Un’ipotesi ricostruttiva di fonte Agliana (Pasquali)
di Marco Ribechi
Un’altra fonte maceratese riemerge dal passato, per conoscerla è stato organizzato un tour il 5 luglio. Fonte Agliana, scomparsa da quasi un secolo, è stata restituita alla luce del sole così come suggerisce il suo nome che deriva dalle parole greche Elios o Alios.
Fonte Agliana oggi
L’antica fonte riappare dalla vegetazione dopo un intenso lavoro di scavo, bonifica idraulica e deforestazione eseguiti recentemente da Apm, che ha reso di nuovo visibile la sua stupefacente e cinquecentesca monumentalità, svelando anche il più antico significato onomastico del suo nome e del corrispondente toponimo dell’intera zona. Alcuni testi antichi infatti sembrano far forza sulla tradizione locale legata ai culti solari, tra cui dei documenti catastali del 1268 che individuano in prima senata, cioè nella prima fascia intorno alle mura, un fundus Rivi Solis. «Già in precedenza nel 1116 e 1138 era menzionato come fontem Allianum uno dei confini nord entro il quale poteva nascere il primo nucleo del territorio comunale – spiega l’architetto Silvano Iommi, coautore con Troscé e Pasquali del volume “Fonti, Fontane, Lavatoi, Fontanili- le acque nel comune di Macerata”- ancora nel 1459 si menziona una Fontis Solis che, evidentemente, non poteva essere lontana dai suddetti rivus e fundus Solis».
Il tour in programma il 5 luglio
L’importanza di questo fontanile, attivo fino alla fine degli anni trenta poi è abbandonato per tornare alla luce una prima volta nel 1987 su iniziativa di Gabor Bonifazi, è attestata anche dai continui restauri a cui è stata sottoposta nei secoli per mantenerla costantemente in efficienza, tanto che ancora oggi, nonostante un secolare abbandono, continua a riversare molta acqua dalle ripristinate chiavichette murarie. «Una grossa lapide andata distrutta, ma descritta da Compagnoni nella sua “Reggia Picena” del 1661 – prosegue Iommi – ci ricorda i nomi dei Priori in carica nel 1588 che restaurarono questa fonte. Infine merita ricordare anche lo stupendo Cabreo disegnato dall’agrimensore Tartufari nel 1777, che rappresenta lo stato dei luoghi e la descrizione puntuale della fonte». Il monumentale e antico manufatto sarà la meta principale del prossimo “tour delle fonti” condotto proprio dall’architetto Silvano Iommi venerdì attraverso quel parco naturale e culturale delle fonti a nord delle mura di tramontana. Organizzato dal gruppo Facebook “Ricordi di Macerata” e dall’associazione culturale “La Reggia Picena” i cittadini interessati saranno condotti in un intenso giro delle fonti periurbane con inizio alle 17,30 partendo dall’ammattonata al cui imbocco si trova la fonte del Grottino San Giorgi. Percorrendo proprio questo sentiero selciato, che conduceva a Santa Maria della Fede, si arriva prima a fonte Ciambrione, recentemente restaurata, poi a fonte Agliana. A questo punto si tornerà indietro alla Peschiera Nicolini, cioè l’ex convento dei Cappuccini sin dal 1545 per poi terminare a Fonte Maggiore.
L’epigrafe andata distrutta ma ricordata dal Compagnoni
Fonte Ciambrione
Il Cabreo Tartufari del 1777
Il grottino San Giorgi
Silvano Iommi
Una bella cosa. Saluti all'architetto, cugino di mio marito.
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Iniziativa bellissima, tesori che debbono vedere la luce, tanto sono belli e pieni di storia.
Un plauso ininterrotto all’amico Silvano per il preziosissimo e meritorio lavoro di riscoperta e rivalorizzazione di questo patrimonio. Macerata dovrebbe ringraziarlo molto.
Silvano non molla, anzi rilancia di continuo nella riscoperta e nella proposta di salvaguardia del patrimonio storico maceratese. Complimenti, nell’attesa di nuove iniziative, tutte molto apprezzate dai cittadini maceratesi, che apprezzano questo modo di fare cultura “sul campo”!