In verde l’area dove dovrebbe andare la pista di neve artificiale
di Federica Nardi
Da un lato un progetto all’avanguardia: sciare d’estate con un tappeto che simula la neve. Dall’altro le critiche per l’impatto ambientale dell’opera. A Sassotetto di Sarnano, un piede fuori dal parco nazionale dei Monti Sibillini, sul tavolo della contesa c’è il modello di sviluppo delle montagne da qui ai prossimi anni.
Franco Ceregioli
Ad annunciare la volontà di realizzare l’impianto è Franco Ceregioli, sindaco di Sarnano: «Sciare d’estate a Sarnano si può – dice il primo cittadino -. L’opera fa parte di un più ampio progetto che a breve presenteremo e che peraltro è stato inserito nel Patto per la ricostruzione e sviluppo della Regione. Si tratta di una progettualità che coinvolge sia la parte pubblica che quella privata della stazione sciistica di Sarnano, suddivisa in tre assi: investimenti sviluppo estivo e destagionalizzazione (la pista di neve artificiale è uno degli interventi previsti in questo asse), investimenti per la qualificazione dello sviluppo invernale, investimenti di qualificazione delle strutture ricettive. Abbiamo già definito la parte dello studio di fattibilità dei costi ed ora stiamo valutando le diverse possibilità di reperimento delle necessarie risorse economiche. Realizzare quest’opera – aggiunge Ceregioli -, sarebbe un grandissimo risultato, dal punto di vista dell’immagine, ma soprattutto dell’ampliamento della nostra offerta turistica, perché consentirebbe la pratica dello sci durante tutto l’anno: penso alle persone che, magari dalla costa, si spostano in montagna per sciare in maniche corte e pantaloncini, o alle squadre agonistiche degli sci club che, oltre alle trasferte sui ghiacciai alpini, potranno effettuare gli allenamenti estivi anche a Sassotetto. Si tratta di una tecnologia ormai collaudata e consolidata (una recentissima e avveniristica applicazione è la pista di neve artificiale realizzata sulla copertura del termovalorizzatore di Copenhagen), con materiali assolutamente simili come risposta alla neve “vera”, garantendo la stessa sensazione di sciare e praticare snowboard su un manto di neve compatta. La pista individuata per questo intervento è quella della Faggeta di Sassotetto, dove è collocata una sciovia di recentissima realizzazione e che è stata ubicata in quella posizione proprio in prospettiva di progetti di destagionalizzazione».
Paolo Piacentini
I rumors sul progetto circolavano da qualche giorno. E non tutti ne sono rimasti entusiasti. A dare parole al dissenso è stato Paolo Piacentini, presidente della Federtrek e assiduo frequentatore e promotore degli Appennini e della cultura della montagna. «I Sibillini d’estate non hanno bisogno di impianti artificiali per poter essere fruiti in mille modi – dice Piacentini -. Ma è possibile che un pizzico di fantasia e creatività non può essere messa in campo? Sì, lo sappiamo tutti che questi impianti ci sono anche sulle Alpi, ma non è questo il modello di fruizione del futuro, soprattutto per l’Appennino. Basta studiare le esperienze virtuose di fruizione accorta del paesaggio montano, per scoprire che ci sono mille cose belle da fare ad impatto zero. La montagna deve uscire fuori dalla dimensione del divertimentificio e diventare il luogo privilegiato di un’esperienza unica ed indimenticabile perché vissuta come riscoperta del rapporto con se stessi, con i compagni di viaggio, la natura e la dimensione autentica delle comunità locali. Non dite di nuovo che siamo integralisti. Qui si tratta, viceversa, di essere i veri innovatori».
Ci sto!!!
Una grandissima idea, un importante volano per la montagna d'estste. Il Trentino e le dolomiti in genere debbono essere d'insegnamento per un turismo innovvativo e sostenibile
Schifezza...rovinate la natura!!
Horror!!! Ma dove è la tutela dell'ambiente???
Vomito....chi vuole una cosa del genere non è amante della montagna ma la usa d solo come parco giochi. Sarà guerra!!!
Viene voglia di prendere a testate chi l'ha pensato
Il Sig. Piacentini ci illumini su qual è il modello di fruizione del futuro, in maniera chiara, precisa e fattibile.
Avanti! E aspetto ancora qualcuno che si faccia avanti con un bike park, nonché un’offerta migliore per quanto riguarda l’escursionismo
Rimanete con i piedi per terra che è meglio !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Bellissima idea
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Chi ama veramente la montagna potrebbe sciare d’inverno e scalare d’estate, senza rovinare la natura, come ha detto il sig. Bordo.
A Copenhagen, sul tetto del termovalorizzatore in pieno centro della città, hanno realizzato una cosa simile.
Mi sembra una bella idea per Copenhagen.
Realizzare una cosa simile sui prati dei Monti Sibillini, dove invece c’è l’enorme fortuna di poter camminare a contatto della natura incontaminata, mi sembra invece una vera str…a!
Invece della tutela e valorizzazione del territorio (come in Trentino) qui predominano le 4 “i”: incompetenza, incapacità, improvvisazione e ignoranza.
…. a Copenhagen hanno usato una plastica speciale detta “snowplast” (https://www.neveplast.com/it/) non neve artificale come invece erroneamente scritto.
Coprire di plastica i nostri monti mi sembra ancora una volta una emerita str…a!!!
Convengo con Paolo Gentili…siamo anni luce lontani dalla mentalità dei danesi!
Personalmente sono favorevole sia perche’ la ridottissima superficie occupata dalla pista non determina nessun danno ecologico, e’ comunque rimovibile, Sassotetto e’ un nucleo gia’ ampiamente antropizzato e dedicato agli sport invernali ed estivi, la pista serve per il rilancio dell’ economia e del turismo….questa la mia opinione, ma se ci sono opinioni contrarie benissimo, si faccia un sondaggio nella popolazione, ad esempio con raccolte di firme autenticate, e poi si decide se farla o meno, questa e’ democrazia, il resto solo chiacchiere……..
Si potrebbe anche parlare dell’esperienza molto positiva del Monte Dobratsch, in Carinzia. Dove c’erano impianti di risalita e piste da sci oggi ci sono sentieri per le passeggiate a piedi o a cavallo, piste ciclabili, terrazze dove prendere il sole e percorsi geologici.
Il parco del Monte Dobratsch è un esempio di “rinaturalizzazione” sulla spinta dei cambiamenti climatici.
Quest’area era un importante comprensorio sciistico, poi gli inverni poco nevosi hanno indotto una situazione economica critica. E’ stato studiato seriamente il problema.
Prima i politici e poi l’intera comunità ha ritenuto più valida la scelta di smantellare gli impianti per puntare sull’ambiente naturale e su attrazioni alternative allo sci. Nei primi tre anni si è verificata una diminuzione dei visitatori ma, lavorando sull’offerta di attività invernali ed estive, il numero è tornato a salire di anno in anno.
Ad oggi, a Dobratsch arrivano persone da tutta l’Austria, dall’Italia, Germania e Slovenia.
Il modello scelto non è direttamente più competitivo per gli imprenditori turistici, per funzionare c’è bisogno che anche hotel e ristoranti organizzino attività alternative.
Per realizzare un moderno skilift occorre qualche milione di euro. Con questa somma si possono organizzare iniziative alternative per l’inverno per 40 anni.
Un nuovo modello di attrazione per i turisti che non ha bisogno della neve.
Quanto ho scritto è facilmente verificabile, ad esempio:
https://www.discoveryalps.it/parco-monte-dobratsch/
https://www.naturparkdobratsch.at/it/