Elia Gironelli, 19 anni, studente dell’alberghiero Varnelli di Cingoli, boxeur per hobby e per passione, ma anche con la convinzione di fare sul serio, di andare lontano. Scrupoloso, metodico, maniacale: tre aggettivi per delineare il suo modo di approcciare uno sport bellissimo e, al tempo stesso, faticosissimo. Tre aggettivi che determinano tenacia e costanza, caratteristiche indispensabili se si vuole ottenere qualcosa.
È campione nazionale nella categoria Elite II serie nella categoria welter (64 kg): titolo vinto a Mondovì nel maggio scorso. Si allena all’Accademia Pugilistica Maceratese, seguito e diretto dal suo allenatore Emanuele Gramaccini. «Ho disputato molti incontri finora, vincendone più di dieci – sottolinea – ma sono sicuro che si impara più dalle sconfitte che dalle vittorie. Il mio primo incontro l’ho perso, diversi anni fa: ho pianto. Ma è stata una molla formidabile per migliorarmi».
Recentissima la sua vittoria a Porto Sant’Elpidio, allo Chalet Saxa, del 28 settembre scorso: ha battuto il pesarese Ion Trifan nella categoria superiore alla sua, quella dei 69 kg. «Fa una grande differenza il salto di categoria – aggiunge Gironelli – ed è stata molto dura vincere. Ma occorre guardare sempre avanti con fiducia. Ora devo prepararmi per i campionati nazionali assoluti che si svolgeranno tra fine ottobre ed inizi novembre, in località da definire. Mi sto allenando con grande impegno, so che sarà durissima». Della sua tecnica pugilistica riconosce al montante il colpo “letale”, ma la domanda nasce spontanea se si pensa alla scelta di questo sport: perché un giovanotto futuro cuoco o direttore di sala ama cimentarsi in questa disciplina ardua e faticosa? «Ho iniziato nel settembre 2016 per curiosità – racconta-. Mi sentivo sempre un po’ nervoso, un po’ insoddisfatto; pensai che poteva servirmi come sfogo, come scarico della tensione. Ho trovato una dimensione che mi ha gratificato, quando esci dall’allenamento ti senti più leggero, più consapevole, più equilibrato. Impari a gestire la tua forza, sei meno fragile».
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