di Alessandra Pierini
(Foto Fabio Falcioni)
Europa è la donna che Unimc ha voluto omaggiare in questo 8 marzo tra le mimose che hanno addobbato la sala gremita del Polo Pantaleoni a Macerata. Europa, la giovane donna che ha fatto innamorare Giove nel mito greco, raccontata dal rettore Francesco Adornato ma anche l’Europa istituzione, amata ma anche criticata da Enrico Letta, ex presidente del Consiglio, e attuale direttore della Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici all’Università SciencesPo di Parigi.
E al “ragazzo dell’Europa” Antonio Megalizzi, reporter radiofonico europeista, morto nell’attentato terroristico a Strasburgo, è stata intitolata proprio oggi la redazione di Unimc MediaLab, nuovo progetto radiofonico dell’Ateneo.
«La storia di Europa – ha detto il rettore – ci parla di un mito che unisce continenti e popoli, portatrice di sangue greco, egizio e libico, comprende umano, animale e vegetale, conscio e inconscio, maschile e femminile. Ci deve far riflettere in questo momento in cui il senso di appartenenza è sempre più in difficoltà e in cui assistiamo a tanti egoismi nazionali. Nel percorso di ricostruzione europea abbiamo bisogno di libertà, equità, democrazia e giustizia. In tutto questo è fondamentale il contributo delle donne, persino i nomi dei continenti sono al femminile. E’ questo il futuro che immaginiamo».
Tono accademico per gli interventi di Enrico Letta che ha abbandonato questa mattina la veste politica per presentarsi quasi esclusivamente in quella di professore e autore del libro “Ho imparato”. Le sue considerazioni partono dalle trasformazioni del mondo tra il 1966, anno in cui Letta è nato e il 2050, anno in cui si immagina finito il suo ciclo vitale. «Nell’arco di questo periodo – ha detto – la popolazione terrestre passa da 3 a 10 miliardi, questo vuol dire che la questione climatica sarà fondamentale perchè la terra dovrà nutrire miliardi di persone in più. In Asia è cresciuta sia la popolazione che l’economia, gli Europei si riducono e nel mondo che sarà ogni singolo paese europeo rappresenta una goccia nell’oceano. Per questo la brexit è un suicidio, avremo un peso solo se resteremo tutti insieme». Un peso che consentirà secondo lui di intervenire anche nelle decisioni fondamentali sulla protezione dei dati personali, raccolti dagli smartphone: «I dati sono il petrolio del futuro. Solo restando insieme saremo influenti sulle politiche da seguire. Se l’Europa non ci piace lottiamo per cambiarla ma restiamo uniti».
Poi la metafora delle istituzioni europee come un condominio: «Se si pensa di decidere insieme all’unanimità è il delirio, a decidere non possono essere i singoli Stati ma un’autorità superiore e delegata, una specie di super Mario Draghi». E sull’immigrazione: «Non ha fallito l’Europa ma i governi europei. Solo 4 su 28 sono toccati dal problema». Per finire la ricchezza del sistema di valori europeo: «Parità dei diritti, welfare, indipendenza della magistratura e della stampa, laicità dello stato, no alla pena di morte solo in Europa vengono applicati insieme contemporaneamente. Questa è una grande ricchezza». L’ex presidente del Consiglio propone l’Erasmus per gli adolescenti, l’innalzamento dell’obbligo scolastico e la conclusione del percorso di studi in anticipo di un anno, poi conclude con l’esortazione ai tanti giovani e studenti presenti: «Quando soffia il vento del cambiamento c’è chi alza muri e chi costruisce mulini a vento. Abbiate convinzioni profonde, non seguite la maggioranza».
Il dibattito, condotto da Frediano Finucci, caporedattore economia-esteri del Tg La7, è stato animato dalle provocazioni di Andrea Maresi, membro del gabinetto del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, e da due studenti Unimc, Rebecca Marconi e Omar Pallotta.
E domani sarà la volta di Matteo Renzi, anche lui ex premier, figura di spicco del Pd e autore di un libro “Un’altra strada” che presenterà alle 17,30 al ristorante “Orso” di Civitanova. Successivamente, alle 19,30 sarà ad Ancona alla Mole vanvitelliana.
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Perfetta cronaca dell’evento quella di Alessandra Pierini
Stendiamo un velo pietoso sull’insensato sangue libico, scambiato con l’originario sangue licio… purtroppo questi scambi di fiale nei laboratori succedono…
Non alzare muri? Cioè, in pratica?
…benissimo; allora che il sapientone Letta lasci pure aperte le porte della sua bellissima e lussuosa casa, in modo che possa entrare chiunque lo reputi opportuno e per qualsiasi motivo, dov’è il problema!? Io, la porta della mia casina, la tengo chiusa e, pure lì, non so se basta a difendermi dai delinquenti!! Quante belle parole eh..e poi dirle è proprio facile, credetemi, si viene pure pagati, pensate un po’!! gv
“Io ebbe da Zeus suo figlio Epafo. Istituì il culto di Isis, mentre suo figlio Epafo che era il toro divino Apis regnò in Egitto e ebbe una figlia Libia,
Europa divenne la moglie di Asterione, un piccolo re di Creta, che vedutala si innamorò di lei, la sposò e divenne il padre adottivo dei figli che aveva avuto da Zeus. Diventati adulti i tre ragazzi, figli di Europa entrarono subito in conflitto tra loro, la causa fu l’amore del bellissimo giovane Mileto, figlio di Apollo e di Aria. Tra i tre fratelli scoppiò la guerra e Minosse ne uscì vincitore. Mileto innamorato di Sarpedone fuggì con lui per approdare nella Caria, dove fondò la città che porta il suo nome; Sarpedone intanto si era alleato con Cilice, in lotta contro i Licii, ne usci vincitore, e fondò un regno in Licia.”
Cari ragazzi, la Libia c’entra qualcosa con Io, precedente flirt bovino di Zeus, ma con il mito d’Europa non c’entra niente. Sarebbe preferibile che all’Università non si raccontassero cose imprecise, anche perché questi dotti non parlano gratis.