In manette per furti in abitazione, restano tutti in carcere i 4 albanesi arrestati nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri. Hanno negato tutto le due donne finite in manette: «dei furti non ne sappiamo niente». L’udienza si è svolta questa mattina al tribunale di Ascoli. Gli arrestati erano partiti in auto da Civitanova e da lì la notte di sabato avevano raggiunto la frazione di Centobuchi, a Monteprandone. Lì erano stati messi a segno 4 furti in abitazione, altri sarebbero stati compiuti in precedenza nel Maceratese, a Porto Recanati e Recanati, e proprio per questo quella notte l’auto dei quattro albanesi era stata pedinata dai carabinieri della Compagnia di Civitanova. A bordo della vettura c’erano due uomini (Mirel Tusha, 34, e Dede Koci, 26) e due donne (Manuela Oshafi, 29, e Suzana Stafasani, 38). Secondo l’accusa mentre le due donne attendevano in auto i due uomini avevano messo a segno i furti. Oggi le due donne hanno negato di sapere dei furti. Una di loro era ospite dell’altra e si trovava in Italia da un paio di settimane. «Quella notte dovevamo andare a Roma, ci siamo fermati perché loro (Tusha e Koci, ndr) ci hanno detto che dovevano fermarsi a incontrare un amico. Così abbiamo atteso e siamo andate a mangiare in una pizzeria e poi siamo state in un bar, quando ci hanno telefonato che tornavano siamo andate all’auto». Sulla vettura, nascosti in un vano segreto realizzato nel cruscotto, i carabinieri avevano trovato gioielli e oro frutto di furi compiuti nella frazione di Centobuchi. Le donne sono difese dall’avvocato Giovanni Galeota. I due uomini invece non ha risposto alle domande del gip, Annalisa Giusti. Sono difesi dall’avvocato Maurizio Cacaci. Il giudice ha disposto per tutti e quattro la misura cautelare in carcere.
(Gian. Gin.)
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Non sapevano nulla. Tipico.
Se condannati proporrei per loro la Libertà a condizione che se ne tornino in Albania….. a nuoto