Nino Ricci compie 90 anni. Per il compleanno dell’artista maceratese l’ex assessore alla Cultura del comune di Macerata, Stefania Monteverde, è intervenuta per fare gli auguri. «Nel giorno del suo novantesimo compleanno voglio fare gli auguri a Nino Ricci, un grande artista a cui la cultura deve molto – dice la consigliera comunale -. Nel 2013 il comune di Macerata e i musei civici di Palazzo Buonaccorsi hanno promosso una bella mostra antologica dal titolo “Nino Ricci. Le metamorfosi della geometria. Opere dal 1957 al 2013”, curata da Giuseppe Appella. In quell’occasione, a cui ho avuto l’onore di partecipare come assessora alla cultura, abbiamo sentito sulla città la chiara potenza della pittura di Nino Ricci, ricerca di forme dentro i colori della natura. Nel catalogo della mostra, mi piace ricordarlo, c’è il bel racconto di Giancarlo Liuti dedicato al viaggio a Praga fatto nel 1986 con Nino insieme alle amate mogli Giovanna e Stefania, un viaggio in cui “Nino mi era maestro e molto gli chiedevo e molto imparavo”. Bello vedere insieme intellettuali acuti e profondi interpreti della nostra storia. Auguri Nino, la bellezza della tua arte è un invito a noi e alla città perché non si smetta mai di cercare le forme ariose della grazia».
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Nino Ricci, professore emerito del liceo artistico e in ultimo del liceo scientifico di Macerata. Infiniti auguri per il bel traguardo raggiunto
Appresso molto le sentite e puntuali parole di STEFANIA MONTEVERDE, che ho sempre apprezzato e verso la quale provo affinità. Mi congratulo con lei per i successi avuti.
Mi è difficile esprimere una opinione sull’Arte di Nino Ricci, a cui auguro di dare ancora molto all’Arte maceratese dei tempi in cui c’era una forte tensione artistica. Confesso che le opere di Nino Ricci, quelle erroneamente definite geometriche, non mi davano emozioni. E’ come se ad uno abituato a mangiare pasta e fagioli si chiedesse di esprimere un parere sui vincisgrassi. Perchè non mi sentivo emozionato dinnanzi ad un’opera di Nino Ricci? Perchè uno come me, abituato ad esprimersi con linee e masse di colori violenti, seppure bilanciati, come poteva emozionarsi di fronte ad opere espresse sul segno “costruttore” di forme,con colori diversi, ma uniformi nel sentire? Uno che si emoziona dinnanzi a “l’urlo” di Munch, come fa ad emozionarsi di fronte all’Annunciata di Antonello da Messina? Cosa voglio dire con ciò: che il modo di sentire il fare artistico di NINO RICCI, di cui stiamo parlando, si posiziona su “Estetica”, mentre il modo con cui mi eprimevo tanti anni fa era ad un piano emozionale più basso, più sensuale, più materiale. Quando mi ponevo in ammirazione davanti ad un quadro di Nino Ricci, entravo come in uno stato di trance metafisica, ma che purtroppo non riuscivo a valutare. Come, pur godendoli, non riuscivo a capire il modo del fare di un UGO CAGGIANO, con i suoi equlibri cromatici. Eppure erano partiti tutti e due da tensioni artistiche più sensuali e corporee… E ne erano usciti. Cosa che con me non è avvenuto.
Per fortuna ci sono persone che comprendono ed amano artisti come Nino Ricci ed Ugo Caggiano. E potrei citare altri artisti di quel livello. Che appartengono ormai ad un’epoca passata. Spero che la nuova amministrazione maceratese abbia una sensibilità verso l’Arte, per aiutarla concretamente, poichè Macerata è una Città di Cultura, ma pure di Arte.