di Maurizio Verdenelli
Andata senza…ritorno? Padre Matteo Ricci desaparecido. Dimenticato dagli stessi che per quattro secoli ne avevano tenuta viva la memoria ‘l’uomo strano’, Li Madou che per l’Imperatore di Pechino inventò l’orologio – una fedele ricostruzione attende il visitatore alla Biblioteca Mozzi-Borgetti, fino al 1780 Collegio gesuitico a Macerata.
Stavolta Macerata, che come Medea si ‘magia’ tradizionalmente i suoi Figli migliori, e pure il Vaticano che per quattro secoli aveva taciuto della grandezza del padre gesuita (per via della questione dei riti) non c’entrano per nulla. Anzi, proprio a Macerata, san Giovanni Paolo –giugno 1993- coi primi preveggenti dubbi su Macerata effettivamente ‘Civitas Mariae’, aveva ‘sdoganato’ l’ex imbarazzante religioso ventilando sulle sue orme la possibilità di un viaggio apostolico in Cina. Che poi non si fece. Tuttavia un primo grande passo si era fatto, dopo la via indicato dal vescovo Tarcisio Carboni ed il seminario internazionale ‘Redemptoris Mater’ in contrada Vergini. Poi le celebrazioni, nel 2010, per il quarto anniversario di Matteo Ricci avevano fatto il resto.
Un comitato che presieduto dall’on. Adriano Ciaffi aveva visto, in rappresentanza degli enti costituenti – Regione, Diocesi, Provincia, Comune ed Università di Macerata- fare la spola di là e di là dell’Estremo Oriente. E’ vero, alla fine, dati i costi non si era più fatta la grande statua progettata in piazza Vittorio Veneto (su cui s’affaccia la sopracitata Biblioteca/Scuola gesuitica nella quale sono conservati molti documenti ricciani). Tuttavia era stata (ri)aperta in anteprima, sulle tracce del religioso maceratese, il vero Marco Polo italiano in tonaca poi obbligatoriamente lasciata per l’ingresso alla corte imperiale di Pechino, raggiunto dopo due mesi di viaggio. E non più lasciata, tanto che le spoglie del personaggio, uno dei cento più importanti nel mondo di tutti i tempi, riposano proprio nella capitale cinese.
E dunque, un grosso, sbalordente effetto ha fatto nella città, dove nel nome di padre Matteo Ricci è sorto un istituto universitario (cfr Confucio) per i buoni uffici del pionere ‘il prof’ Filippo Mignini, corsi scolastici di lingua cinese, la ‘dimenticanza’ del presidente cinese XI Jinping. Che, alla vigilia (ieri sul ‘Corriere della Sera’) del suo arrivo oggi a Roma alla testa di una delegazione di 500 persone. Xi, nel suo indirizzo all’Italia sulle pagine del primo quotidiano del Paese, ha rammentato la grande storia di Roma e Pechino, delle civiltà romana ed orientale, ha menzionato Virgilio, il geografo romano Pomponio Mela e ‘Il Milione’ del fantastico viaggiatore veneziano e perfino il Rinascimento ma di padre Matteo Ricci, il primo a lanciare concretamente e pure laicamente un ponte tra Oriente e Occidente del mondo allora conosciuto, nulla. Nada de nada!
Che è successo a distanza di 9 anni e di una dozzina almeno di uno che da Treia/Macerata era arrivato correndo: l’imprenditore edile/maratoneta Ulderico Lambertucci (massaggiato neppure fosse Gelindo Bordin, da Nazzareno Rocchetti)? Mah! Matteo Ricci, valorizzato pure dal nuovo corso voluto da papa Francesco, gesuita come Lui, messo all’improvviso da parte alla vigilia del patto strategico globale con Italia ed Europa –il viaggio delle delegazione cinese in Europa da oggi a lunedì con il forum romano su business, cultura ed investimenti, prevede pure a Montecarlo e Francia? Misteri della Nuova Via della Seta o semplice ‘incidente’ mnemonico dell’ufficio stampa o meglio del writer dell’articolo pubblicato dal ‘Corsera’, a firma del presidente Xi Jinping? Mistero (cinese)
Considerando che perseguitano i cristiani la vedo dura che citi Padre Matteo Ricci
ma perchè sa che era un Gesuita e quindi un cattolico ed era andato in Cina per diffondere la Fede cristiana. mica e stupido Xi Jinping. Ma molto scaltro.
Polemica sterile
ma ai cinesi dei preti non gliene frega niente .. x fortuna
Perché a parte a Macerata non lo conosce nessuno
La vendetta fredda di Ping.
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L’Ambasciata italiana in Cina, avrà pure contatti con il mondo culturale cinese, si poteva partire dallo storico incontro MAO – MATTEI che fece scalpore in tutto l’Occidente negli anni 60 per arrivare con i contatti al Vaticano inserendo quello che è più caro a molti cinesi laici e non Padre Matteo Ricci. Gli ambasciatori italiani non sempre sono preparati a eventi diplomatici coraggiosi. si può sperare che il Presidente Mattarella, sappia parlare di questi due grandi uomini italiani amici della Cina antica e contemporanea e perché no citare quello che sta accadendo positivamente tra Cina e Università di Macerata. Ivano Tacconi Consigliere comunale Macerata comunale Macerata
Ci illudiamo a ritenere che Matteo Ricci stia in cima ai loro pensieri, forse un po’ ci pensano i Maceratesi, quelli acculturati, poi. Forse gli orientali preferiscono pensare alle ricchezze africane.