Al Cosmari bocche cucite e una nota:
«Contenuti infondati,
avvieremo indagine interna»

IL CONSORZIO replica con poche righe all'articolo di Bommarito in cui si parla di bilanci e del peso delle macerie del terremoto: «Incarico ai legali per valutare quali azioni intraprendere». Intanto in Consiglio regionale si è discusso degli eco-indennizzi che finora i Comuni non hanno visto

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Lo stabilimento del Cosmari

 

Bocche cucite al Cosmari, nessuna risposta nonostante le richieste fatte, ma una nota stringata in cui si annunciano azioni legali da parte del Consorzio per l’articolo comparso ieri su Cronache Maceratesi a firma dell’avvocato Giuseppe Bommarito. Nella nota si definiscono i contenuti «totalmente infondati e gravemente diffamatori della società» e si aggiunge che la società «ha incaricato i legali di fiducia di valutare quali azioni intraprendere in sede civile e penale». Inoltre l’azienda aggiunge: «La Cosmari srl non conosce su quali basi informative l’avvocato Bommarito abbia fondato le proprie accuse, né le stesse fonti vengono citate all’interno del suo articolo. Si riserva pertanto di avviare un’indagine accertativa interna». Tutto qui, non c’è una risposta nel merito a quanto affermato nell’articolo. Questioni delicate che il Cosmari avrebbe potuto affrontare rispondendo a quando si legge nell’articolo in modo più sostanzioso anche perché si parla di come il bilancio della società sarebbe influenzato dalla gestione delle macerie. Ma si parla anche di ecoindennizzi, di appalti affidati frazionandoli. Temi che meriterebbero di essere affrontati in modo più articolato e non battezzati con una definizione sin troppo semplicistica («totalmente infondati»).

Elena-Leonardi

Elena Leonardi

E la vicenda degli ecoindennizzi citata nell’articolo è stata discussa oggi in Consiglio regionale in seguito all’interrogazione che era stata presentata da Elena Leonardi di Fratelli d’Italia. L’assessore Angelo Sciapichetti, leggendo quanto formulato dagli uffici competenti, «non ha risposto a tutti i punti dell’atto descrivendo in maniera generica il funzionamento dei cosiddetti “rifiuti” derivanti dai danni crolli» dice Leonardi in una nota. Le macerie del terremoto, se non riutilizzate, possono essere vendute ed il loro ricavato viene ceduto come contributo al Comune da cui provengono. Alla Leonardi però risulta «la mancata attuazione di questa norma seppur alcuni comuni avessero fatto espressa richiesta» da qui l’interrogazione alla Regione «per sapere quanto è stato applicato di questa legge straordinaria sul terremoto. Sempre generica la risposta dell’assessore Sciapichetti sulla vicenda tanto che, a suo dire, le richieste di utilizzo da parte dei comuni sono state molto limitate. E, sempre secondo l’assessore i ricavi sono stati di gran lunga inferiori ai costi sostenuti, “nel complesso”» dice Leonardi. Il consigliere di Fratelli d’Italia aggiunge che «alcuni comuni montani colpiti dal sisma “facevano conto” su questi ricavati, come quelli di Arquata del Tronto e di Acquasanta Terme i quali sino ad oggi non hanno avuto risposte in merito». Leonardi aggiunge che in provincia di Ascoli i quantitativi di macerie rimosse hanno superato i 305 milioni di chili, quelli in provincia di Macerata circa 306 milioni di chili. «Se nel complesso, come riferisce l’assessore i costi sono stati minori dei ricavi – conclude la capogruppo di Fratelli d’Italia – ciò non esula dall’applicazione del famoso articolo 28 della legge 229/2016, così da poter almeno soddisfare le richieste, finanziarie, di questi piccoli comuni terremotati».

(redazione CM)

Il “peso” delle macerie sui bilanci Le indagini sul Cosmari

 



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