di Ugo Maria Fantini*
Mi unisco ai tanti (e non solo agli operatori della scuola) che in questi giorni hanno appreso dalla stampa ufficiale (non smentita), con stupore e rabbia la volontà (così almeno sembrerebbe) del Ministero dell’Istruzione di volere applicare la regola del “tutti promossi” ma con “debito” da recuperare dal 1° settembre. A prescindere se poi sarà questa la scelta definitiva, è indubbio che il danno è già stato fatto. Mi riferisco a chi, in questi giorni, dirigenti, docenti e famiglie, si stanno adoperando per garantire, seppure con i limiti di cui si è già ampiamente discusso, la didattica a distanza. Mi riferisco agli studenti, che fatta eccezione per alcuni, segue le lezioni, svolge i compiti e viene valutato. Il tutto in ossequioso rispetto alle direttive sfornate dal Ministero, quasi quotidianamente, con le quali si continua a raccomandare di fare lezioni a distanza e di valutare i ragazzi tenendo conto (ovviamente) del momento attuale. Dire oggi, a due mesi dalla fine dell’anno scolastico, “tutti promossi” è un errore (con la speranza che di errore si tratti) di comunicazione gravissimo, per il quale andrebbe “bocciato” l’autore senza possibilità di “ripetere l’anno”, tanto più che nessuno ha mai chiesto atti di clemenza, anche perché la cura rischia di essere più dannosa del male. Neanche gli studenti lo hanno chiesto, né avrebbero mai creduto che qualcuno, oggi, potesse già dire a loro, con largo anticipo (e senza scrutinio), che sarebbero stati comunque promossi. Qualche dirigente scolastico, acutamente osservava: “Adesso diteglielo voi ai ragazzi di assistere alle video lezioni”. E’ evidente la reazione, quanto meno emotiva (oltre che ovvia) che suscita negli studenti una notizia di questo genere. Ma loro sono molto più responsabili di tanti altri. Continuano a partecipare alle lezioni e a lavorare.
Nessuna improvvisazione con la scuola. Ascoltiamo chi è in prima linea. Niente buonismi, ma buon senso. Non vanifichiamo e rispettiamo il lavoro che i docenti stanno faticosamente facendo tutti i giorni, ben più gravoso rispetto a quello in condizioni normali. Ricordo nel 2016, gli studenti del terremoto non ottennero alcuna “grazia”, fatta eccezione per i commissari (tutti interni) agli esami di maturità. Le prove vennero dal Ministero, le stesse per tutta Italia, nonostante fosse ovvio che il programma in quelle scuole non poteva essere stato svolto come nelle altre. Eppure, in quell’anno scolastico gli studenti persero quasi tutto il primo quadrimestre, le lezioni ripresero con orario ridotto, docenti e studenti si alzavano la mattina alle 5,30 da Porto Recanati, Sant’Elpidio, Civitanova, Porto San Giorgio, per raggiungere le scuole a Camerino, poi ripartivano e arrivavano tardi, trovando il pranzo freddo in un contenitore di plastica. In quell’anno nessuno chiese ed ottenne la “grazia”. E’ bastato il buon senso dei docenti per valutare gli studenti e tenere conto delle mille difficoltà di tutti. Dunque, lasciamo alle scuole, ai loro dirigenti, docenti e famiglie valutare e decidere a tempo debito quale sia la strada più giusta, come valutare e quando, se ce n’è bisogno per qualcuno, recuperare, evitando prima del tempo disastri incolmabili, sotto il profilo educativo, ancora peggiori del Covid-19.
*docente di economia aziendale Itcg Antinori di Camerino
Bravo prof un saluto
Ottimo intervento del collega. Indegno che un Ministro dell'Istruzione, A FINE MARZO, in piena didattica a distanza, permetta che circolino voci (o peggio, faccia trapelare informazioni) sull'ipotetica assenza di debiti per tutti gli alunni. Ho passato le video lezioni di ieri a rispondere a domande del tipo "Prof. ma è vero NON POTETE mettere nemmeno un debito quest'anno?" . Non ci voleva un genio per capire che non era un'informazione da diffondere ai 4 venti, Azzolina bocciata.
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Bravo Prof.hai fatto centro
Io dico una cosa, ma le persone, i ragazzi, studiano solamente per il timore di avere un debito da recuperare a settembre? Se solamente questa è la motivazione per studiare ed impegnarsi siamo messi proprio male!
Francamente, prof. Fantini, che Voi Insegnanti pensiate di essere comunque in grado di poter decidere chi bocciare dopo una fine d’anno del genere mi mette un po’ i brividi, considerando che neppure Voi avreste potuto essere preparati a ciò che sta accadendo. Non so come faccia ad essere certo che tutti i Suoi colleghi abbiano materiale a sufficienza per poter valutare i propri alunni visto che sembra che il 20% di questi non abbia neppure accesso, ad oggi, alla didattica a distanza (senza tener conto che in alcune zone di Italia la quarantena è iniziata ancor prima che altrove e quindi le lezioni sono finite da più tempo).
Troppo presto, secondo lei, per anticipare ad alunni e famiglie l’esito dell’anno scolastico? Non sono mai stato per le promozioni facili, per il premiare l’impegno, ecc., ma credo che nelle condizioni sociali in cui ci troviamo ora lo spazio per i colpi di scena non ci sia e quindi è molto meglio sapere oggi quali siano le regole (uguali per tutti) e giocare con quelle. La didattica a distanza è stressante tanto per Voi Insegnanti quanto per le famiglie che si trovano a combattere con connessioni spesso ballerine (specie nelle nostre zone interne), con mancanza di hardware, con la necessità di coordinare gli orari di più figli, ecc.. Se tutti ci dobbiamo aiutare preferisco sapere che per ora ci concentriamo sulla didattica e che poi la misurazione della performance la rimanderemo ad un momento successivo! Per favore, pensate all’oggi dei nostri figli e continuate a fornirgli una didattica che abbia la migliore qualità possibile… domani, con calma, deciderete se e come valutare il lavoro fatto in questi mesi!
Condivido appieno le parole del signor Rossi, ogni cosa a tempo debito!