di Maurizio Verdenelli
“La Storia è un bene comune”. Reano Malaisi, sindaco di Montecosaro, ha adottato (al pari di Unimc) perfettamente il messaggio che nel giugno scorso hanno affidato ad un manifesto per lo studio e la conoscenza della Storia Andrea Camilleri (un mese prima di morire), Liliana Segre ed Andrea Giardina. Malaisi ha addirittura sgomberato la sala consiliare e rinviato, seppure a brevissimo termine, una civica assemblea per consentire l’allestimento di una mostra di valore europeo, con rarissimi reperti, sulla Prima guerra mondiale all’interno di un programma fino a sabato prossimo che mette al centro il terribile periodo di guerre ‘fasciste’ dal 1934 fino al ’45 nel tema comune del ‘4 Novembre’.
Una settimana di ricerca ed approfondimento sulla nostra contemporaneità, cui talvolta i manuali scolastici non offrono la meritata profondità, coinvolgendo le scuole a cominciare dalle elementari. Un programma benissimo curato dall’associazione nazionale Combattenti e reduci (sezione “Luigi Torresi” di Montecosaro), con il presidente provinciale Albino Mataloni e maceratese, Mario Massimi (Macerata). Fondamentale l’apporto del Centro Studi montecosaresi, con a capo Fabrizio Quattrini, che ha presentato un eccezionale filmato con spezzoni di documentari austriaci (con al centro l’imperatore Francesco Giuseppe poco prima Sarajevo) e tedeschi, sapientemente montato, chiamando per l’allestimento della mostra il celebre collezionista Luca Cimarosa. Che ha presentato pezzi ormai pressocche’ introvabili dell’armamento bellico dei due fronti: corazze a coda di gambero per singolo fante e quelle da trincea, ‘cervelliere’, elmetti rinforzati, armature d’acciaio dal sapore medievale e terribili ‘spuntoni’ che venivano celati nella neve alta dall’esercito austriaco, ed armi convenzionali di tutti i tipi. Ne mancano riferimenti storici e testimonianze legate alla cavalleria considerato che il Conflitto 1915-18 fu l’ultimo in cui fu utilizzato (e massacrato) il nobile quadrupede.
A leggere l’intero protocollo delle disposizioni del Regio Esercito circa l’impiego delle corazze e degli altri ‘dispositivi difensivi’ (cfr scudi) è stato, dopo il taglio del nastro, il giovanissimo Nicolò Massini. Malaisi ha poi acceso la fiamma di un singolare mini-tripode formato essenzialmente da una piccola bomba a mano, suggestivo reperto risalente alla Grande Guerra. “Nella quale – ha detto il sindaco- Montecosaro ha perduto 68 suoi giovanissimi figli, perlopiù ventenni, perlopiù a seguito delle ferite ed orrende mutilazioni che le nuove, ‘barbare’ armi per la prima volta introdotte, provocavano”. Una buona parte dei ragazzi montecosaresi mobilitati persero la vita a seguito di malattie contratte nelle trincee e sulle montagne a temperature da congelaumento quasi immediato: il ghiacciaio dell’Adamello , sciogliendosi al 50% in questi anni per il mutato meteo, sta restituendo tanti corpi e ‘tristi cimeli” della Prima Guerra mondiale. Voluta per l’Italia, rivela l’audio del filmato, dal re, dal presidente del Consiglio e dal ministro delegato. Inquietanti le scene delle vittime delle ‘decimazioni’ volute dal generalissimo Luigi Cadorna e dalle quali certo non prese le distanze Gabriele D’Annunzio i cui discorsi tesi ad ‘infiammare’ le truppe, insieme con quelli di un cappellano militare facondissimo oratore, non a caso ‘cadevano’ prima di ogni sanguinoso assalto.
Dice Luca Cimarosa che a Loro Piceno ha allestito da tempo due musei storici visitati anche dall’estero: “Montecosaro e’ un esempio brillante di come un’ amministrazione comunale si ponga anche il compito di illuminare la storia a vantaggio di tutta la comunita’, in particolare dei ragazzi, supportando i programmi della scuola. Un esempio che purtroppo vedo non troppo seguito in provincia, nonostante l’occasione degli anniversari, un illustre passato e le testimonianze di sangue e sacrificio offerte da generazioni e generazioni di giovani di questa terra, a cominciare dalla drammatica epopea della ‘Brigata Macerata”
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La storia è un bene comune: che tutti dovremmo conoscere, solo conoscendo il passato, possiamo programmare il presente con meno errori possibili.
Complimenti al Comune di Montecosaro.