: «Sicuramente consenziente, ma psicologicamente deleteria a giudizio di lei, dolcissima e travolgente a giudizio di lui. Una storia non clandestina, ma ben nota da sempre al cenacolo della cultura francese, allora alquanto permissivo ma che adesso, investito dalla sferzata di riprovazione provocata dalla pubblicazione di questo best-seller, si trasforma in censore senza appello di una delle sue voci più illustri. Additato da Vanessa come suo carnefice, Matzneff si ritrova ad essere a sua volta vittima del neo-moralismo di una “cancel culture” dagli effetti liberticidi diventando un autore proibito, da mettere all’indice, tanto che Gallimard ha persino ritirato alcuni suoi libri dal commercio. Al di là di ogni giudizio morale che ognuno potrà esprimere sullo scrittore e sulla sua condotta di vita, Liberilibri è la prima casa editrice a concedere a Gabriel Matzneff il diritto di pubblicare che nessun altro ad oggi gli ha accordato, a partire dal suo Paese. Ciò che non è successo a Parigi, succede a Macerata».
E oggi siamo su Le Figaro
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Benemerita e liberale la scelta di liberilibri di togliere dalla clandestinità ipocrita e dai nuovi roghi il libro di Matzneff, autore sopravvalutato, uomo spregiudicato e opportunista, amante appassionato e vigliacco. Salviamo pure Matzneff dai linciaggi, per carità: l’amore e il sesso restano terra scabrosa e incognita e complessa… Ma la messa per niente solenne del misterioso rapporto tra fascino e sottomissione, tra abbandono e violenza, purificato (egli suggerisce) dal fuoco della “follia d’amore”, nel menage tra il cinquantenne e la quattordicenne, me la farei raccontare da qualcun altro.
D’altra parte se chi si sente donna è donna, chi si sente quattordicenne dovrebbe avrebbe il diritto d’essere considerato quattordicenne…
dovrebbe avere…
Mi complimento per la pubblicazione. Resta terrificante come la “liberale” Francia sia, oggi, molto vicina all’Indice dei libri proibiti. Così liberale che, ai tempi, non di Caino ed Abele, ospitò alcuni “liberali” italiani delle Brigate rosse? Inoltre, poiché c’è la pandemia e tutti sono “virologi”, sarebbe da invocare un Summit di psichiatri e “scienziati” della Memoria, porre il problema sulla “durata” ( non degli anticorpi) ma della Memoria…