La cerimonia al cimitero di Macerata
di Mauro Giustozzi
L’abbraccio biancorosso nei confronti di Maurizio Mazzanti stamattina al cimitero del capoluogo ha superato ogni aspettativa da parte dei familiari del calciatore bolognese che fu uno dei più grandi di sempre a vestire la maglia della Maceratese. Come previsto poco dopo le 11 la famiglia Mazzanti, con i figli Roberto e Anita assieme ai nipoti Niccolò e Tommaso, è arrivata a Macerata per deporre le ceneri di Maurizio Mazzanti nella tomba di famiglia di Orfeo Renato Ricci, il suocero dell’ex centrocampista della Rata, padre della moglie Rosella.
Maurizio Mazzanti ai tempi della Maceratese
Doveva essere una cerimonia intima invece l’accoglienza che Macerata ha riservato ad un giocatore e soprattutto un uomo che è rimasto legato per sempre alla città, è stato straordinario: dai vertici istituzionali, il sindaco Romano Carancini e l’assessore allo Sport, Alferio Canesin, all’attuale presidente della Maceratese, Alberto Crocioni. Poi tanti ex compagni di quella squadra in cui lui ha militato per quasi un decennio, tra cui Prenna, Turchetto, Attili, Bruno, Ciappelloni e Macellari. Ma soprattutto quello che ha stupito maggiormente i familiari dei Maurizio Mazzanti è stata la presenza nel piazzale del cimitero cittadino di una folta delegazione, con tanto di striscione di enormi dimensioni, della tifoseria biancorossa, nello specifico della Curva Just. Ragazzi, oggi diremmo uomini, molti dei quali non hanno mai visto giocare Maurizio Mazzanti, ma le cui gesta sono state tramandate e raccontate nel corso degli anni successivi per arrivare sino ad oggi.
Il sindaco Romano Carancini e l’assessore Alferio Canesin con i familiari di Mazzanti
«E’ come se questi tifosi lo avessero conosciuto da sempre – ci dice un emozionatissimo Roberto Mazzanti, figlio di Maurizio- nel senso che tutto mi sarei aspettato meno che di trovare tanti tifosi ad accogliere le ceneri di mio padre. Devo dire che ho avuto la pelle d’oca stamattina ed a stento ho trattenuto l’emozione per come siamo stati accolti, in particolare per come il ricordo di mio padre sia vivo più che mai nella tifoseria ma direi nell’intera città di Macerata. Del resto lui ha sempre detto a noi figli, ai nipoti, alla famiglia che i momenti più belli e gioioso della sua vita, e non intendeva solamente la carriera calcistica, li aveva vissuti a Macerata. Credo che l’accoglienza ricevuta stamattina ne sia la testimonianza più vera e sentita». Oltre alla tifoseria presenti i rappresentanti istituzionali e calcistici più importante del capoluogo per accompagnare l’ultimo viaggio di Mazzanti da Castel Guelfo sino al cimitero di Macerata.
Gli ex compagni di squadra di Mazzanti
«Non mi aspettavo di trovare anche gli ex compagni di campo di mio padre –ha proseguito Roberto Mazzanti- segno che in quello spogliatoio biancorosso si erano cementati dei valori che sono andati ben al di là del rettangolo verde. Mi ha sorpreso piacevolmente anche che il sindaco e l’assessore allo Sport del Comune siano intervenuti a questa cerimonia, rappresentando in questo modo la vicinanza non solo degli sportivi ma dell’intera città a Maurizio ed alla nostra famiglia. Le ceneri di Maurizio sono state tumulate nella tomba di famiglia di mia madre che si trova nella parte monumentale, quella più antica del cimitero. Credo che se oggi mio padre ci guarda da lassù per lui questa è stata la giornata che aveva sempre immaginato quando ci ha chiesto di poter riposare per sempre a Macerata».
(foto di Fabiola Monachesi)
L’ultimo viaggio del “professore”, Mazzanti ritorna a Macerata
che bel pensiero
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