Prodotti “bio” con fertilizzanti vietati,
giro d’affari di 270mila euro in un anno:
tre denunce per truffa e frode

OPERAZIONE dei carabinieri forestali: nei guai i rappresentati legali di due aziende agricole di Loro Piceno e Tolentino e il direttore dei lavori di una di esse. Producevano grano, favino e girasole per la vendita all'ingrosso. Avevano anche percepito ingenti finanziamenti dall'Ue. Bloccata la produzione 2020

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I controlli dei carabinieri forestali

 

Hanno venduto prodotti classificati come bio per oltre 270mila euro in un anno, incassando anche i contributi dell’Ue, ma nella coltivazione utilizzavano fertilizzanti e fitosanitari vietati. Blitz in due aziende agricole di Tolentino e Loro Piceno dedite alla produzione di vegetali “bio” quali grano, favino e girasole destinati all’ingrosso di alimenti e mangimi: tre le persone denunciate. Le indagini, partite a gennaio, sono state condotte dai carabinieri forestali della stazione dell’Abbadia di Fiastra.  Gli esiti degli accertamenti hanno consentito di appurare che in tali aziende sono stati utilizzati nelle annate agrarie 2019 e 2020 alcune tipologie di prodotti fertilizzanti e fitosanitari vietati nelle coltivazioni biologiche con lo scopo di incrementare la resa delle coltivazioni stesse. Le produzioni agricole del 2019 sono state commercializzate come “prodotti biologici”, per complessive 766 tonnellate, per un fatturato totale di  272.815 euro. Per la stessa annata inoltre le aziende hanno percepito, in violazione dei bandi di accesso ai finanziamenti Ue per produzioni biologiche, e dunque secondo gli inquirenti in modo illecito, anche contributi per un totale di 86.151 euro. L’intervento dei militari dell’Arma ha invece impedito la vendita e commercializzazione come “prodotto biologico” della produzione del 2020.  A seguito dei rilievi, inoltre, l’organo di controllo “Suolo e Salute srl”, autorizzato a tale scopo dal ministero delle Politiche agricole ha sospeso ad entrambe le due aziende la certificazione “biologica”. Tre dunque le persone denunciate: i due rappresentanti legali delle aziende agricole e il direttore tecnico dei lavori.  Contestati i reati di frode aggravata nell’esercizio del commercio e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. L’utilizzo di prodotti fertilizzanti e fitosanitari vietati comporta un aumento della resa per ettaro e conseguentemente l’immissione sul mercato di una quantità maggiore di prodotto rispetto a quella che si sarebbe ottenuta in caso di rispetto dei disciplinari previsti per la coltivazione biologica. A questo deve aggiungersi che il prodotto biologico viene generalmente venduto ad un prezzo maggiore, talvolta addirittura doppio rispetto a quello convenzionale. Infine ma non ultimo in ordine di importanza, l’illecita percezione di finanziamenti pubblici destinati all’avvio e allo sviluppo di colture biologiche, quando in realtà non lo sono, comportano danni all’erario.



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