Un milione e 800mila euro, queste le risorse impegnate dalla Fondazione Carima in favore del territorio maceratese. Ad annunciarlo è la presidente Rosaria Del Balzo Ruiti che, vista l’impossibilità di tracciare il bilancio del 2020 nella consueta Assemblea dei soci, appuntamento che non ha avuto luogo a causa della pandemia, numeri alla mano riassume l’impegno negli ultimi dodici mesi. «Si tratta di un importo significativo per il nostro ente, in sensibile aumento rispetto ai precedenti esercizi e connesso alla particolare congiuntura in essere. Abbiamo infatti profuso ogni sforzo possibile per fronteggiare i bisogni più urgenti insorti in seguito all’emergenza epidemiologica». Per i motivi sopra riportati «quasi la metà di questi fondi, ovvero 765mila euro, è stata destinata al settore Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa, tra gli interventi realizzati in relazione al Covid-19 e il completamento del piano pluriennale di donazioni sanitarie Carima Healthcare – sottolinea la presidente -. Grazie a tali iniziative, nel biennio 2019/2020 l’Area Vasta 3 si è arricchita di oltre 60 dotazioni fra apparecchiature ed attrezzature mediche – distribuite nei 5 ospedali di Camerino, Civitanova, Macerata, Recanati e San Severino – che sono andate a potenziare 16 Unità Operative e il Covid Center regionale. Segue il settore Arte, attività e beni culturali con oltre 610mila euro – prosegue – del quale sono stati protagonisti i progetti di recupero del patrimonio storico, artistico e architettonico della provincia di Macerata, che documenta la mescolanza di culture, artisti ed opere di cui il territorio maceratese è stato teatro per molti secoli. Un’altra voce di spesa importante in questo ambito è rappresentata dalla gestione e valorizzazione della pregevole collezione di arte italiana del Novecento del museo Palazzo Ricci. La Fondazione – precisa in proposito la presidente Del Balzo Ruiti – ha approfittato dello stop imposto ai musei per effettuare una significativa campagna di restauro delle facciate di Palazzo Ricci, finalizzata sia alla messa in sicurezza sia al ripristino dell’originaria bellezza delle superfici. Restituiamo quindi alla città di Macerata una delle sue più pregevoli residenze nobiliari pienamente valorizzata e speriamo presto di nuovo fruibile».
Il terzo settore in cui la Fondazione storicamente opera è Volontariato, filantropia e beneficenza «a cui sono stati assegnati più di 210mila euro, dove si affermano le iniziative realizzate in coordinamento con l’Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio Spa) e con la Consulta delle Fondazioni bancarie marchigiane all’insegna di una programmazione comune – evidenzia – In particolare va menzionata l’adesione al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, attraverso il quale vengono sostenuti interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Dal 2016 ad oggi, attraverso questo progetto nazionale sono stati finanziati 355 progetti in tutta Italia con un contributo complessivo di circa 282 milioni di euro, che hanno coinvolto 480 mila bambini e ragazzi che vivono in condizione di disagio, interessando quasi 6.600 organizzazioni tra Terzo Settore, scuole, enti pubblici e privati. Il territorio maceratese, a valere sui bandi già portati a compimento, ha beneficiato in questi 5 anni di circa 3,4 milioni di euro sotto forma di finanziamenti a progetti che interessano la provincia di Macerata, in via esclusiva o insieme alle province limitrofe. Non sono mancate, infine, le erogazioni anche negli altri ambiti di intervento della Fondazione: Istruzione, Sviluppo locale e Ambiente, che nell’insieme hanno assorbito 190mila euro. La Fondazione – conclude la presidente – termina il 2020 guardando avanti, animata dalla ferma volontà di incidere sul benessere della collettività maceratese, soprattutto in una fase storica così critica. Colgo l’occasione per rivolgere a tutti l’augurio che il Santo Natale alle porte possa riaccendere la speranza nei nostri cuori e illuminare un futuro che appare incerto e complesso».
primo!
Bel cognome! Fa tanto aristocratico ed il nome tanto cattolico brava
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