di Gabriele Censi (foto di Fabio Falcioni)
«Non mollare mai», l’esortazione ripetuta più volte al termine della sua lectio dal premio Svovoda Alfredo Jarr libera un applauso potente dopo un’ora e mezza di emozioni silenziose. Il suo intervento, in inglese, ha colpito la platea che riempiva questa mattina l’auditorium dell’Accademia di Belle arti di Macerata per l’inaugurazione dell’anno e il conferimento della honoris causa all’artista cileno. Una scelta di provocazione rivendicata da tutta la governance dell’Accademia, il presidente in prorogatio, Evio Hermas Ercoli (la nomina ministeriale attende da sette mesi) e la neo direttrice Rossella Ghezzi. Tre sono i candidati alla successione di Ercoli: Vando Scheggia, avvocato maceratese, Enrico Brizioli, direttore del gruppo Santo Stefano e Marco Fabiani, sindaco di Monteleone di Fermo.
Una lectio che affronta un tema caldo e controverso: i rifugiati e l’accoglienza, con una visione internazionale che tocca il Nordamerica, l’Africa, il Giappone e l’Europa. Un fil rouge segnato da alcune immagini shock, quelle del bimbo Aylan morto sulla spiaggia e quelle di una nuotatrice che si svelerà alla fine essere Yusra Mardini, rifugiata che ha raggiunto Berlino dopo un viaggio incredibile tra la Siria e l’Europa e trainando fino alla costa a nuoto, insieme ad altre due ragazze, un gommone che stava affondando. Tanti i progetti realizzati da Jaar mettendo al centro la luce come ha sottolineato nella sua laudatio Ida Panichelli storica e critico d’arte, ex-direttrice di Art Forum e del Museo Pecci di Prato. In apertura Jaar proietta una grande scritta “M’illumino d’immenso”, c’’è anche l’Italia, non solo Ungaretti ma anche Pasolini e Gramsci. “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Il testo del filosofo comunista diffuso in manifesti per le vie di Roma è stato uno degli interventi di arte pubblica nell’ambito della mostra La Strada, promossa dal Maxxi. Poi il disastro nucleare di Fukushima, la Svezia dove l’artista ha realizzato un casa della cultura effimera incendiata dopo 24 ore, il Canada con la cupola del palazzo del mercato di Montreal dedicata ai senzatetto, Lampedusa, Helsinky, la Siria, Dallas. Nelle proiezioni appaiono in una carrellata i leader politici protagonisti delle politiche di chiusura delle frontiere, Trump e il suo muro con il
Messico, Orban, Le Pen, e Salvini ritratto in coppia con la leader francese. “Never give up” ripete l’ospite sul cui invito sembra che il ministero abbia chiesto spiegazioni.
Ad aprire la mattinata era stato il sindaco Romano Carancini elogiando l’importanza dell’Accademia per la città: «Una cavalcata incredibile di questa istituzione che ha accompagnato la crescita di Macerata valorizzando la formazione degli studenti. Le più importanti collaborazioni per Macerata 2020, con lo Sferisterio e con un progetto di nuova illuminazione della città. E’ incredibile che da giugno non sia stato indicato il successore di Ercoli alla presidenza dopo che è stata fornita al ministero la rosa dei candidati. Sono pressioni inammissibili e inaccettabili, bisogna rispettare le autonomie. Così si rallenta la programmazione, serve rispetto. Jarr è un simbolo decisivo in un tempo così complicato mette insieme etica ed estetica, un’artista che sta dentro il quotidiano e sa motivare le persone».
Hermas Ercoli cita più volte Mao: «“La nostra è una grande marcia” e vogliamo fare un ulteriore “balzo in avanti”. L’ospite di oggi dice, racconta, “indica la direzione”. Abbiamo raddoppiato gli studenti in 5 anni, significa benessere economico e sociale per la città. Oggi abbiamo spazi e logistica giusti e all’altezza. Per due volte il terremoto si è accanito su questo luogo e per due volte lo abbiamo riaperto. Mai ci siamo arresi al facile e al provincialismo. La nostra visione è internazionale e il nostro ospite ci dice che l’arte è germoglio e fertilità che rende forte la nostra vita». La direttrice Rosella Ghezzi elenca i numeri del successo e le criticità: «Abbiamo 5 sedi attrezzate più il distaccamento per il restauro di Montecassiano, 1200 studenti, 44 docenti ordinari e 70 a contratto, 16 Ata e amministrativi, 14 corsi di primo livello, 11 di secondo livello il quinquennale per restauratori, il master per illustratori e la scuola libera del nudo. L’organico è fermo a 30 anni fa e non è più sufficiente, siamo in difficoltà su questo, solo ora stiamo stabilizzando gradualmente i docenti a tempo determinato ma non penalizziamo gli studenti. L’accademia è un luogo aperto di confronto vitale che deve essere contaminato ma non snaturato e fagocitato dalla burocrazia». Infine ad introdurre Jaar Ida Panichelli che lo definisce artista eclettico concentrato solo su ciò che è rilevante e non imparziale: «Per Jaar ogni singola immagine contiene una visione del mondo».
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Contaminare l’Accademia? Ma sono cose da dirsi, queste?
…ma di quali rifugiati si sta parlando!? Sono stufo di sentirmi preso in giro, ed anche di sentire che c’è chi parla di Mao e della “lunga marcia”, probabilmente, si, ma verso dove?? Parole parole parole…. gv
«Non so che cosa non va nella gente: non imparano capendo; imparano in altri modi – meccanicamente o giù di lì. Il loro sapere è così fragile!» R.F.
Io ai senza tetto avrei dedicato uno spazio e basta ma pieno di significati, un artista una cupola. Non ho capito se l’incendio della biblioteca (era dell’effimero o effimera per la durata?) faceva parte del completamento dell’opera o è stato doloso.