Da sinistra: il colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri, il procuratore Giovanni Giorgio e il colonnello Walter Fava che dirige il Reparto operativo
Oltre un chilo di droga tra eroina e marijuana spacciata in un anno per un totale di circa 40mila euro di ricavi. È stato estradato pochi giorni fa Aaron Eremeuno, il nigeriano di 21 anni arrestato in Germania a gennaio scorso e ritenuto il vertice di un sodalizio di pusher che operava principalmente a Macerata, ma anche a Civitanova e Porto Sant’Elpidio. Sull’uomo pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per spaccio di stupefacenti emessa dal gip del Tribunale di Macerata, in seguito ad un’indagine coordinate dal procuratore Giovanni Giorgio e condotta dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata. Tutto era nato dalla richiesta di aiuto da parte di una mamma disperata per il figlio tossicodipendente. La donna si era rivolta ai militari dell’Arma chiedendo di rintracciare al più presto il “venditore di morte”. In una lettera indirizzata ai carabinieri, la donna aveva segnalato soltanto un numero di telefono, che ricorreva con frequenza sul cellulare del figlio. Gli investigatori del Reparto erano così riusciti ad individuare Emereuno come capo delle rete di spaccio di eroina e marijuana, nella quale erano coinvolti altri connazionali del nigeriano che, con abilità, nascondevano le dosi – anche in bocca – prima di consegnarle ai tantissimi clienti. Complessivamente i carabinieri erano riusciti a ricostruire oltre 1.150 cessioni nel periodo compreso tra l’estate 2017 e la prima metà del mese di maggio 2018, per un totale di circa 600 grammi di eroina e 400 grammi di marijuana e un ricavato di quasi 40.000 euro. Le dosi di eroina (generalmente di mezzo grammo) venivano cedute al prezzo variabile di 25/40 euro, mentre la marijuana tra i 7 e 15 euro al grammo. Una volta individuato a Norimberga, il 20 dicembre dell’anno scorso era stato emesso a carico del nigeriano un mandato di arresto europeo, che ha poi permesso alla polizia tedesca di arrestarlo il 15 gennaio. Successivamente, è stata accolta la richiesta di estradizione. Così il 27 marzo scorso, il 21enne nigeriano è stato scortato fino allo scalo aereo di Roma Fiumicino (proveniente da Monaco di Baviera) e poi consegnato al personale del carcere di Rebibbia. Inoltre, il connazionale 19enne, coindagato e colpito dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora che si era reso anch’egli inizialmente irreperibile, è stato recentemente individuato dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria.
«Trovate il venditore di morte», madre fa catturare pusher: rintracciato dai carabinieri in Germania
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E adesso? Gli daranno 4 anni e 8 mesi come l’altro che aveva 225 kg di droga, così da non incarcerarlo visto che non si superano i 5 anni di condanna? Per favore baaaastaaaa prendersi in giro. CM, se non ci fosse la droga avrebbe un surplus di giornalisti.
…però a Macerata la mafia nigeriana non c è eh..mi raccomando di ribadirlo!!!! gv
io ormai ho perso la speranza che con la democrazia certi crimini saranno eliminati. Abbiamo assassini a tempo, nel senso che gli spacciatori uccidono lentamente la mente e il fisico dei giovani. Abbiamo forze sociopolitiche che hanno voluto l’espansione della droga (leggi Sinistra e Radicali). L’obiettivo di queste forze è un Ordine Nuovo, nel senso che il vecchio ordine deve essere distrutto. Per cui si usano tutti i sistemi. C’è pure il tentativo, già proposto e bloccato momentaneamente, di dare la cittadinanza a quei migranti che abbiano fatto il servizio militare. Una idiozia monumentale, o un’astuzia distruttiva? Non sanno cosa diventano gli africani in divisa e con un’arma in mano. Useranno criminali e disperati africani per destabilizzare e mettere un grossa confusione nella nostra società. Guardate la provocazione con le navi delle ONG che raccolgono emigranti (giovani, donne, e bambini, tutti grassi come maiali da allevamento). Mentre un certo clero di sinistra o benpensante sostiene cristianamente che dobbiamo riempirci di disperati, di prostitute, di spacciatori, di criminali e di assassini.
Quindi, diventa una barzelletta ciò che avviene: le forze dell’ordine arrestano i criminali e qualche giudice li tira fuori. Li ospitiamo nelle carceri italiane a spese del popolo italiano, invece di metterli in campi di concentramento con filo spinato e ai lavori forzati, se vogliono mangiare.