Sandro Zaffiri
«In tempi di Coronavirus c’è un’epidemia molto più subdola e pericolosa che si sta diffondendo nel tessuto sociale ed economico della nostra regione». Parola di Sandro Zaffiri, consigliere regionale della Lega che oggi prende di petto il tema delle infiltrazioni mafiose nelle Marche, ricostruzione post sisma compresa.
«La maxi operazione antimafia che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di ben 65 persone in tutta Italia e quattro nelle Marche (a Fabriano, ndr) riporta all’attenzione dell’opinione pubblica il preoccupante fenomeno delle infiltrazioni della malavita organizzata anche nella nostra regione – prosegue Zaffiri -. Sono purtroppo sempre più frequenti, tuttavia sempre meno degne di corretta e giusta attenzione, le notizie di accadimenti di natura malavitosa e reati riconducibili alle attività mafiose compiuti nelle Marche. Il più recente di questi casi riguarda il riciclaggio di denaro, compiuto all’estero da parte di un affiliato ad una famiglia ‘ndranghetista calabrese, per tornare ad essere investito nella nostra regione. Occorre arginare in tutti i modi questi fenomeni e attuare misure preventive, di contrasto, migliorando il coordinamento tra istituzioni e forze dell’ordine». Il gruppo Lega in Consiglio regionale aveva proposto nel 2017 una Commissione speciale di monitoraggio e analisi del fenomeno. «Purtroppo, allora, la nostra proposta fu respinta, perché la maggioranza a guida Pd preferì tenere sotto la sabbia un problema che si stava pian piano ingigantendo – dice Zaffiri -. Oggi che continuiamo ad avere conferme rispetto all’esigenza di monitorare costantemente il fenomeno riteniamo opportuno far riuscire dal cassetto quella proposta per l’istituzione della Commissione speciale all’avvio della nuova legislatura regionale. Più che mai opportuna non soltanto per un monitoraggio capillare del territorio delle aree urbane, ma anche per tenere sotto controllo la ricostruzione del post terremoto, dove, nella catena dei subappalti, potrebbero meglio insinuarsi le infiltrazioni mafiose».
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