di Gabriele Censi
La Pasqua è in arrivo e il laboratorio di Laila Nonni è al lavoro per le ordinazioni delle feste con i piatti tradizionali maceratesi. La pasta fatta a mano è una delle specialità dei due negozi di Macerata “Non solo pasta di Laila”, in via Carducci e in corso Cavour.
La nipote di “Nella”, iniziatrice della tradizione familiare della produzione artigianale di pasta all’uovo nel 1959, ci ha mostrato l’eccezionale manualità nel realizzare i tortellini, piatto principe delle festività dal Natale alla Pasqua e nelle grandi occasioni familiari. E soprattutto ha evidenziato come la bontà non può prescindere dalla qualità degli ingredienti, locali, stagionali e senza trattamenti.
Tradizioni familiari che Laila ha aggiornato ai tempi con correzioni per andare incontro ai gusti di tutti: «Facciamo pasta e sughi a richiesta per tutte le esigenze anche quelle di chi ha usanze diverse venendo da paesi lontani, così da evitare nelle tavole quelle spiacevoli situazioni di isolamento, perche magari una persona non mangia il maiale o altri cibi per proprie usanze. L’integrazione si fa a tavola». Altrettanta attenzione di Laila è dedicata alla salute e così si è lanciata nella “pasta del futuro”, la nuova linea di pasta all’uovo fresca con legumi, per un piatto completo digeribile e nutritivo. Si chiama “Laila mangia bene”, un imperativo non necessario perchè la prova dell’assaggio è superata con pieni voti. Ci sono sorgo, lenticchie, piselli e ceci nelle varietà della pasta funzionale che è messa in vaschette sottovuoto senza conservanti, per chi vuole c’è anche la linea dei condimenti in barattolo, niente a che vedere con i preparati industriali, gli ingredienti restano sempre carni e verdure selezionate di produttori locali.
«Chiediamo ai nostri clienti di sapere prima le ordinazioni – spiega Laila -per dare un prodotto fresco fatto a mano all’ultimo momento». La dimostrazione davanti alla telecamera, dopo i tortellini, passa poi ai ravioli con la ricotta, che in primavera dà il meglio con le pecore che mangiano all’aperto nei prati fioriti. C’è poi lo “ragù de lo vatte”, la ricetta che metteva in competizione le vergare: «Sei sette ore di cottura lenta fino a quando potevano dire alla fine della mietitura “lo sugo è fatto”, nulla a che vedere con i sughi espressi di oggi».
(Articolo promoredazionale)
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Ho poco tempo a disposizione, ma non l’ho sprecato vedendo il filmato di CM – che ringrazio – sulle prelibatezze di Laila. A proposito, Laila è libera??? Perché con molta naturalezza ella ha esposte lesue prelibatezze, nelle quali crede da tempo e che, ai miei 80 anni, le apprezzo ancora di più. Ho percepito la fede, l’amore e la gioia del fare “antico” di Laila. Con molta semplicità ha esposto le nostre eccellenze, quelle che ci riempiono di gioia e che danno lavoro… Darebbero lavoro se la politica le difendesse per farle fiorire e prosperare. Abbiamo aspetti di antica civiltà ancora operanti oggi. Ma la politica va dietro alle grandi cose, ai grossi affari, a grandi capitali, all’alta finanza. Che hanno obiettivi disumani. Mentre l’uomo comune vede le cose nella vicinanza del proprio piccolo punto di vista, che però rimane umano, pulsante di vita.
Mi piace vedere lavorare la pasta Laila con le sue mani e non con la macchina. Mangiare i suoi tortellini fa ricordare quelli che decenni fa, secoli fa, millenni fa preparava mia nonna un paio di volte all’anno, in occasione delle grandi feste. Mentre oggi, possiamo mangiare questi prodotti del consumismo a colazione, pranzo e cena, ma privi del fascino della grande ricorrenza del natale o della Pasqua.
Certo Laila, te li farebbe magiare ogni giorno… Ma senza perdere quel piacere fascinoso del momento unico della grande festa.
Grazie a Dio, abbiamo ancora chi crede in queste antiche cose e ce le fa rimembrare a noi anziani e le fa conoscere ai giovani palati. Grazie, dolce Laila.