Il rettore Adornato a Capri con Ilaria Occhini, Raffaele La Capria e Giosetta Fiorani
«Era una donna di grande temperamento, passionale nel difendere le sue tesi. Tutto si poteva dire tranne che fosse priva di personalità, era magnetica, si poteva non essere d’accordo con lei, ma era impossibile restarle indifferenti». Sono le parole di Francesco Adornato, rettore dell’Università di Macerata, amico di lunga data di Ilaria Occhini, l’attrice fiorentina morta il 20 luglio scorso a Roma a 85 anni e del marito, il letterato Raffaele La Capria, Premio Strega nel 1961 con “Ferito a morte”.«La conobbi agli inizi degli anni ’90 a Capri – ricorda Adornato – attraverso suo marito. E da lì nacque un rapporto di amicizia cordiale e mediato dalla mia passione per la letteratura, per il cinema e il teatro. Entrambi avevano enormi capacità narrative nel raccontare episodi e fatti legati a letterati, attori, registi. Mi ricordo che una volta parlavamo di Zurlini e lei mi disse una frase che mi colpì molto: “La capacità di un regista si nota già da come piazza la macchina da presa al primo ciak”. Poi abbiamo continuato a frequentarci negli anni, una pratica assidua, affettuosa, culturale, era una ricchezza ascoltarla parlare di Visconti, Ronconi, Fantoni o Gassman. Sono stato anche a casa della famiglia ad Arezzo, abbiamo trascorso dei Capodanni insieme, La Capria è venuto anche al mio paese in Calabria da Parigi. Tutto questo fino a domenica, quando sono stato a casa loro per porgere il mio dispiacere».
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