di Mauro Giustozzi
Sono tra le grandi favorite al via del prossimo campionato di serie D, le squadre più accreditate al salto in Lega Pro. In un girone dove non c’è più il Cesena di turno o lo spauracchio Foggia finito altrove. Sono entrambe marchigiane e della provincia di Macerata. Recanatese e Matelica hanno tanti punti in comune, dall’essere club con presidenti prestigiosi quanto famosi come Adolfo Guzzini e Mauro Canil, ad essere società modello che da tantissimi lustri militano in Interregionale e che quest’anno, più che in passato, potrebbero essere acerrime rivali a contendersi il primato nella classifica del girone. Ma entrambe sono anche accomunate da un identico problema, nel caso in cui riuscissero nell’impresa di vincere il campionato, cosa che il Matelica ha sfiorato ripetutamente negli ultimi anni arrivando secondo per ben due volte consecutive, mentre per i leopardiani la salita nei piani altissimi della classifica è stata programmata quest’anno, al termine di stagioni comunque positive. L’emergenza che accomuna i due sodalizi potrebbe arrivare a maggio del 2020: quella dello stadio dove poter disputare la serie C.
Sì, perché in ambo i casi gli attuali impianti dove disputano le partite casalinghe non corrispondono ai dettami della Lega Pro ed adeguarli in tempi rapidi non è facile ed è soprattutto molto costoso, con un investimento da parte delle amministrazioni comunali di una cifra che oscilla tra gli 800 mila euro/1 milione di euro. Di questi tempi un’impresa praticamente impossibile per la finanza pubblica. E’ chiaro che fasciarsi la testa prima di essersela rotta, come recita un antico adagio, non è mai un bene ed entrambe le società hanno davanti un’intera stagione dove il problema stadio resterà relegato in un angolo. Ma con queste ambizioni potrebbe essere invece una realtà con cui dover presto fare i conti. D’altro canto sono pochissimi nelle Marche gli impianti omologati per ospitare partite di serie C: ci sono i 4 stadi delle squadre regionali che militano in Terza serie, ai quali vanno aggiunti il Del Conero di Ancona e l’Helvia Recina di Macerata. Non ci sono altre scappatoie. Che scelta verrà fatta nella primavera prossima se una delle due squadre, Recanatese o Matelica, saranno promosse tra i professionisti? Una risposta nei mesi scorsi il patron del Matelica, Mauro Canil, l’ha già data. E cioè che in caso di salto in serie C sarà necessario per la sua squadra lasciare Matelica e spostarsi altrove, con precisa indicazione di Macerata come polo di riferimento sia per la posizione baricentrica che ha sia per la disponibilità di più impianti destinati al calcio, uno in particolare a norma per disputare la serie C. Dietro questa posizione c’è anche il progetto di calcio provinciale lanciato a più riprese dal patron matelicese che potrebbe trovare sponda nel capoluogo da parte di Maurizio Mosca e altri imprenditori interessati all’operazione.
Situazione simile per la Recanatese che dispone di un Tubaldi su cui è vero sono stati fatti investimenti cospicui sul fondo in sintetico, sull’illuminazione, ma i lavori per adeguarlo sarebbero comunque assai onerosi per gli standard chiesti dalla Lega Pro. Anche la capienza è modesta, appena 2000 posti di cui solo 1000 coperti in tribuna. Che scelta farebbe il club giallorosso se dovesse essere costretto, dopo aver vinto la serie D, a trovare un impianto idoneo per disputare i professionisti? Non è da escludere che in questo caso, oltre a fare un pensierino a Macerata, la dirigenza non volga lo sguardo verso Ancona che già in passato, anche se in un altro sport come il basket, ha dato ospitalità ad un sodalizio leopardiano. La distanza, peraltro, non sarebbe molto diversa tra il capoluogo di regione e il capoluogo di provincia. C’è però da ricordare come Adolfo Guzzini, oggi presidente della Recanatese, in passato quando la Maceratese militava in serie C2 e poi in C era assiduo frequentatore dell’Helvia Recina come sportivo simpatizzante dei colori biancorossi. Un quadro nel quale ci sarà poi da valutare anche cosa succederà alla SS. Maceratese 1922, squadra il cui terreno di gioco è e sarà sempre l’Helvia Recina. Certo, un mancato salto di categoria per il secondo anno consecutivo, potrebbe spalancare scenari del tutto impensabili oggi ma che nel 2020 potrebbero concretizzarsi.
Però, anche in caso di approdo all’Eccellenza, chissà che Macerata non segua l’esempio dei cugini civitanovesi, dove al Polisportivo nella stessa stagione giocano Sangiustese in D e Civitanovese in Promozione. Che gli impianti calcistici cittadini siano numerosi e appetiti da società del circondario, del resto, ci è stato confermato pochi giorni fa dall’assessore allo Sport, Alferio Canesin. «Stiamo lavorando come sapete per far partire i lavori di sistemazione al campo della Pace e successivamente a quello della Vittoria –ha affermato Canesin- e solo una volta che ci sarà questa situazione ci accorderemo con le società cittadine su come utilizzare gli spazi dedicati al calcio. Non nego che in questi giorni mi siano arrivate richieste di società di calcio del circondario (ovviamente squadre di categorie inferiori, ndr) che chiedevano informazioni su Collevario o sul campo della Vittoria. Ho risposto a tutti che prima dobbiamo fare in modo di sistemare la situazione delle squadre del capoluogo e quindi, avendo di fronte anche una stagione di lavori sugli impianti, non possiamo dare disponibilità ad altri dei campi di gioco. Indirettamente però questo conferma l’appetibilità che la città ha anche verso l’esterno grazie al numero di campi di calcio di cui disponiamo».
A macerata il matelica non ci viene. Se il presidente canil fa altre valutazioni e altre scelte vedremo
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Se il Matelica dovesse vincere il campionato di serie D, faremo la famosa fusione che diventera’ una super-squadra provinciale con a ” capo” CANIL.
Come già detto, se il Matelica dovesse vincere il campionato (non ne ha nessuna intenzione) la fusione con una squadra di Macerata diventerebbe impossibile almeno per i successivi due anni.
Se Canil volesse veramente lasciare Matelica ed il Matelica calcio, avrebbe già acquistato un’altra società, magari di quelle in difficoltà, in lega pro e/o in serie B (vedi l’Ascoli l’anno scorso ad esempio) ce ne sono tante e avrebbe raggiunto lo scopo senza penare tanto.
In un sol colpo avrebbe avuto squadra tra i professionisti e stadio idoneo.
Forza SS Maceratese Forza Pescia e Forza Moro