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Giornata del ricordo,
dal diario di un’esule dalmata
un insegnamento per i ragazzi

CIVITANOVA - Al liceo Da Vinci la celebrazione dedicata alle vittime delle foibe con un Consiglio comunale aperto. Protagonista Paolo Hinna, figlio di Adriana Carloni che visse sulla propria pelle quella tragedia: «C'è una cosa che mia madre non mi ha mai voluto insegnare: l'odio per chicchessia»

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Il Consiglio comunale aperto al Da Vinci

 

di Laura Boccanera

“Adriana vai a casa che qui l’aria puzza”. Inizia così il diario di Adriana Carloni, pagine scoperte dai figli dopo la morte della donna. Un diario che è stato confidente intimo di  atrocità che non sarebbe stato possibile cancellare dalla mente e dal cuore, sebbene nei racconti orali, ai suoi bambini, quella storia venisse raccontata in maniera sommessa, senza indulgere nei particolari più cruenti e dolorosi.

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Da sinistra Maika Gabellieri, Paolo Hinna e il segretario comunale Sergio Morosi

Paolo Hinna è il figlio di Adriana Carloni, esule dalmata che a causa dei bombardamenti perde prima lo zio e poi, dopo l’8 settembre comincia il suo peregrinare, da Zara a Spalato, l’Italia, in Puglia, Napoli, Roma e finalmente il ritorno ad Ancona. Hinna è il testimone che il consiglio comunale aperto di Civintanova ha offerto ai ragazzi degli istituti scolastici della città per raccontare la tragedia delle foibe nel giorno del ricordo. La mattinata si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro sul piazzale di via Martiri delle foibe. Ed è finita con la polemica innescata da Marsilio Marsili di Articolo 1 che ha parlato di «controcultura a senso unico» (leggi l’articolo). Al liceo presenti il sindaco Fabrizio Ciarapica, il presidente del consiglio comunale Claudio Morresi, gli assessori Barbara Capponi e Maika Gabellieri. Lorenzo Verdecchia del 5°A dell’Istituto superiore Bonifazi, ideatore del manifesto è intervenuto spiegando le ragioni delle scelte grafiche, definendo la foiba come triangolo nero capovolto assimilandolo al ‘Canto notturno di un pastore errante dell’Asia’ di Leopardi e l’Inferno di Dante. «Troppo spesso si dice “per non dimenticare” – ha riflettuto l’assessore Barbara Capponi – ma se le cose le ricordiamo ma non le decliniamo ha poco senso. Ha senso fare una distinzione fra vittime? Perché sono di più o di meno, ci sono morti di serie A e di serie B? Le foibe sono figlie di una mentalità non ancora passata. Una mentalità che vede nemici negli avversari e che pensa sia lecito distruggere la persona. Temo che questa mentalità che ha scatenato tanti eccidi non sia del tutto spenta, andate a cercarla in quello che viviamo, nei messaggi su Facebook, nella musica che ascoltate. Solo in questo modo si può ricordare».

giorno-del-ricordo-4-325x217A seguire l’assessore Maika Gabellieri, attraverso il suo intervento, ha in parte spiegato il perché della solidarietà al professor Matteo Simonetti, sospeso dall’insegnamento dopo l’esposto dell’Anpi a causa di un post Facebook nel quale rivendicava la possibilità, come libertà di pensiero, di porre dubbi sulla Shoah. «Oggi c’è ancora chi ha la presunzione di avere un’unica verità in tasca – ha detto – ci sono fatti e verità che si trovano ancora nei cassetti.  I vostri professori hanno come finalità quella di dare gli strumenti per leggere la realtà». «Le motivazioni per cui questa parte di storia era stata negata sono molte e complicate e comprendono anche responsabilità di grandi capi di governo, forze contrapposte politicamente che per tanti anni non avevano l’interesse di far sapere», ha aggiunto il sindaco Fabrizio Ciarapica. Toccante e commovente Hinna, che ha parlato del diario lasciato dalla madre. «Io e mio fratello l’abbiamo ritrovato dopo la sua morte e molte pagine di questo diario raccontavano i momenti terribili della persecuzione di Tito – ha ricordato – Da allora portiamo la lettura delle pagine di questo spaccato intimo della nostra famiglia nelle scuole come testimonianza. Mia madre lo raccontava in vita in maniera sommessa, fu un dolore per noi leggere queste pagine. Ma c’è una cosa che mia madre non mi ha mai voluto insegnare: l’odio per chicchessia, ma solo amore per la nostra terra, patria e bandiera». Al termine dell’incontro i ragazzi dei vari istituti scolastici hanno proposto letture e approfondimenti sul tema.

Giorno del ricordo, polemica a Civitanova: «Questa è controcultura a senso unico»

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La deposizione della corona d’alloro

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La deposizione della corona

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