«Si mettano da parte i partiti e si affidi la presidenza dei TdC ad un tecnico come Alfredo Di Lupidio». La proposta arriva dal consigliere comunale di maggioranza Sergio Marzetti all’indomani delle dimissioni dell’ultimo presidente dell’azienda culturale civitanovese Aldo Santori. In linea con il Governo nazionale Marzetti chiede al sindaco di rinunciare ad una presidenza politica dopo il terzo presidente che se ne va e di terminare gli ultimi anni di mandato con una figura tecnica, con un endorsment verso l’ex direttore Alfredo Di Lupidio. «Il proverbio dice che non c’è due senza tre e così anche Aldo Santori dopo Francesco Centioni e Silvia Squadroni se n’è andato – afferma Marzetti – il consiglio di amministrazione con Santori, Michela Gattafoni e Paola Aggarbati è riuscito a gestire egregiamente l’attività dell’azienda malgrado le grandi difficoltà che il settore ha dovuto affrontare per le restrizioni imposte dal Covid, ma tre presidenti che si alternano in meno di quattro anni di amministrazione in passato non è mai accaduto. Ma, mettendo da parte la semplice analisi statistica, si può soltanto concludere che l’azienda Rossini da fiore all’occhiello dell’amministrazione ne è diventata la Cenerentola. Non voglio cercare né tantomeno indicare quali potrebbero essere le cause di questa deriva, ma vorrei suggerire quella che potrebbe essere la soluzione per rilanciare l’Azienda. Come è avvenuto in campo nazionale, vista l’emergenza, i partiti si mettano da parte nella scelta del nuovo presidente, ma collaborino con lui, nel rispetto della sua professionalità ed esperienza pluriennale nel settore. A tale riguardo una figura come Alfredo di Lupidio, con queste caratteristiche, potrebbe garantire una migliore collaborazione con l’amministrazione, condizione necessaria per far ritornare l’azienda “fiore all’occhiello” dell’amministrazione».
Azienda Teatri di Civitanova, si dimette il presidente Aldo Santori: «Motivi personali»
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Chiedo per un amico, il quale, dopo aver letto l’articolo qui sopra, mi ha posto delle domande in merito a quel che si sostiene: se tutto quel si legge fosse vero, che cosa potrebbe voler dire, che tutti coloro che si sono succeduti dopo il pensionamento dell’ex direttore, non sono stati all’altezza del compito loro assegnato, oppure (si chiede sempre il mio amico) che la politica civitanovese, in merito alla famosa massima “il nuovo che avanza”, non ne fa di certo una prerogativa!? Mi piacerebbe dare una risposta al mio amico, ma credo che sarà dura!! gv
“ Lui è peggio di me”. Parafrasando la trasmissione televisiva si stanno già facendo le prove per le nuove elezioni. Già che l’ex assessore alla cultura cacciata malamente e che diceva di avere le prove in sms degli accordi che sempre intercorrevano con il diretto superiore non sono saltate fuori.. il Marzetti , deve tuttavia aver in cuor suo gioito, e sentendosi ancor riamato chissà che starà tramando.
Su questo si riderà più in là, le occasioni tanto non mancano, adesso c’è Civitanova da girare in modo che Civitanova Alta prenda il posto del porto e il porto con la sua porzione di mare venga spostato in alto con le sue piscine, yacht, alberghi a forma di vela che speriamo non volino verso i Sibillini . Torniamo a cose meno serie. Marzetti, forse perché il superiore, scavalcando tutti i partiti e liste civiche possibili è passato a Forza Italia dove si stanno ricompattando anche altri figuri, cerca già da adesso di formare una squadra di Quaglioni (Vedi salto della Quaglia su Wikipedia) per mangiarsi il capostipite al momento opportuno. Marzetti, dimentica i torti fatti agli altri, non certo a lui a cui il Ciarapica non ha concesso ciò che gli spettava per discendenza regale ossia l’ass. al turismo ecc. dandolo ad altri che una volta eliminati hanno riacceso in lui una debole fiammella che prevedo diventerà un falò, un enorme falò dove in mezzo chissà chi farà lo stregone messo al rogo. Certo se rimaneva la biondina, il posto della strega da bruciare e chi glielo toglieva dopo che costei deve avergli tolto sonno e pane, no questo non sembra e fantasia per via anche della gelosia. Marzetti ultimamente non solo non polemizza più con la lista “ Liberamente” che era grottescamente la vera minoranza nella maggioranza che faceva notare le venialità del sindaco, contestandolo duramente, ora per non turbarlo non si presenta nemmeno più alle votazioni consiliari importanti dove i peccati rischiano di diventare inassolvibili come quella di cementificare sul lungomare e dove sono stati gli stessi amministratori di maggioranza insieme a quelli di minoranza a negare l’orrore anche senza di lui. Lui che diceva di amare tanto la città per cui attaccava sempre l’assessore alla cultura che probabilmente nel profondo del suo Super ego, Es ed Io, ( sempre lui però più in grande come il brodo di una nota marca) vedeva come un sopruso ma adesso che non c’è più, il futuro ha ripreso colore, azzurro certo.. visto che da quelle parti il nero è passato di moda e se non se ne sono accorti, alle prossime elezioni ci sbatteranno forte il muso. Ma Di Lupidio , direttore in pensione che c’entra? Ah, perché ha gioito alla vittoria di Ciarapica o forse per quello strano messaggio arrivato per errore alla Franco da cui si possono fare delle valutazioni che certamente ognuno dal suo punto di vista può dedurre. Dà quel che si sa e che la diretta colpita disse di affidarsi ad un avvocato perché sentitasi infangata od altro sinonimo. Oramai ci sto, pubblico il famoso “galeotto fu quel sms” e che non se ne parli piu: «Metti in guardia Fabrizio dalla Bruni. Sta già qua a parlare con Borraccetti della mostra. Lo sai che Silenzi le ha trovato 25mila euro? Bisogna stoppare tutte le iniziative e lanciare un messaggio forte di verifica degli atti presi su cultura, turismo e teatri. Altrimenti per quando arriverete non ci sarà più un euro. Bisogna agire subito, prima che sia tutto bloccato. La Bruni va fermata. Ha tirato la volata a Corvatta in modo spudorato».
Ps. Parlare di spudoratezza, (qui il messaggio è estraneo) credo sia la maniera più giusta per descrivere questa amministrazione e i suoi soggetti, specialmente quelli dissidenti.