Fabio Domizi, la voce della Lube:
«Un’emozione che dura da 25 anni»

LO SPEAKER delle gare della formazione biancorossa, 47enne di Sant'Angelo in Pontano che di professione fa il ristoratore, si racconta: «Ogni volta che scendo in campo l’adrenalina spinge e si scatena, la pallavolo è la mia più grande passione. Richiede tempo e sacrifici ma ti riempie di soddisfazioni come quelle ottenute in questi giorni»
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Fabio Domizi

 

di Francesca Marsili

La sua voce scalda il pubblico e carica i giocatori da 25 campionati, quelli disputati dalla Lube Volley in Serie A1. E’ lo speaker ufficiale delle partite giocate in casa dalla neo campione d’Europa e d’Italia. Lui è Fabio Domizi, 47enne di Sant’Angelo in Pontano dove svolge la professione di ristoratore. Come nelle più belle storie, il suo esordio come cronista del volley avvenne per caso. «Frequentavo le scuole medie. All’epoca la Lube Volley era in serie B ed uno dei primi dirigenti del club, Fabio Macedoni, che era anche il mio professore di francese, durante i giochi della gioventù mi mise in mano un microfono chiedendomi di fare un po’ di animazione. Quando nel 1995 i cucinieri approdarono in serie A1 ed ebbero bisogno di uno speaker Macedoni si ricordò di me ai tempi della scuola ed assieme ad Albino Massaccesi, storico dirigente della società, mi chiesero di provare – racconta Domizi con l’emozione di quella prima volta -. Il microfono da quel giorno non l’ho più spento. Ad oggi sono 500 le partite che ho diretto e tutto questo grazie all’intuito del mio professore. Fare il ristoratore è una fatica, fare lo speaker è un’emozione. Ogni volta che scendo in campo con la voce l’adrenalina spinge e si scatena, sento la stessa emozione da 25 anni ogni volta che inizia la partita. La pallavolo è la mia più grande passione, richiede tempo e sacrifici ma ti riempie di soddisfazioni».

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Domizi con Juantorena

Alla domanda in merito a quale incontro commentato ricordi di più risponde: «Indubbiamente, quello che ci consegnò il nostro primo scudetto. Era il 21 maggio 2006. Match contro il Treviso che si svolse a Pesaro di fronte a 12mila spettatori, successo di pubblico strepitoso e partita memorabile». Racconta che quello dello speaker è un compito difficile, è «una questione di feeling ma soprattutto di equilibrio. Il pubblico deve essere coinvolto e portato in campo con entusiasmo ma senza esagerare e trascendere. Lo speaker non è il protagonista della partita, i protagonisti sono i giocatori». Domizi è cronista ma anche un po’ deejay. Prepara lui stesso la scaletta musicale che fa da contorno alla partita. Brani che piacciono e caricano i giocatori nel pre partita ed altri più adatti a coinvolgere pubblico e supportare coreografie durante l’incontro. Alla richiesta di un commento sui due ultimi straordinari successi ottenuti in campo dalla Lube Civitanova risponde: «Venivamo da sette sconfitte in finale, poi la vittoria di queste due coppe: lo scudetto e la Champions League sono state una gioia immensa è anche un gran bella rivincita. Il mio desiderio come tifoso e come parte del team- confessa – è quello che i traguardi raggiunti non segnino un punto di arrivo per la Lube, ma di partenza per nuove vittorie negli anni a venire. Siamo da tempo ai massimi livelli ma sogno, con questo gruppo di giocatori che si è dimostrato così solido, un ciclo di vittorie continuo e duraturo».

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