Trasporto scolastico a rischio,
mancano 60 bus e autisti
«Impossibile rispettare il distanziamento»

SCUOLA - Stefano Gregori, vice presidente di Contram Mobilità, spiega che la regola del distanziamento di un metro rende di fatto impossibile portare i ragazzi negli istituti: «La Regione deve intervenire, manca pochissimo tempo, dobbiamo sapere cosa fare dal 14 settembre»

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Un autobus al terminal di Macerata

 

di Marco Ribechi

Trasporto scolastico a rischio per 8mila studenti maceratesi. Dal 14 settembre, data in cui è programmata la riapertura delle scuole, potrebbero non bastare gli autobus e gli autisti per effettuare il servizio agli studenti, a meno che non vengano cambiate le regole di distanziamento. A lanciare l’allarme è Stefano Gregori, vice presidente di Contram Mobilità (che raggruppa Contram Spa Camerino e Macerata Bus) che dal 2007 svolge l’intero servizio di trasporto extraurbano per tutta la provincia di Macerata. «Ci troviamo in una situazione molto complicata da risolvere in pochissimo tempo – spiega Gregori – altrimenti non riusciremo a portare nelle scuole circa 8mila studenti che costituiscono l’80% dei nostri clienti».

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Stefano Gregori vice presidente di Contram Mobilità

Dopo il Coronavirus infatti la capienza dei bus era stata ridotta al 60% per poi essere estesa di nuovo al 100% tramite ordinanza regionale con un taglio solo dei posti in piedi del 25%. L’ultima ordinanza del Ministero della Salute del primo agosto però ha ribadito l’obbligo di distanziamento di un metro che di fatto svuoterebbe i bus. «Mantenere un metro di distanza significherebbe passare da 80 posti a meno di 35 – aggiunge Gregori – questo significa che se anche dovessimo mettere a disposizione i bus turistici, con un notevole danno del settore, continuerebbero a mancare alla nostra flotta circa 60 mezzi. Questi mezzi inoltre non possono essere acquistati poiché non sarebbe possibile ottenerli in tempi utili per effettuare il servizio. Oltre ai bus mancherebbero persone in possesso di patente D e con esperienza necessaria per guidare un bus pieno di giovani studenti. In queste condizioni è evidente che anche con tutta la buona volontà del mondo sarebbe impossibile garantire il servizio».

Un altro problema riguarda l’ingresso scaglionato nelle scuole: «Si pensa di far entrare i ragazzi a orari diversi per evitare gli assembramenti – aggiunge Gregori – ma scaglionare di pochi minuti è inutile e inoltre si creerebbe la necessità di raddoppiare le corse, e quindi gli autobus. Le partenze scaglionate avrebbero senso solo se a distanza di almeno due ore, questo consentirebbe all’autobus di terminare il giro e caricare nuovi studenti». La situazione è già stata affrontata da altre regioni come Emilia Romagna e Puglia. «L’unico modo per superare questo problema – conclude Gregori – è quello di chiedere una deroga al distanziamento di un metro per il trasporto scolastico, la Regione a mio avviso dovrebbe procedere in questa direzione. Se pensiamo che ogni ragazzo sia seduto, davanti avrebbe lo schienale dell’altro passeggero e con l’uso delle mascherine il rischio contagio sarebbe comunque contenuto. Chiediamo alla Regione e all’assessore Sciapichetti, che si è sempre dimostrato molto disponibile, di intervenire tempestivamente, anche convocando i presidi. Abbiamo l’assoluta necessità di capire come dobbiamo comportarci dal 14 settembre».



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