di Alessandra Pierini
L’assemblea nazionale del Pd non trascura le Marche. Presidente dei democrat è stato eletto, a larghissima maggioranza, Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio, originario di Tolentino. Della direzione nazionale invece farà parte l’ex deputata maceratese Irene Manzi.
Gentiloni, che venerdì prossimo sarà a Macerata e Potenza Picena, dove presenterà il suo libro “La sfida impopulista”, ha ringraziato i delegati che lo hanno votato oggi a Roma: «Un ringraziamento e un augurio alle delegate, ai delegati e a questa assemblea che avrò l’onore di presiedere – ha detto – non è una assemblea di reduci, di scampati a un naufragio. E’ una assemblea consapevole di avere sulle proprie spalle la responsabilità di un nuovo inizio». Poi il suo tweet: «La strada sarà lunga ma il Pd intanto c’è». Larghissima la maggioranza dei circa mille delegati a suo favore, nessun voto contrario, 86 gli astenuti.
Irene Manzi invece sarà nella squadra scelta dall’ex ministro Maurizio Martina che nella direzione conta 27 membri. «Sulla via del ritorno dopo una bella assemblea nazionale, nel giorno dell’anniversario dell’Unità Nazionale. Buon lavoro a Nicola Zingaretti che, con il suo discorso, ha affrontato temi importanti e significativi che parlano al futuro. E grazie a Maurizio Martina per avermi dato fiducia chiamandomi a far parte della direzione nazionale del Pd. Cercherò di affrontare questa nuova responsabilità con impegno, entusiasmo e capacità di ascolto delle ragioni di tutti. Perché è questo quello che serve al Pd in questo momento»: così Irene Manzi dopo la nomina. «Ed è una responsabilità doppia – aggiunge – visto che, essendo l’unica, rappresenterò in direzione questa provincia».
L’assemblea nazionale si è aperta con la proclamazione di Nicola Zingaretti a segretario del Pd. «Serve un nuovo partito, il nuovo Pd. Forse dovrà cambiare tutto – ha detto – Tornino ad essere i nostri circoli i luoghi dove gli altri fanno associazionismo. No a filiere di potere che restringono il nostro rapporto con la realtà sociale del Paese. Negli ultimi 20 anni non abbiamo percepito che un becero liberismo ha ripreso le redini dello sviluppo: ci vuole più riformismo per affrontare il futuro, per migliorare la vita delle persone. E’ indispensabile rimettere al centro della nostra politica la giustizia sociale – ha aggiunto – perché la lotta alla povertà è la condizione per stare meglio tutti».
To' Renziloni e company
Non ho capito che ce da ridere
Gira-gira sempre loro sono dicono vai avanti tu che a ma viene da ridere ridicoli
Possono cambiare tutto: sede.. logo.. ma non cambierà nulla.. È il cervello che debbono cambiare.
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Ah, Zingaretti dice sempre che c’è da ridare orgoglio al Pd. E’ giusto. intanto che si mantengano ai loro posti tutti quelli che hanno contribuito all’eccidio. Come garanzia di recupero è una mossa che darà grandi risultati. Infatti è nel passato che vanno sempre cercate delle ragioni anche perché sarebbe impossibile cercarle nel futuro, facilmente immaginabili, questo sì. Non è che Renzi con uno slogan ( rottamare ) e Gentiloni ( ????) avevano l’intelligenza necessaria per poter fare così tanti danni. Al momento giusto più Renzi che l’altro ( anzi usato per tenergli il posto ) si sono trovati la porta spalancata per agire sullo stillicidio portandolo all’emorragia che ha sdimezzato il Pd. Ma Zingaretti fantasy non finisce qui, qualche altro motto gli verrà da aggiungere al solito governo che blocca l’Italia, il lavoro e…..
Nuovo inizio? Perché prima che c’era?
Renzi scrive libri, Gentiloni scrive libri, ok continuate a scrivere che almeno facete meno danni.
L’importante è che Zingaretti dal giorno prima delle primarie ci abbia messo solo 24 ore, a diventare Zingaretti post primarie e ad essere in così breve tempo in tutto e per tutto uguale al modello base del segretario PD inaugurato da Renzi e finora mai eguagliato. Bla bla tanto, sempre quello, sempre a criticare il governo che non fa non si sa bene che cosa e che dovrebbe fare quello che dice lui. Poi che dice? Oltre ai soliti clichè uguali per Renzi, la Meloni e Berlusconi non dice altro. Che tristezza, già si può dire di Zingaretti: ” AH, certo che una volta era meglio!”
“…Non dimentichiamo che se c’è una parte dell’Italia che continua a guardarci con sospetto è anche perché in questo campo giochiamo di rimessa, siamo spesso impauriti [sic], e di conseguenza poco convincenti…”
(dal libro “Fuori!” di Matteo Renzi, Rizzoli editore)