La riunione del comitato
di Monia Orazi
No all’ospedale unico provinciale, potenziamento del pronto soccorso e del dipartimento prevenzione, ritiro della determina 742: sono queste alcune delle richieste contenute nel documento che sta preparando il Comitato per la difesa e la tutela dell’ospedale di San Severino, riunitosi ieri sera nella sede della Cri settempedana. Il documento sarà sottoposto ai candidati alla presidenza della Regione Marche, a tutela della sanità pubblica. «Chiederemo la revoca della determina 742 del 31 dicembre 2019, ora sospesa che trasforma in succursali di Macerata i reparti di oncologia e radiologia e l’hospice – ha spiegato l’avvocato Marco Massei, vice presidente del comitato – nel documento sarà inserito un no all’ospedale unico provinciale, che drena risorse importanti da destinare agli ospedali di rete e ad una sanità diffusa sul territorio, che la recente emergenza Covid ci ha mostrato quanto sia importante. Chiederemo che sia potenziato il pronto soccorso dell’ospedale di San Severino e di assicurare il turn over del personale sanitario, sostituendo chi va in pensione. Sarà importante provvedere al potenziamento del dipartimento di prevenzione, l’inserimento della guardia anestesiologica. Chiederemo di istituire un tavolo tecnico permanente sulla sanità anche a livello locale, la riattivazione della commissione comunale sanità mai convocata. Cercheremo di avere un rapporto collaborativo con il futuro direttore dell’area vasta 3 che sostituirà Alessandro Maccioni».
Annunciata anche la richiesta di uno studio epidemiologico sulla qualità di aria e suoli, per alcune contaminazioni di cobalto nei terreni di Serripola, evidenziati dallo studio Arpam sui possibili effetti del cementificio, insieme ad una ricognizione di eventuali eccessi di malattie tumorali tra la popolazione. Presenti all’incontro esponenti di diverse associazioni e comitati, tutti impegnati nella tutela della sanità, come Cri, Avis, Tribunale del Malato, Help sos salute ed altri, i consiglieri comunali di minoranza Francesco Borioni, Mauro Bompadre e Pietro Cruciani, esponenti locali di Fdi, Giovanna Capodarca del comitato di Civitanova. «Siamo contenti della presenza di Cristina Marcucci del comitato Help – ha detto Mario Chirielli segretario del comitato – si era registrata una collaborazione in occasione della manifestazione contro la chiusura del punto nascita. Il nostro ospedale è messo male, vogliamo collaborare con tutti. Si fanno solo 30 prelievi al giorno per le analisi creando un disservizio, al pronto soccorso manca il personale». Letto durante la serata un documento stilato dal consigliere regionale Gianluca Busilacchi, inviato al ministro della salute Roberto Speranza, che chiede di rivedere l’applicazione del decreto ministeriale 70, il cosiddetto decreto Balduzzi, che ha creato problemi nelle strutture sanitarie dell’entroterra, per il taglio dei servizi. Evidenziato come nei giorni scorsi si siano riunite anche la Caritas ed Help, con altre associazioni locali, per dare vita anche loro ad un documento a tutela della sanità locale. Da diversi presenti è stato lanciato un appello all’unità, in nome di una battaglia comune a tutela della sanità pubblica.
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Parcaroli, questa è l’opinione del territorio.
Non solo no all’ ospedale unico, ma altre cose di spreco e no di utilità alla comunità.
Civitanova, Macerata, San Severino, Camerino, debbono rimanere, essere potenziati come personale e strutture dove serve, il covid smantellato, ridata la fiera alla città, le apparecchiature distribuite nei quattro ospedali…..
Occorrerebbe dire no anche alle cliniche private. Infatti la riduzione del numero degli ospedali fa il paio con l’aumento delle suddette cliniche.