di Laura Boccanera
«Un movimento che vuole far tornare la politica a parlare di cose vere. Uno dei motivi dell’impegno di democrazia solidale nasce da una considerazione: questo Paese dal punto di vista sociale e politico non ci piace più».
E’ Paolo Ciani, consigliere regionale del Lazio, a tracciare obiettivi e percorso per Democrazia solidale, il movimento che ieri pomeriggio si è presentato all’Hotel Miramare alla presenza di numerosi esponenti del mondo delle associazioni cattoliche e non solo, del sociale e della politica civica. Tra i relatori anche il consigliere comunale Stefano Ghio e Natalia Conestà, referente locale del Movimento. Nella scala valoriale del neonato movimento grande spazio al sociale, all’assistenza, ai problemi concreti di imprese e lavoro. «Chi si gira dall’altra parte davanti ad un bambino che muore nel Mediterraneo non ci venga a dire che gli interessano i poveri italiani», ha ribadito Ciani. Tra i presenti anche il fermano Gaetano Massucci, ex assessore provinciale e attualmente consigliere comunale a Fermo: «Non posso credere che l’Italia sia diventata così come appare, capace di applaudire chi toglie le coperte ad un clochard, con la voglia di sparare a chi si avvicina alla nostra proprietà – ha detto Massucci – Ormai da soli i movimenti civici non possono andare da nessuna parte, le risposte locali, per quanto possibili, non hanno il necessario respiro ampio. Ormai le risposte debbono essere sollecitate a tutti i livelli, regionale, nazionale, europeo e, perché no, mondiale. Ecco la necessità di fare rete e moltiplicare la forza di ogni movimento civico per coordinare il lavoro e avvicinare il raggiungimento dei risultati. Ecco perché siamo qui e ci impegniamo con DemoS vista la sua provenienza ed i trascorsi di chi l’ha fondata».
Tra i presenti anche la testimonianza di Souleye Niane, un ragazzo senegalese che da anni vive all’Hotel House e che ha fornito il suo punto di vista sull’immigrazione e sulle difficoltà che tanti stranieri che regolarmente lavorano e vivono nella legalità stanno affrontando. Un affondo dal nazionale al locale è stato al centro dell’intervento del consigliere comunale Stefano Ghio. «Quello che vediamo a livello nazionale si verifica a livello amministrativo anche a Civitanova. La sicurezza ad esempio, comunicata come puro spot elettorale: si strumentalizza l’ottimo lavoro svolto dalla questura di Macerata su tutto il territorio provinciale, e quindi anche nella nostra città, come un successo di un sindaco che non è stato fino ad oggi capace neppure di predisporre l’unico atto amministrativo di competenza comunale in tema di sicurezza, ovvero il regolamento di polizia urbana – dice Ghio – oppure la sanità che vede la condivisione formale del sindaco ad un ospedale unico per poi vedere la sua contrarietà espressa sui media al fine di rincorrere consenso senza però avere la minima idea di come affrontare il problema dell’assistenza sanitaria di prossimità. L’auspicata lotta alla ludopatia, sbandierata in campagna elettorale ed in due anni di dibattiti successivi, rinnegata nei fatti da due anni di inutile attesa di un regolamento restrittivo del fenomeno».
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Fermatevi per carità!
Ho paura che l’ Italia possa piacere ancora meno se si prosegue con queste intenzioni!
Fondiamo nuovi partiti oppure cambiamo la testa delle persone che stanno dentro i partiti soliti (che già così sono tanti)?
Il disagio è tanto e credo anche destinato a crescere,le analisi sono davvero numerose,così pure le denuce,ma non riesco a vedere una proposta organica e coerente,all’altezza dei tempi estremamente complessi che stiamo vivendo.Ho la viva sensazione che si cerchi qualche argomento ad effetto per sfondare sul piano politico pressochè personale.A me pare urgente e possibile aprendo un confronto serrato tra quanti avvertono sensibilità comuni mettere a punto una strategia di fondo per gestire la realtà presente in tutta la sua complessità ed intorno alla stessa fondare un soggetto politico unico e non un fiore con mille petali,ognuno dei quali ,poi,tende a mantenere una sua individualità con la conseguenza che il discorso si sfilaccia.