Il progetto del nuovo chiosco
di Monia Orazi
Un appello alla soprintendente ai Beni culturali delle Marche, Marta Mazza, per chiedere di fermare l’abbattimento del chiosco dei giardini di San Severino, è stato lanciato dall’architetto settempedano Luca Maria Cristini, promotore anche di una petizione (https://www.change.org/noallademolizionedelchiosco), che ha fatto registrare 300 firme in una settimana. Scrive Cristini: «La mia preghiera è quella di riconsiderare, se lo ritenesse sensato alla luce di quanto esposto, l’assenso alla demolizione del chiosco esistente ed alla costruzione di un edificio così grande e impattante in un contesto prezioso. Faccio appello alla sua sensibilità signora Soprintendente: un intervento è urgentissimo, perché per i lavori è già conclusa la fase di pubblico appalto». La stazione unica appaltante dell’Unione montana che selezionerà l’impresa che effettuerà la demolizione, sta selezionando le offerte pervenute in questi giorni, per cui il termine di gara è scaduto ieri.
Il chiosco da abbattere
Il progetto del Comune prevede l’abbattimento del fabbricato attuale, ampio 50 metri quadri e la costruzione di un edificio da 150 metri quadrati circa, definito da Cristini «l’autogrill dei giardini Coletti». Aggiunge l’architetto Cristini: «Si vuole far ritirare il progetto di demolizione del chiosco esistente nei giardini pubblici “Coletti” di San Severino destinato ad essere ricostruito con una spesa di 230.000 euro. Il chiosco esistente va preservato e restaurato. Si tratta di un grazioso “chalet” modernista, progettato negli anni ’60 dall’ingegnere comunale Luigi Cona. Il pregio dell’edificio, a mio avviso, sta nell’aver saputo coniugare le più moderne tecnologie costruttive del cemento armato, con l’uso della pietra locale da costruzione. Con quest’ultima sono realizzati i setti verticali, caratterizzati da una singolare, accuratissima posa in opera dei conci lapidei e dalle sagome umane ricavate nel loro spessore, una delle quali è passante ed evoca il celebre “Modulor” di Le Corbusier». Cristini propone con i soldi risparmiati di riqualificare la parte verde, i viali, le attrezzature ed i giochi. Aggiunge Cristini: «Lo storico giardino annovera alberi importanti, primo fra tutti il monumentale cedro del Libano, e altri esemplari che da anni, come le siepi e i roseti, necessitano di manutenzione. Non si esclude di poter anche ricreare, con una modesta spesa, un piccolo chiosco in forme Liberty, come quello esistente nei primi anni del Novecento, proprio per ricreare l’atmosfera originaria che ha animato uno tra i primi giardini pubblici realizzati nelle città marchigiane nel diciannovesimo secolo. Fermiamo questo scempio».
Luca Maria Cristini
Uno dei punti contestati da Cristini riguarda anche l’affidamento del progetto avvenuto il 13 agosto del 2020: «La determina è stata pubblicata il 13 agosto, quando tutti sono notoriamente attenti a quanto succede, con l’ufficio ricostruzione che conferisce l’incarico professionale di realizzazione locali, per ampliamento chiosco, che è finito per diventare demolizione e ricostruzione». A firmare il progetto di cui è responsabile di procedimento, l’ingegnere Marco Barcaioni dell’ufficio ricostruzione, è l’architetto Lorena Luccioni, originaria della Toscana ma da anni a Filottrano, storica collaboratrice dell’architetto Cristiano Toraldo di Francia, con cui ha firmato numerose opere pubbliche e private in varie parti d’Italia, con prevalenza tra Toscana e Marche, specie in anni recenti. L’architetto Luccioni è stata anche docente alla facoltà di Architettura Unicam, ma dal 2004 ha scelto di dedicarsi alla libera professione. Sono diversi gli edifici che a San Severino portano la sua firma: tra i più recenti la struttura che ospita il supermercato “Si con te” di fronte all’ospedale, commissionata dal gruppo Angelucci, così come qualche anno prima l’edificio che a Taccoli ospita un altro supermercato. Nel 2004 il primo lavoro a San Severino, un edificio per ospitare “Angelucci legno”, dal 2018 la progettista è impegnata nel restauro architettonico e riduzione del rischio sismico di un palazzo storico settempedano, costruito tra il dodicesimo ed il quindicesimo secolo, che si trova in pieno centro storico.
Nella relazione l’architetto Luccioni spiega perché va abbattuto il chiosco esistente: «Si tratta di una costruzione, seppur semplice e contenuta, oggi del tutto fuori norma su tutti i fronti normativi (di sicurezza, di risparmio energetico) e in evidente degrado. Perciò non si reputa economicamente conveniente un eventuale recupero della struttura obsoleta, al quale affiancare con una minima sintonia architettonica un ampliamento. Si tratta di una architettura poco attrattiva, costruita negli anni Sessanta oggi in stato di degrado, di piccole dimensioni, perciò divenuta insufficiente ad ospitare un certo numero di potenziali giovani avventori del bar dei giardini. La pista da ballo appare fortemente degradata e probabilmente oggi nell’uso originale è anche anacronistica. Si presta comunque, come area pavimentata, all’uso di tavoli all’aperto a servizio del bar o a piccoli concerti». Il rifacimento del chiosco è solo il primo stralcio dei lavori, nella relazione l’architetto Luccioni prevede il rifacimento delle bordure delle aiuole, gli arredi, il rivestimento della fontana centrale, delle recinzioni, la rimessa in funzione dell’impianto di irrigazione, riqualificazione area giochi per bambini, messa a norma pubblica illuminazione. Il nuovo chiosco sarà una struttura in cemento armato ampia 138 metri quadrati sessanta centimetri più in alto il pavimento, rispetto al bar attuale. Avrà il corpo principale intonacato, dedicata al bar ed ad una saletta vetrata, un albero sarà inglobato nel patio del nuovo chiosco. Il corpo secondario sarà rivestito in mattoni e sarà dedicato ai servizi.
L'unica cosa decente di san severino
Due palle co sse petizioni.. speriamo che iniziano al piu presto sti lavori e che venga fuori un bel bar moderno che valorizzi i nostri "splendidi" giardini..messo tra virgolette perché una volta erano stupendi ora sono belli diciamo.
Riccardo Verrucci hai proprio ragione
Matteo Papavero la cosa bella è che si lamenta tutta gente che al bar dei giardini non ci andrà da almeno 20 anni e ci passa ogni tanto davanti durante la passeggiata.. i vecchi nostalgici che hanno paura dell innovazione
Riccardo Verrucci infatti
Francesco Paco Magnini giusto ma chi replica dopo sono quelli che vanno poi su i posti a rompere tutto, e forse di certi posti ne fanno ritrovi notturni.
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Prima di tutto i soldi vanno spesi per il recupero e il mantenimento del notevole patrimonio botanico, nonchè al rifacimento dell’area giochi per bambini in evidente degrado. Spendere quei soldi per abbattere l’attuale struttura, ricostruirla triplicando la superficie, snaturando la destinazione d’uso per il quale era stata progettata (punto ristoro stagionale), lo considero non prioritario, l’utilizzo di denaro pubblico sarebbe meglio utilizzarlo per un progetto di ristrutturazione dell’attuale edificio. Riqualificare la vecchia pista da ballo e palchetto, per concerti e iniziative culturali,rifacimento dei bagni pubblici(accessibili anche ai diversamente abili) invece credo siano le opere più idonee e funzionali per riqualificare il tutto. Al giardino pubblico non ci vado spesso come da bambino, però quando ho l’occasione, la prima cosa che salta all’occhio è il degrado del verde, delle aiuole (a tratti inesistenti) e dell’area giochi. Non sento la mancanza di un ristorante va benissimo il punto ristoro dove si potrebbe, riqualificandolo, consumare ben più di una semplice bibita o di un gelato. Speriamo ci sia un ripensamento. Concludo facendo riferimento al precedente commento di un signore, che indica i giardini come l’unica cosa decente che ci sarebbe a San Severino…la prego di evitare certe affermazioni sciocche che offendono l’intelligenza delle persone e l’orgoglio di essere settempedani….(spero per Lei che sia stata solamente un’infelice battuta fuori luogo)
RIQUALIFICAZIONE URBANA, un termine che va molto di moda ma non sempre alle parole corrispondono i fatti.
E’ bello e porta consensi, parlare di riqualificazione, ma solo in alcuni casi gli interventi ci sono e funzionano.
Quella più difficile ma a maggior ragione necessaria è la riqualificazione urbana quando ci sono delle aree meno centrali e frequentate, quelle spesso sfruttate per mettere ciò che non si può ospitare in bella vista nel centro o vicino a qualche prestigioso edificio, ( cosa che, in minima parte riguardano i giardini Coletti)
Fatta in modo virtuoso e permanente, la riqualificazione influisce positivamente sulla qualità di vita di tutta la città e non del solo per pochi a cui interessano.
Le relazioni tra i cittadini sono più serene in un’area in cui si vive bene, si tende a rispettare l’ambiente: solo se è pulito e ordinato e tale alla fine lo lasciano.
Viceversa, quando un luogo è mal tenuto e sporco, non ci si fa molti problemi a buttare una cartaccia, “tanto una in più o una in meno”.
E’ forse cinico ammetterlo ma molte persone ragionano così, la riqualificazione urbana può cambiare le cose e anche le abitudini.
Perché quando parliamo di riqualificazione, si intende un “pacchetto” di azioni che mirano a recuperare e riqualificare il patrimonio preesistente. La riqualificazione non riguarda solo ciò che è costruito ma anche gli spazi pubblici come le piazze, i sottopassaggi, i giardini.
La logica con cui si interviene deve mettere davanti a tutto il benessere dei residenti e il rispetto per l’ambiente, in special modo quando è un parco storico botanico e vincolato.
Quando si vuole fare sul serio, si associano alla rigenerazione degli edifici e degli spazi, anche interventi di tipo culturale, sociale, economica e ambientale, e NON COMMERCIALE e SPECULATIVO.
Per cui la prima cosa che andrebbe fatta, con i soldi della collettività, visto che di recupero si parla, è :
1° il mantenimento del notevole patrimonio botanico,(erbe e rovi infestanti, potature, cure ecc..)
2° il rifacimento dell’area giochi, in evidente degrado e incuria, percorsi delineati, aiuole definite ed aree a verde.
3° la messa a norma dell’impianto sui percorsi della P.I. e anche apposizioni di telecamere, visto le scorribande e illeciti notturni.
4° Giardiniere o custode fisso e di controllo, (anche con cittadini e volontari)
5° Riqualificare la vecchia pista da ballo e palchetto, per concerti e iniziative culturali,
6° Rifacimento dei bagni pubblici (accessibili anche ai diversamente abili)
7° Ammodernare l’attuale struttura (punto di ristoro stagionale, con macchinette bibite, gelati, merendine caffe ecc..)
Spendere soldi pubblici per abbattere l’attuale struttura, ricostruirla triplicando la superficie, snaturando la destinazione d’uso per il quale era stata progettata, all’interno di un parco botanico naturale e vincolato, NON E’ PRIORITARIO, ma è una puerile e risibile scusa richiedere la mancanza di un caffè-ristorante, nascondendosi dietro la riqualificazione, a differenza, per i quali che sono, i punti su descritti, poiché credo che siano le opere più idonee e funzionali per riqualificare il tutto.
Soprattutto se si sostiene, del tutto in malafede, che sia l’unica cosa bella e di ritrovo nella nostra città, ove invece vi sono decine e decine di attività, aperte tutto l’anno, con la stessa quadratura in centro storico, e anche maggiori sparse in tutto il territorio…….