Si avventura sui monti con neve e gelo,
lo trovano dopo 2 giorni in un igloo

INTO THE WILD - L'uomo è un 40enne che vive nel Maceratese. I carabinieri forestali lo hanno trovato lungo uno degli itinerari che da Foce di Montemonaco salgono a palazzo Borghese. Ai militari ha detto: «Faccio quello che voglio»

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di Luca Capponi 

Incurante di quanto stava accadendo, del pericolo, della tempesta di neve, delle persone allarmate e dei mezzi che lo cercavano, se ne è andato a zonzo per la montagna in una maniera che definire improvvida è riduttivo. Quando lo hanno rintracciato, dopo un paio di giorni, i carabinieri forestali lo hanno trovato tranquillo dentro a un igloo da lui stesso costruito, dove aveva trascorso un paio di notti. Ai rimbrotti degli operatori, l’uomo, un giapponese sulla quarantina che vive nel Maceratese, ha risposto solo con un «Faccio quello che voglio», prima di mollare le tende e riprendere la strada di casa.

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Il fatto è accaduto poco prima di Natale, lungo uno degli itinerari che da Foce di Montemonaco sale verso Palazzo Borghese, a oltre mille metri di altitudine. Erano giorni, quelli, in cui come accade quasi in tutto il periodo invernale, era scattata l’allerta per via del meteo estremo fatto di neve (un metro), freddo, raffiche di vento e quant’altro. Un periodo, insomma, dove avventurarsi in montagna per giocare a fare gli esploratori è da sempre sconsigliato.
Ciò nonostante, qualche giorno fa l’episodio si è ripetuto, stavolta senza igloo. Nella stessa zona, un escursionista si era inoltrato già dalla prima mattina nonostante le condizioni avverse. Dopo diverse ore, sempre grazie al lavoro investigativo dei Forestali, i quali dopo aver intercettato l’auto parcheggiata erano riusciti a procurarsi il numero di telefono dell’uomo, l’avventuriero del giorno ha risposto al telefono rassicurando tutti sulle sue condizioni e annunciando il rientro alla base.
Comportamenti da condannare con forza, dunque, e plauso per i Forestali, che da queste parti, tra Montegallo, Montefortino e Montemonaco, zone dove il sisma si è fatto ben sentire, rappresentano un’istituzione da sempre vicina alla popolazione (in maggioranza anziani), pronta a dare una mano e portare conforto soprattutto nella lunga e difficile stagione invernale, resa ancor più dura dalla solitudine che chi è rimasto qui prova dopo lo spopolamento dovuto al terremoto. Coloro i quali sfidano la sorte mettendo a rischio la propria vita quando le condizioni sono così estreme, farebbero bene a pensare anche a questo.



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