di Mario Monachesi
In Italia la programmazione ufficiale inizia il 3 gennaio 1954, a cura della Rai, ma il segnale coprirà tutta la penisola solo nel 1956. I programmi, tutti in un unico canale, sono in bianco e nero e gli abbonati ancora pochi, solo 360 mila, a causa del costo elevato degli apparecchi. In quegli anni la tv era un bene di lusso che pochi, specialmente in campagna, potevano permettersi. Nonostante ciò l’entusiasmo della gente era ovunque altissimo. Le persone la sera si radunavano nei bar, nei circoli o a casa dei più fortunati per vedere i primi popolarissimi telequiz. Ne furono pionieri Mario Riva con “Il Musichiere” e Mike Bongiorno con “Campanile sera” e “Lascia o Raddoppia”. Le serate principali erano il giovedì ed il sabato. In queste sere, in campagna, si partiva da ogni contrada per raggiungere il Circolo Acli o la parrocchia, i due luoghi dove c’era la tv.
Nelle serate del festival di Sanremo, per seguirlo, la strada si riempiva di uomini, donne e bambini, tutti festosamente in cammino sognando i loro beniamini. C’era addirittura chi dalla campagna raggiungeva la prima frazione cittadina. Molti ricordano ancora quando da Madonna del Monte, “Primo de Grassittu e Faustì de Paciarò, stracchi o non stracchi, friddo o non friddo”, raggiungevano Sambucheto per seguire i già citati Mario Riva, Mike Bongiorno, il maestro Alberto Manzi con la sua “Non è mai troppo tardi” (1959 – 1968), Delia Scala, Paolo Panelli, Nino Manfredi, Mina, Walter Chiari ecc, con le varie edizioni di “Canzonissima” (1956 – 1975). Ho citato loro (miei zii) per omaggiare quanti in ogni parte di sperduta campagna hanno macinato chilometri a piedi per gustare un momento di sano, ed allora anche istruttivo, divertimento. Seguitissimo era certamente il telegiornale, si chiamava semplicemente “Telegiornale”, il suo primo volto fu Furio Caccia.
Nel 1957 nasce l’amatissimo ed ancora indimenticato “Carosello”, momento di festa per grandi e piccini. Fu così importante che, per Jean-Luc Godard, “Carosello” è stata la migliore espressione del cinema italiano. Nel 1960 la prima Tribuna elettorale, nel 1961 nasce il secondo canale, nel 1969 la diretta dello sbarco sulla luna. In quegli anni la televisione (non dimentichiamo artisti del calibro di Tognazzi, Vianello, il Quartetto Cetra, Alberto Lupo e tutti gli altri personaggi e programmi che non elenco), ha rappresentato un momento coinvolgente di socializzazione serale per tante persone, per tanti luoghi di sperduta campagna, con la sua prima vera finestra aperta sul mondo, ha delineato il senso di tante e tante giornate piene di sacrifici e pochi guadagni.
Poi, con l’arrivo del televisore in ogni casa, siamo oramai negli anni ’70, anche questa festa, questa bella socializzazione (chissà anche in queste serali occasioni, quanti amori sono sbocciati), ė finita. Oramai il Paese è piu ricco, puó permettersi non solo il televisore ma anche il frigorifero e tutti gli altri elettrodomestici che piano piano hanno riempito (ma svuotato di sentimenti e sogni) le nostre case. Il primo televisore, sistemato in cucina, veniva tenuto coperto da un telo. Non lo si poteva accendere sempre, solo nel tardo pomeriggio per “La tv dei ragazzi”, poi la sera per il Telegiornale, Carosello (dopodiché i bambini a letto) e quello che seguiva, film, commedie teatrali (si, a quei tempi la Rai trasmetteva anche il teatro, Eduardo De Filippo in prima serata), varietà per i grandi. Dal 1977 la tv diventa a colori, nel 1979 arriva il terzo canale, dagli anni ’80 prendono piede Canale 5, Rete 4, Italia Uno…ma questa è tutta un’altra storia.
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Grande come sempre!!
Credo che nel 1956 la televisione sia apparsa anche sulle isole (Sicilia, Sardegna, Isola d’Elba, Isole Eolie, etc.).