Gabriele Miccini, ceo della Giessegi
«Mi auguro sia la volta buona per fare qualcosa di importante per l’Italia, perché stavamo andando dritti dritti verso lo sfascio». Sono le parole di Gabriele Miccini, ceo della Giessegi di Appignano, azienda leader nel settore mobili, sulla possibilità che sia Mario Draghi a guidare il prossimo governo. Mentre le consultazioni continuano, proprio oggi è arrivato il sì di Salvini e dei 5stelle, nel mondo dell’imprenditoria l’ex numero della Bce continua a riscuotere successo. «Per me – continua Miccini – l’ideale sarebbe stato andare a votare subito e avere un nuovo governo nel giro di un paio di mesi. Mi auguravo fosse stato il centrodestra a vincere, perché è l’unico che ha una maggioranza solida e coesa e io sono per il maggioritario. Ci vuole alternanza al governo e avere un vincitore subito dopo le elezioni. In ogni caso anche se avesse vinto il centrodestra sarebbe servito comunque un Draghi, quindi di sicuro questa è stata la scelta migliore viste le condizioni. Poi mi auguro che Draghi non sia un secondo Monti, certo ha la competenza necessaria in campo economico a differenza di chi c’era prima e ha la piena fiducia dell’Europa e del mondo. Speriamo solo che i partiti che lo sosterranno non gli mettano troppi vincoli. Del precedente governo non vorrei nessuno a partire da Conte, Speranza, Boccia, ma anche Arcuri e il Comitato tecnico scientifico, ci hanno messo ansia e penso che chiunque abbia un po’ di cervello non vorrebbe rivederli, così come sento dire da tutto il mondo del lavoro e delle imprese. Mentre mi piacerebbe se Salvini tornasse a fare il ministro dell’Interno. All’epoca i furti nelle abitazioni erano crollati e l’immigrazione controllata».
La Giessegi
Quale sarebbe la prima cosa da fare? «Di sicuro occuparsi della gestione della pandemia, racimolare i vaccini – risponde Miccini – e togliere poteri al commissario Arcuri e al comitato tecnico scientifico che hanno fatto solo danni. Poi prendere in mano l’economia». Da questo punto di vista come si potrebbe intervenire? «La Corte dei conti per esempio ha auspicato l’introduzione di una patrimoniale, – aggiunge il ceo della Giessegi – ecco io sarei disposto a pagare e penso sarebbe giusto per i redditi alti, purché però si sappia con certezza come vengano spese queste risorse. Dovrebbero servire per realizzare opere e strutture nel Comune da dove provengono, sotto il controllo del donatore. Così come spesso ho già fatto per esempio qui ad Appignano con la variante per ampliare i capannoni (la Giesseggi oltre a pagare gli oneri di urbanizzazione ha realizzato un parcheggio pubblico, una rotatoria, ha rifatto l’asfalto della strada principale e altre opere, ndr) o per l’acquisto di macchinari da destinare agli ospedali (durante la prima ondata la Giessegi aveva donato cinque dispositivi di ventilazione a Torrette per la Rianimazione, ndr). Poi sarebbe importante una riforma della tassazione, e in particolare una riduzione del carico fiscale: io sono per una flat tax ma non al 15% perché sarebbe impraticabile, ma al 30% purché però sia omnicomprensiva. Altra cosa da fare subito, abolire il Reddito di cittadinanza. Quando siamo ripartiti dopo il primo lockdown cercavamo operai, ma facevamo fatica a trovarne perché le persone preferivano restare a casa e prendere il sussidio. Quindi io lo abolirei e darei quei soldi ai Comuni, perché chi è sul territorio, specie nelle piccole realtà, sa effettivamente chi ha bisogno di aiuto o meno. Così invece si danno soldi a pioggia e molto spesso a chi non ne ha bisogno. Infine – conclude Miccini – senza scomodare la grandi riforme di cui ci sarebbe bisogno, penso alla giustizia, alla sanità, alla pubblica amministrazione, riformerei le regole dell’edilizia. Per costruire servono poche regole e chiare, adesso ce ne sono troppe e ci si perde in mille rivoli. In generale, comunque, mi sentirei di dire che c’è bisogno di un apparato pubblico che assomigli sempre di più al privato quanto a efficienza e meritocrazia».
(redazione CM)
Giulianelli: «Finalmente Draghi Speriamo di essere ancora in tempo»
Piano piano gli imprenditori escono fuori dal guscio
Come svendere l'Italia ai privati, del resto lui fa parte ((dei privati))
Favorevole x cosa
Subito ELEZIONI
La prima cosa che deve fare è togliere il bonus mobili.
Un imprenditore che confonde reddito e patrimonio.
Speriamo che non sia unaltro che ci rovina come Monti e soci!!
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Tutto il rispetto per Miccini, ma le sue opinioni(e il suo voto) che valgono al pari di tutti noi, suonano discutibili, specie le considerazioni sulla patrimoniale: se egli “donatore” invoca la privatizzazione della sfera pubblica, mi sembra abbia una concezione inaccettabile della comunità.
quelli a cui Bill Gates fa una p..pa…
Spero che non abbia, in campo finanziario, la stessa competenza di Monti perchè i pensionati ed il ceto medio bassa hanno già dato.
Se ci sono dubbi sulla costituzionalità dell’IMU sulla patrimoniale non c’è dubbio alcuno: non è prevista dalla Costituzione.
Tagliare spesa pubblica, tagliare debito pubblico (passata pandemia), tagliare tasse, ciò significa più crescita, sviluppo e ricchezza. Regole economiche elementari non applicate in Italia negli ultimi 40 anni
Attilio forse non hai letto bene che Miccini si riferiva al fatto che ” la pubblica amministrazione deve assomigliare al privato quanto a efficenza e meritocrazia “.
Mi sembra un’affermazione da sottoscrivere 1000 volte !!!
Sei un politico o un cittadino ??
E’ evidente che i politici nel caos della burocrazia e delle incopetenze altrui ( mai le loro) trovano sempre le scuse per giustificare la loro incapacità di realizzare quanto promesso.
Giusto per tirare un assist a Miccini,che di certo non ne ha bisogno, ricordiamo che viene da Appignano, dove la settimana scorsa è salita alla cronaca l’incapacità dell’amministrazione di Appignano ( difesa poi a spada tratta da Morgioni che appunto citava la complessità burocratica quale inefficienza … perchè in Italia gli errori non sono mai di chi governa ma della burocrazia )di realizzare in 15 anni, 15 anni, la struttura della casa di riposo.
E Morgioni diceva che l’amministrazione di Appignano rappresenta un’eccellenza.
Che coraggio !!!!
Se applicassimo al privato le tempistiche della pubblica amministrazione e le competenze di cui è portatrice , non ci sarebbe un imprenditore in Italia, 1 che sia 1.
Matteo.sono un cittadino che non sopporta che un imprenditore, pure grato al suo territorio, intenda porsi come “donatore” delle tasse. Sia patrimoniali che sul reddito. Dico che questo non mi piace. Riguardo alla efficienza della pubblica amministrazione e una ovvietà. Ti ricordo che gli amministratori ce li mettiamo noi con il voto. Come qui a Civitanova, dove sono inadeguati ad una cittadina di abitanti!!
Dimenticavo di aggiungere che “privato” non è sempre “efficienza “. Caso mai il privato è libero e responsabile delle sue azioni. E io ci sono stato 42 anni nel privato!
Partendo dalla fine e chiedere una classe politica efficiente e meritocratica cozza con la stima verso Salvini bollato come fannullone dai suoi colleghi europarlamentari ed etichettato come nullafacente da due sentenze,ma ognuno è libero di pensarla come vuole e di certo non mi soffermerò sulle sue idee politiche o sui suoi consigli ad un Governo che deve ancora nascere.Su due punti però vorrei interloquire.1 Arcuri e il CTS ci hanno messo in ansia? Forse sbaglio ma in giro c’è un Virus che in Italia ha fatto oltre 90.000 vittime,nel mondo oltre il milione,che sta imperversando da un anno senza soluzione di sosta,con i vaccini (che non si possono racimolare)in via di sviluppo e di realizzazione per tutto il Mondo (Qui il Prima gli Italiani non verrebbe in mente neanche ad un “bravo”MdI),che ha trovato impreparati tutti e bisognosi di comportamenti inusuali fino al suo arrivo.Ecco perché tutte le sere il Sig Arcuri (che sicuramente non è stato infallibile)è chiamato a darci chiarimenti sull’evolversi della situazione e perché il CTS ci ha dato dei protocolli da seguire per evitare il diffondersi del contagio.Non è ansia ma Informazione e Prevenzione.2 Abolire il Reddito di Cittadinanza? Certamente non sono un fan del RdC così concepito ma purtroppo c’è una crisi continua da decenni e visto che la disoccupazione è pressoché stabile bisogna sostenere chi non ha reddito così come si dovrà farlo per quelle attività che causa pandemia non hanno potuto svolgere la loro.Mi piacerebbe capire però il motivo vero per cui un disoccupato rifiuterebbe il lavoro in una società leader e ben avviata.Io non vorrei che scegliere tra il Reddito o lavorare alla Giessegi sia un po’ come chiedere ad un paziente se è disposto a farsi amputare le gambe anziché morire.Ma su questo il Miccini dovrebbe essere più chiaro e dirci che tipo di proposte sono state rifiutate.Comunque in generale ,ma sentivamo veramente la mancanza delle delucidazioni degli Imprenditori dopo che il D.Guzzini ci aveva espresso chiaramente il Pensiero di categoria?
Poloni sei un genio, quando paragoni chi per non morire deve farsi amputare le gambe a chi deve scegliere fra il reddito di cittadinanza e lavorare alla gsg esprimi in poche parole un concetto che lascia adito a delle riflessioni…meditate gente , meditate…e la mia non è ironia
L’unica salvezza è perseguire in tutti i modi l’evasione fiscale. Dopo che tutti pagano il giusto staremo bene tutti
Sicuramente non sono un genio,ma sono molto attento a quello che scrivo.Il mio esempio è crudo ,ma purtroppo rende bene il problema che il Reddito pone alle aziende e agli usufruitori stessi come il Miccini ha avuto modo di constatare ,e comunque parte di una disamina più ampia.Sicuramente non c’è nessuna ironia ne tantomeno voglia di insinuare chissà quali comportamenti scorretti.Parliamo di Giessegi perché l’articolo riguarda il Miccini ed è Lui che ha posto il problema anche se dalla parte Imprenditoriale io volevo valutarlo dalla parte del lavoratore.Nella normalità un lavoratore disoccupato che rifiutasse un qualsiasi lavoro sarebbe da considerare un cretino.E qui visto che si parla solo di persone che non hanno accettato perché percepiscono il RdC bisogna entrare nel campo delle ipotesi non avendo informazioni precise dai diretti interessati.Se vi chiedessero di lavorare a 50 km da casa quindi 100 tra andata e ritorno e dover sostenere una spesa ingente per il tragitto e ritrovarvi alla fine con un cifra ridicola avendo a disposizione il RdC accettereste?Se poi lo fosse per un periodo limitato breve?Se rimarreste lontano da casa?Dai propri cari?Se il lavoro non fosse compatibile con le vostre esigenze?Se non comportasse miglioramenti?Privo di sbocchi professionali?Se doveste trasferirvi?e potrei continuare con mille altri quesiti che il RdC per come è posto pone,per questo io ne modificherei una parte quella che dovrebbe agevolare il rientro nel mondo del lavoro mentre in questo momento è impossibile fare a meno di un sostegno per chi il lavoro lo ha perso.Comunque prima di etichettare gli altri sarebbe meglio cercare di capire bene di cosa si sta parlando e leggere attentamente gli articoli e i commenti.Purtroppo non sono in sintonia con il Miccini ma di sicuro non metto in discussione la legittimità del suo operato, semmai quelle regole del mondo del lavoro introdotte negli ultimi anni che hanno creato una forza lavoro precaria che si riflette sulla società con conseguenti danni all’economia stessa.
Tranquilli, anche questo andrà a ritoccare le pensioni. Soldi facili, e nessuno sbraita, tranne il Salva.