Ceriscioli sfodera la sua arma segreta:
il ragionier Pompozzi

REGIONE - A fronte di un'avanzata senza precedenti della destra in vista di Marche 2020, il governatore nomina l'ennesimo consulente di fiducia: si tratta del consigliere di Servigliano, nonché vicepresidente della Provincia di Fermo. Si occuperà fino a fine legislatura di opere pubbliche al costo di 41mila euro

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di Fabrizio Cambriani

Talvolta la realtà supera di molto anche le più perverse delle fantasie. Immaginiamo questa scena. Interno notte: è la domenica sera e in un salotto, con le luci soffuse e a volume basso, il governatore Luca Ceriscioli sta guardando i primi dati sulle elezioni umbre. Non appena rendono noti gli exit poll, afferra il telecomando e, molto preoccupato, spegne la tv. Quindi si mette a letto con il fermo proposito di porre argine all’avanzata della destra che, naturalmente, potrebbe coinvolgere anche le sue Marche. Risoluto, all’indomani si reca all’ultimo piano di Palazzo Raffaello e riunisce i suoi per gli urgenti e inderogabili provvedimenti che la grave circostanza richiede. È un momento solenne. L’attenzione è tale che qualcuno riesce a percepire perfino le vibrazioni dei muscoli degli astanti, tanto la tensione è alta. Infine, la decisiva e irrevocabile decisione: la nomina di un altro “esperto” – stavolta in “materia di opere pubbliche ed impatto ambientale (ah, le “e” eufoniche, queste sconosciute), sviluppo sostenibile e tutela del territorio” – con un incarico di collaborazione alla presidenza della giunta regionale. Tuttavia, l’esperto in queste ampie e gravose materie non viene prescelto in un albo di professionisti e nemmeno in ambito accademico – chissenefrega se abbiamo una prestigiosa università politecnica e altri tre atenei – ma individuato, come recita l’atto di nomina “intuitu personae”.

Pompozzi

Stefano Pompozzi

Trattasi invece del ragionier Pompozzi (absit iniuria verbis), che a conti fatti verrà a costarci, da qui alla fine di maggio, la bellezza di 41mila euro, più qualche spicciolo. Egli si affianca dunque ad altre due ragioniere – ovviamente anch’esse espertissime in economia, sviluppo, industria, commercio e chi più ne ha, più ne metta – quali Sara Giannini (ex assessora regionale) e Camilla Fabbri (ex parlamentare). Anche il ragioner Stefano Pompozzi, classe 1973, è un ex di qualcosa. È stato infatti presidente, dal 2016 al 2018, dell’associazione Marca Fermana, avente come oggetto la promozione e l’accoglienza turistica nel Fermano. Ambito nel quale, com’è noto a tutti, si maturano sicure e garantite esperienze in opere pubbliche. Attualmente è vicepresidente della provincia di Fermo, in quanto consigliere comunale in quel di Servigliano.

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Luca Ceriscioli

Evidentemente il governatore ridens deve essersi fatto persuaso che la nomina del ragionier Pompozzi possa davvero porre rimedio, in pochi mesi, all’ascesa vorticosa della destra. Sicuramente Ceriscioli è convinto che la nomina susciterà nei marchigiani tutti sentimenti di calorosa approvazione. Certamente il presidentissimo avrà saputo valutare, con ponderazione e saggezza la sua decisione. E, indubbiamente, deve essere a conoscenza di dinamiche sulla psicologia delle folle a me – ma anche a moltissimi comuni mortali – sconosciute. Una sorta di arma segreta che, come nei migliori film d’azione, viene svelata all’ultimo momento e che, improvvisamente, ribalta le già segnate sorti del protagonista. Credo che questa sia una tesi verosimile, anche perché dall’intera maggioranza che sostiene Ceriscioli non si è levata una sola voce critica in proposito. Nessuno che abbia alzato un sopracciglio. Mi rifiuto di pensare che numerosi consiglieri che personalmente conosco e di cui ho stima, si facciano condurre così docilmente a un macello collettivo. Però, in tutta franchezza, debbo dire che il tarlo del dubbio resta. Come rimane una sospetta sensazione: quella di chi, vedendo arrivare una tempesta all’orizzonte, si prepari a svuotare la cambusa. A trafugare compulsivamente quante più derrate possibili. Per poi calarsi, in segreto e tutta fretta, nella scialuppa di salvataggio. Lasciando che la nave affondi con tutto il suo equipaggio.



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