«Non voglio poltrone, voglio solo la garanzia che i principali attori della politica recanatese degli ultimi 10 anni siano responsabili». A dirlo è Graziano Bravi, candidato sindaco al Comune di Recanati escluso dal ballottaggio. Le su dichiarazioni arrivano il giorno dopo quelle di Antonio Bravi che, pur escludendo apparentamenti, aveva parlato della possibilità di un accordo programmatico, con la possibilità di assegnare un assessorato ai suoi competitor . «L’apparentamento – precisa Graziano Bravi – oltre ad essere l’unica vera forma di appoggio politico prevista dalla legge, è anche la più trasparente e democratica. Fa in modo che il sindaco eletto sia espressione di una base di elettori più ampia condividendo la maggioranza con consiglieri comunali provenienti dalla lista apparentata. Questa possibilità è stata introdotta da una legge istituita nel 1993 proprio a seguito di “mani pulite”. Non è un “tecnicismo”. Scopo della legge è quella di evitare accordi informali, per ottenere al ballottaggio un sostegno di qualche voto, od anche una semplice astensione in cambio di qualche promessa di nomina o di presenza in giunta, in caso di vittoria». Graziano Bravi che ha ottenuto il 26% dei consensi ribadisce quindi la volontà di aderire solo ad un apparentamento formale per cui aveva già teso la mano a Antonio Bravi. La scadenza è domani alle 12. «Nella mia proposta c’è la volontà di portare avanti un progetto politico basato su convergenze programmatiche e di metodo, con il centro sinistra unitario che si prende la responsabilità, da entrambe le parti, di lasciare indietro personalismi e vecchie ruggini e di pensare insieme al bene della città. Vogliamo la responsabilità politica per la prossima legislatura lasciando l’esecutivo a chi in questa prima fase ha ottenuto più voti. Per questo sono pronto ad impegnarmi ad appoggiare un esecutivo, scelto da Antonio Bravi e proposto già in questa fase. Solo in questo modo si evince una volontà politica di cambiamento rispetto a quanto accaduto sino ad oggi».
Intanto Simone Simonacci replica ad Antonio Bravi sulla scuola Gigli attraverso le liste a suo sostegno Lega, In Comune, Per una Recanati Migliore e Fratelli d’Italia.
«Come possiamo credere alle parole di un amministratore su una scuola, dopo che la stessa è stata tenuta in uno stato di abbandono per 10 anni, demolendola a un mese dal voto in fretta e furia, tanto da dimenticarsi dentro i mobili e senza fare una rampa per togliere le macerie?» critica il centrodestra recanatese.
«Fa sorridere che ci si dica che spostare la scuola da quel sito significherebbe perdere i finanziamenti. Ci spieghi come mai per due volte il Comune è stato capace di perdere i finanziamenti assegnati dalla Regione per la Scuola Gigli. Ci spieghi come mai Montecassiano e Potenza Picena sono riusciti a realizzare scuole con fondi pubblici mentre noi no, nonostante sin dal 2015 ci fossero progetti sbandierati e soprattutto pagati ma mai presentati in Consiglio o in Commissione? Come mai nel piano delle opere pubbliche non c’è traccia della scuola, visto che tanto il progetto quanto l’appalto dovrebbero essere gestiti dal Comune?» continua la coalizione.
«La verità è che non ci sono i soldi per ricostruirla, altrimenti a quest’ora sarebbero già state avviate le procedure d’appalto – sostiene il Centrodestra. – La loro proposta, inoltre, andrà incontro a molte concessioni in deroga ma soprattutto rimane il problema della scelta del sito. Collocare una scuola per 450 bambini sopra una falda acquifera, con un accesso ai pullman interdetto e di fronte ad un parcheggio in un ambiente per niente salubre è inconcepibile” conclude il Centrodestra.
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