di Federica Nardi
«Per l’Enel è il posto più economico e più facile. La campagna insomma è da violentare: mi metto lì e comando io. La corrente serve anche a me ma vuoi trovare un posto più isolato, lontano dalle abitazioni e dalla strada?».
L’area da espropriare è in parte della famiglia Marconi e in parte di un altro privato. In tutto un ettaro di terreno agricolo
Mauro Marconi, il residente di Villa Potenza a cui Enel vuole costruire la nuova centralina elettrica di Macerata dietro casa, è disperato. «Ho già un traliccio della corrente sopra la testa – spiega indicandolo -, che non penso sia regolare. E adesso questo?». Mentre parla nel campo a destinazione agricola che andrebbe espropriato per far spazio alla struttura, a due passi è in corso la discussione tra il suo architetto e il libero professionista incaricato dall’Enel per svolgere un sopralluogo. In mezzo al campo, un macchinario fa i rilievi, perché il progetto definitivo c’è già e passare all’esecutivo è questione di tempo, autorizzazioni e, ovviamente, espropri.
«Si parla continuamente della bellezza del nostro territorio. Poi arrivano questi, fanno una proposta da Roma e arriva un mostro da più di un ettaro davanti casa. E’ da ottobre che sto impazzendo. In dieci chilometri non trovi un posto alternativo?», domanda Marconi, che ora per difendere la qualità della vita sua e degli altri residenti della zona ha dovuto metterci di tasca sua tecnico e avvocato.
Mauro Marconi, alle spalle il campo dove sorgerà la centralina
Marconi e la sua famiglia, che già la scorsa settimana hanno sollevato pubblicamente la questione chiedendo un aiuto al Comune, vivono in quella casa da 58 anni. Il padre si trasferì lì con una situazione economica molto difficile. Ma poi recuperò ampiamente grazie a una tecnica sopraffina di coltivazione del finocchio maceratese che tra le sue mani era diventato una prelibatezza ricercatissima nei mercati di Bologna. Così fece la sua fortuna, coltivando quel campo che ora Enel, tramite il Comune, vuole espropriare per farci un ettaro di cemento. Secondo Marconi la zona è troppo di pregio ambientale, umano e turistico per piazzarci una struttura del genere, considerando anche «che potrebbe esserci la necropoli di Helvia Recina. E proprio lì – dice indicando un punto non troppo distante -, ho le api che mi risulta siano protette».
La mappa del sito alternativo individuato dall’architetto dei Marconi su terreno pubblico e a poca distanza
L’avvocato che segue la famiglia e che oggi è stato insieme a loro durante il sopralluogo è Roberto Marchegiani. «L’Enel può farsi promotore di un esproprio nel caso di un’opera di pubblica utilità. È che questa lo sia non si discute. Il problema è che quando fanno la procedura devono non solo preoccuparsi di rispettare formalmente la legge ma anche di arrecare il minor danno possibile al fondo su cui lo fai tenendo conto anche la situazione dei fondi vicini – dice – Loro, Enel, hanno messo di fronte al fatto compiuto non solo i proprietari ma anche l’amministrazione stessa che si è trovata un progetto definitivo fatto con totale dispregio della legge anche in maniera irrazionale, solo ed esclusivamente per minimizzare i costi. E noi questo lo abbiamo dimostrato anche con l’individuazione di siti alternativi». L’alternativa principale sarebbero dei terreni pubblici di Apm, nell’area dell’acquedotto che però potrebbe essere abbastanza grande da accogliere la struttura senza intaccare sulle risorse idriche.
L’avvocato Roberto Marchegiani
«Il Comune ha ignorato le osservazioni fatte da noi il 9 aprile dando l’accesso per oggi – prosegue Marchegiani -. L’Ufficio tecnico ha recepito in maniera acritica quello che dice Enel. E invece c’è un difetto di istruttoria grosso come una casa, perché Enel non avrebbe nemmeno preso in considerazione i terreni Apm rifiutandoli a priori senza alcuna verifica». Ma come si è arrivati a scegliere proprio il terreno dei Marconi, tra l’altro storicamente soggetto ad allagamenti? «Non si sa – risponde l’avvocato -. L’impressione è che Enel abbia semplicemente dato l’incarico a un ufficio privato che ha fatto semplicemente l’analisi dei costi. Punto. Se c’è un problema di allagamenti prevedono tutto, strada e struttura, sopraelevato. Purtroppo facendo questo se ne sono fregati dei danno che arrecano alla comunità, danni che non sono suscettibili di mera valutazione economica. Insomma, hanno scelto il terreno agricolo che costa meno fregandosene di tutto il resto. Confidiamo comunque di non arrivare nemmeno davanti a un giudice, dato che l’autorizzazione all’esproprio deve essere data da una Conferenza dei servizi. Adesso la Regione ha sospeso la procedura e ha dato 30 giorni di tempo all’Enel per rispondere».
Il sopralluogo di oggi
Il paradosso ora è che per una questione di interesse pubblico Marconi si trovi a pagare di tasca sua e di trovarsi tutta la pressione della contrattazione addosso. Oggi, del resto, c’erano il professionista Enel e quelli pagati da lui. Nessuno del Comune o della Regione. Inoltre oggi il professionista Enel, di fronte alle tre alternative presentate dalla famiglia, «ha detto che se accettiamo di farlo 100 metri più avanti aveva già il disegnino pronto. Sennò bisognava farlo comunque qua davanti. Ma questo non può essere – conclude l’avvocato -. Tu devi fare una cosa perché lo dice la legge. Speriamo che le istituzioni, quando vedranno le nostre osservazioni, capiranno che non è il caso di farlo qui».
Il traliccio sopra la casa dei Marconi
I sondaggi del terreno stamattina
Una foto che mostra le criticità idrauliche del campo
«Sulla cabina elettrica silenzio assordante Il Comune fa il forte con i deboli»
«Centrale elettrica a 30 passi dalle case Nessuno vorrà crescere i figli qui»
Ogni qual volta che si deve costruire qualcosa di utile e necessario ( visto che in Italia ci hanno teleguidato come le marionette contro le centrali nucleari che poco aldilà dei nostri confini sono ben presenti e ci forniscono energia sicuramente a buon prezzo... ) nessuno c'è le vuole !! Come alimentiamo le nostre attività ?? Via wi-fi ?????
Saverio Sdolzini tutti vogliono le macchine elettriche ma non hanno la piu pallida idea di quanta energia elettrica serva. L elettrico per questo non sarà mai il futuro...da 1 stima fatta da alcuni grandi marchi automobilistici , per supportare solo in Italia la quantità di macchine elettriche ,piu le attività...i condizionatori , le abitazioni , ecc...non basterebbero forse 2 centrali nucleari. Nei paesi stranieri dove l elettrico ha preso piu piede ci sono centrali nucleari che alimentano il fabbisogno di energia. Qua nemmeno una "semplice" centrale elettrica si puo costruire. Vogliamo tutto senza fare i conti con quello che serve per ottenerlo...! Perchè chi ancora parla senza sapere non sa nemmeno che gran parte dell energia elettrica disponibile in Italia viene comprata dai francesi e viene proprio dalle loro centrali nucleari.
Saverio Sdolzini se parliamo di "nucleare", in realtà sono quelli a favore che sono "teleguidati" poiché non sanno di cosa parlano...
Alessandro Peretti La tua, e una "personale presunzione" di essere dalla parte della ragione ?? Oppure e dettata da profondi studi sul nucleare, che una nazione a caso, la Francia possiede e ci fornisce energia NON A GRATIS !!!
David Cardinali PIENAMENTE D'ACCORDO CON IL TUO PENSIERO !! Traspare vero ?? Io sono uno di quelli che pur essendo un futurista nato boicotto tenacemente le auto ibride o ancor peggio elettriche !! No perché c'è gente che non capendo assolutamente nulla si permette con presunzione di affermare che l'ibrido e l'elettrico e il futuro !!!
Saverio Sdolzini il fatto é che non mi faccio influenzare dal politico di turno o da una famosa pagina Facebook pronta a sminuire tutti i "lati negativi"...Se guardi i dati del mix energetico nazionale, vedrai che l'import di energia prodotta dal nucleare, non supera il 4%...
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È molto facile parlare quando si espropriano le proprietà altrui, salvo piangere se vengono toccate le proprie proprietà o toccati i propri interessi.
Se ci sono alternative capaci di arrecare danni minori ai confinanti e all’ambiente, non vedo perchè non debbano essere nemmeno valutate per una mera questione economica.
La qualità di vita anche solo di un singolo contribuente va rispettata e valutata difronte all’istallazione di certe strutture, troppo facile dire “se serve va fatta….tanto io abito da un altra parte…”
Tutta la mia solidarietà, le auguro di riuscire a farsi ascoltare.